Ci risiamo…! Ecco cosa viene da pensare all’ennesima notizia di una multinazionale straniera che non riesce a concretizzare un investimento in Italia per colpa delle impasse politico-burocratiche che caratterizzano le nostre amministrazioni.
C’eravamo occupati mesi fa della vicenda di British Gas a Brindisi, che si era conclusa con la rinuncia del colosso britannico all’investimento dopo undici anni di attese. E’ di questi giorni la notizia che Decathlon, multinazionale francese dell’abbigliamento e attrezzature per lo sport, si è vista negare le autorizzazioni per le costruzione della propria sede italiana, con store e parco sportivo annessi, dal Comune di Brugherio, alle porte di Milano, dopo 8 anni di attese. Un investimento da 30 milioni di euro, con la previsione di 250 nuovi posti di lavoro, partito nel 2004 e arenatosi prima per il veto della Provincia, poi per la caduta della giunta comunale.
Non è nostra intenzione entrare nel merito della decisione; non è detto che un investimento che crea nuovi posti di lavoro si debba per forza fare, senza riguardo all’impatto ambientale ed alle conseguenze sul territorio di un piccolo comune. Quello che critichiamo aspramente è il tempo di attesa: 8 anni per un’azienda (ma non solo per un’azienda) sono un’eternità. L’incertezza sui tempi e sulle regole sono un deterrente fortissimo agli investimenti per chi è abituato ad operare attuando decisioni strategiche e rispettando business plan, in particolare per una multinazionale che opera su tanti mercati. Per risvegliare l’appetibilità del nostro Paese, una risposta dalle amministrazioni pubbliche, positiva o negativa che sia, deve arrivare in tempi ragionevoli e, una volta presa, deve avere certezza di attuazione, indipendentemente dalle parti politiche che si avvicendano.
A differenza del caso British Gas, però, una buona notizia c’è: Decathlon non ha rinunciato all’Italia. Dopo aver ottenuto la disponibilità di una ventina di amministrazioni, ne ha selezionate tre con cui ha avviato le trattative. L’auspicio è che una buona occasione apparentemente persa possa trasformarsi in un caso di “sana competizione” tra amministrazioni, capace di innescare un circolo virtuoso sui tempi di risposta e sulla certezza delle regole.
5 comments
spartaco says:
Nov 5, 2012
Mi metto nei panni di un cittadino di Brugherio, che viene a sapere che il Comune (con la “complicità” della Provincia) ha mandato in fumo la prospettiva di creare 250 posti di lavoro. Mi chiedo: ma sarà almeno un po’ incazzato?? E’ ora di essere tutti molto più informati, molto più attenti ed impietosi, con l’esercizio del voto, nei confronti di queste gravissime forme di malgoverno.
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gino berto says:
Nov 6, 2012
Titolo più azzeccato per l’Italia non ci poteva essere: “Il paese delle meraviglie”. Perdiamo posti di lavoro giorno dopo giorno, le multinazionali e le nazionali si trasferiscono dall’Italia in altri Paesi, per lavorare la gente è disposta a tutto, la Chiesa invoca, i Politici blaterano, tutti auspicano e…..poi ci pensa la burocrazia delle amministrazioni locali ad impantanare tutto. Ma non solo. Gli ambientalisti, i verdi, i soleggiati che ridono, il popolo locale, possibile che non vedano un progetto, uno che sia uno, accettabile? Tutto va sempre annullato? E così il passante appenninico boh! Chi sa qualcosa? e così le varie pedemontane, i rigassificatori, gli inceneritori… si possono presentare progetti perfetti, che in altre nazioni riceverebbero un blessing pronto, e qui tutto si rallenta fino allo sfinimento. La Decathlon OTTO anni fa chiede di aprire una sede a Brugherio,250 posti di lavoro in più, che poi nel tempo magari possono anche crescere: niente!! Brugherio, la ville lumiere della Brianza, non si tocca. Tutto deve rimanere immutato. Obiettivo raggiunto. Grazie Decathlon per la tenacia, non ce la meritiamo proprio.
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Bruno Rottoli says:
Nov 7, 2012
Concordo e non entro nel merito del perché sia stata negata l’autorizzazione a costruire la nuova sede, ma credo, sperando di non generalizzare, che il problema sia sempre lo stesso: un’Italia goffa, dalla burocrazia pesante e lenta. Le amministrazioni locali curano principalmente i loro interessi, specie a ridosso del periodo elettorale. E le stesse sono talmente aggrovigliate nella loro stessa rete autorizzativa da perdere occasioni d’oro, di pubblico interesse, a volte senza neanche volerlo.
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gabriele l says:
Nov 9, 2012
Francesco ci hai offerto una ragione in più per l’abolizione delle province! E’ proprio vero che in Italia quando c’è uno ‘stupido’ che offre 250 posti di lavoro facciamo di tutto per farlo scappare a gambe levate. Si vede a Brugherio non ci sono disoccupati !!! Beati loro…
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simone q says:
Nov 13, 2012
Da residente a Brugherio, posso solo dire che la amministrazioni comunali (destra e sinistra) hanno fatto di tutto per scoraggiare gli investimenti e la conseguente occupazione nel nostro Comune per favorire quelli limitrofi….. poi, dopo tanta lungimiranza, si sono accorti di avere le casse vuote e ora il commissario sta “svendendo” i beni comunali per stare in piedi!
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