Vince il Blu Democratico sul Rosso Repubblicano. Gli elettori scelgono lo status quo e concedono ad Obama altri quattro anni per riportare l’economia americana sulla retta via dopo la grande recessione. Dimostrando di aver compreso che i posti di lavoro non si estraggono come conigli dal cilindro, gli Americani confermano l’importanza di una politica per la classe media e dimostrano di credere nella formazione dei lavoratori e dei giovani per una nuova crescita.
La strategia fumosa di Romney non convince. A poco sono serviti i più di 300 milioni (0,02% del PIL americano..) spesi per la pubblicità del Governatore. La bocciatura evidenzia un elettorato che cambia e che, sebbene provato da quattro anni difficili, preferisce la dura realtà alle promesse ed ai sogni.
Obama non avrà vita facile. Ai complessi problemi del Paese si affianca un risultato politico diviso. Al Senato vincono i Democratici, ma la Camera resta in mano ai Repubblicani, con una larga maggioranza. Lo stallo a Washington continuerà in assenza di una svolta politica verso la concertazione nell’interesse della Nazione. La riforma della sanità e la Dodd-Frank (che regola il sistema bancario e i mercati finanziari) restano in piedi, ma non si possono escludere alcune concessioni. La politica estera sarà ispirata al dialogo, ma l’Iran non avrà più di una seconda chance per acconsentire alle richieste della comunità internazionale.
Auguriamo agli Stati Uniti d’America di ritrovare coesione sociale e politica per affrontare le sfide del domani. Il discorso della sconfitta di Romney fa ben sperare. Sarebbe un esempio per il mondo e soprattutto per l’Europa ed in particolare il nostro Paese, dominati dai campanilismi e dalle beghe di quartiere. Se poi, nonostante tutto, anche olteoceano dovessero prevalere le divisioni, non resterà che impratichirsi in tutta fretta nelle arti e nei mestieri delle coalizioni, dei voti di scambio e dei franchi tiratori. Ma questa oggi è tutta un’altra storia.
6 comments
david pierantozzi says:
Nov 7, 2012
“La grandezza di un popolo non è fatta dal suo esercito ma dalle sue università”. Auguri Presidente e auguri agli Stati Uniti d’America! Un plauso anche al fair play dello sconfitto. Comunque la si pensi, è stato un bello spettacolo di democrazia.
Un ringraziamento speciale all’amico Andrea dal Santo che ha seguito da New York, in esclusiva per il nostro Laboratorio, tutta questa lunga e appassionante vicenda elettorale.
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stradivari says:
Nov 7, 2012
Credo che la continuità per gli Usa sia un fatto necessario, soprattutto in questo periodo storico delicatissimo. In più Obama ha coraggio, carisma ed equilibrio per guidare una grande potenza come gli States.
Sotto l’aspetto economico non sono molto in linea con il suo operato, che ha fatto crescere il deficit americano a livelli mostruosi, ma rispetto al suo competitor (gaffeur a livelli di Mike Bongiorno) mi sento, da cittadino del mondo, molto più tutelato.
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gino berto says:
Nov 7, 2012
Le elezioni americane ci hanno mostrato un confronto duro fra i due leader, ma sempre corretto, senza turpiloqui, minaccie, dossier tirati fuori dal cilindro e quant’altro. Ha vinto Obama, Romney l’ha accettato, senza tanti sì-però. Hanno mostrato come si può contendere da veri leader. Sarà così anche da noi? I prodromi sono inquietanti: per ripulirci dei modi di far politica degli ultimi 20 anni temo che saranno necessari altri 20 anni. E così continueremo a vedere e sentire i soliti teatrini, i soliti pupazzi agitati, delegittimazioni, colpi di scena vigliacchi, chiacchere lontane, promesse fasulle, programmi minimi e confusi. Non c’è confronto, bensì prevaricazione e odio. Anche da noi “il meglio deve ancora venire”.
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italyFromAbroad says:
Nov 8, 2012
Gino, hai ragione. Ma c’é un motivo, secondo me. In America, se come politico ti comporti male, l’elettorato non ti vota e cambi lavoro; in Italia, se come politico ti comporti male, l’elettorato non ti vota ed il partito ti riconferma in Parlamento! Con tutto il dovuto rispetto per l’art.1 della Costituzione Italiana, in Italia, la sovranità politica appartiene ai partiti..
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adone paratore says:
Nov 9, 2012
Mi ritrovo totalmente con la posizine di Gino Berto e con l’aggiunta sul tema di Italyfromabroad. Che dire di piu’.. speriamo solo che da noi il peggio non debba ancora venire. Perche’ quando si arriva al fondo del barile…a volte si scava !
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luca p says:
Nov 9, 2012
Confesso che per me Obama resta un mistero. I numeri dell’economia sono contro di lui. Debito in esplosione. Disoccupazione alle stelle. Crescita in stallo, se non fosse per le iniezioni da cavallo della banca centrale. Eppure evidentemente la gente gli crede e gli vuol bene. E’ un grande comunicatore? Impersona il sogno americano? Demerito degli avversari? Forse un po’ di tutto questo…
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