Il fatto ha dell’incredibile. Eppure è passato quasi in sordina, come una cosa “normale”. La Commissione Europea, geniale come al solito, ha messo a punto un nuovo e più “performante” sistema di calcolo del PIL, il noto indicatore che misura la produzione di beni e servizi di un Paese. Il nuovo sistema si chiama ESA (European system of national and regional accounts) ed entrerà in vigore nel prossimo autunno. L’ignaro lettore che avesse voglia di addentrarsi nella lettura del ponderoso volume dell’Eurostat che descrive il nuovo meccanismo troverebbe a pagina 15, in perfetto stile UE, una nota dal nome sinistro: “Borderline cases”. In questa nota si afferma, in sostanza, che il concetto di “transazione” da considerare ai fini del PIL deve essere allargato a qualsiasi attivita’ economica che implichi un reciproco accordo tra le parti. Ciò premesso, la Commissione prescrive esplicitamente di considerare nel calcolo anche le azioni economiche illegali come: vendita di droga, contrabbando e prostituzione. Si, avete capito bene. Et voilà, il nuovo PIL è servito!
Un due via: Spagna e Polonia sono già partiti. Anche per il nostro Paese fioccano già i primi calcoli indicativi: secondo la Procura Nazionale Antimafia, lo spaccio di droga varrebbe quasi 25 miliardi di giro d’affari. La prostituzione ne varrebbe almeno 10, ma ho già letto qualche ipotesi ardita: con il “contributo” delle oltre diecimila ragazze che sono date in arrivo per l’Expo, la cifra potrebbe essere molto più alta. Incrocio anche uno studio di Bankitalia con una cifra impressionante: il peso dell’economia criminale potrebbe arrivare al 12,6% del PIL. Mi vengono in mente una serie di scenari tragicomici. Tipo qualche zelante parlamentare europeo che si renda protagonista di una battaglia in Europa per includere nel PIL un’altra delle indiscutibili eccellenze italiane, cioè la corruzione. In fondo non si tratta anche in questo caso di una azione economica che implica un accordo tra le parti? Oppure qualche ministro del Tesoro che, pur di contenere il famigerato rapporto debito / PIL, possa immaginare di “stimolare” le nuove “leve economiche” del PIL proponendo l’attenuazione delle pene su questo o quel reato. Ormai mi aspetto veramente di tutto. Non posso evitare di chiedermi: è questa l’Europa per la quale siamo chiamati a votare domenica?
Chiudo con una nota di speranza. Disgustato (come penso molti) dalla volgarità, dalla violenza e dal qualunquismo imperanti in questa campagna elettorale, ad un certo punto ho quasi smesso di seguirne le vicende. L’altra sera ho sentito per caso un intellettuale gentile, intelligente e garbato, esponente di un piccolo partito normalmente molto lontano dalle mie idee, dire una cosa bellissima, forse l’unica che mi abbia veramente fin qui colpito: “L’Europa potrà sopravvivere soltanto se sarà capace di rimettere al centro l’uomo”. Mi sono fermato, ecco una cosa che sento essere vera tra mille inutili urla. Una prospettiva del cuore, appassionante e quasi commovente, contro la logica gelida dei numeri. Forse l’unica battaglia veramente degna di essere combattuta.
6 comments
massimiliano carnevale says:
Mag 24, 2014
Il giochino è semplice: con l’introduzione di queste voci nel PIL, ogni stato avrà un tasso di crescita di qualche punto in più! Risultato? La crisi è finita, tutto va bene, e siamo tutti felici! È il gioco delle tre carte!
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gianpaolo daldello says:
Mag 24, 2014
Bell’articolo David, condivido in toto.
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gino berto says:
Mag 26, 2014
David, ho appena letto il tuo articolo. Avevo sentito qualcosa in merito giorni fa e devo dire che mi ero scompisciato dalle risa! pensavo che la creatività in finanza fosse tutta italica, ed invece scopro che l’europetta ha messo la freccia per superarci e…aiutarci. Grazie, caspita! Con il pillaccio che abbiamo quasta è un’idea d’oro! D’ora innanzi osserverò con un occhio più benevolo questi nuovi contribuenti!
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adone paratore says:
Mag 28, 2014
A parte le battute che verrebbero subito in mente sulle “nuove” voci di calcolo del PIL,sta di fatto che effettivamente si punta a rendere piu’ performante il sistema di calcolo del PIL, senza per questo aggiungere nulla di veramente produttivo. Anzi. E siccome conosciamo bene i vizi del nostro sistema politico, gli scenari tragicomici prospettati da David mi sembrano tutt’altro che campati in aria….gia’ me li immagino.
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luca bacci says:
Mag 28, 2014
Così non si arriva a “legalizzare” o quanto meno “riconoscere” nel tessuto economico la criminalità organizzata ? Cosa non si fa per rientrare nel rapporto del 3%…
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david p says:
Mag 29, 2014
Amici, grazie del vostro contributo alla discussione. Ringrazio anche i tanti lettori che hanno inserito i loro commenti nella pagina Facebook di Labeconomy
https://www.facebook.com/pages/Labeconomy/423405081061230?ref=hl
Qualche lettore ha ravvisato nel pezzo un intento moralista. Non è così (anche se un giudizio etico mi pare che ci possa stare…). Lo Stato ha promulgato delle leggi che hanno sancito che certe attività sono reato, e in molti casi viene addirittura comminato il carcere. Lo stesso Stato, dall’altra parte, dice però che queste attività possono concorrere al raggiungimento di obiettivi di bilancio che evidenmenete vengono considerati auspicabili per la comunità (crescita del PIL, diminuzione del debito/PIL, ecc…). Al di là della morale, a me pare che in questo ci sia una grave contraddizione ed una assoluta incoerenza. Ed i messaggi contraddittori sono anche molto pericolosi, specialmente in un momento di grande fragilità per il progetto europeo.
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