Duello sulla legge elettorale
by Michele D' Apolito on Gen 29, 2014 • 10:07 6 Comments | INSERISCI COMMENTOLa legge elettorale torna prepotentemente agli onori delle cronache, come succede ad ondate periodiche da qualche anno a questa parte. Un ultimo tentativo di mettervi mano fu fatto nel 2012, all’epoca del governo Monti: le forze politiche si diedero l’imperativo di non tornare mai più al voto con il Porcellum, ritenuto la causa principale dell’ingovernabilità. Mesi e mesi di interminabili dibattiti e reciproci ultimatum, poi sappiamo bene come è andata a finire. Oggi ci si riprova e, segnale non proprio incoraggiante, c’è sempre un esecutivo in bilico sullo sfondo. I discorsi da fare sarebbero infiniti; mi limito a tre rapide considerazioni.
La prima. Con la legge elettorale non si mangia, certo, ma si può governare in maniera stabile, se la si costruisce in modo intelligente e non strumentale. È auspicabile un rinnovamento dello spirito maggioritario ed una legittimazione netta a governare per la coalizione vincente, socialdemocratica o liberale che sia. Su questo, la bozza della nuova proposta di legge, ribattezzata “Italicum”, è molto spinta, attribuendo un premio di maggioranza del 18% alla lista o coalizione che raggiunge il 35% (si sta discutendo per elevarlo al 37%). Non esattamente l’esaltazione della democrazia pluralista in stile prima repubblica, ma probabilmente una medicina necessaria, da ingurgitare per evitare continue crisi di governo, rimpasti, voti di fiducia e psicodrammi annessi. Basta, non ne possiamo davvero più, anche a costo di rinunciare a una porzione di rappresentanza.
La seconda considerazione riguarda il metodo. Il panorama politico del nostro Paese è sempre più a tendenza leaderistica (si pensi alla sovraesposizione dei vari Renzi, Berlusconi, Grillo), ma con un dna a profonda “trazione proporzionale”, in base al quale le riforme devono essere sempre “ampiamente condivise”. Risultato: le riforme non si riesce mai a farle. Ed allora, piuttosto dello sterile chiacchiericcio, meglio una “proposta forte”, che ponga sul piatto la necessità di riconoscere una garanzia di stabilità a chi vince le elezioni, senza dover continuamente render conto a portatori di interessi troppo particolari. Troppi sono gli esempi di partiti con un seguito elettorale molto modesto che hanno condizionato per anni le sorti del Paese.
Terza ed ultima considerazione. La bozza di riforma non prevede l’indicazione delle preferenze: sono previste liste di candidati espressi dalle segreterie dei partiti, pur con circoscrizioni più piccole e liste più brevi. Tale aspetto rappresenta un’altra evidente contraddizione dei principi strombazzati dalla classe politica in questi anni: la presenza di un “Parlamento di nominati” era universalmente considerato come il segnale più indigesto del rapporto Palazzo-cittadini, una stortura da superare a tutti i costi. Ed allora, che cosa fanno i due principali competitors politici, riuniti intorno ad un tavolo? Ripropongono le liste bloccate! Intendiamoci: nella famosa Prima Repubblica, il sistema delle preferenze ha spesso portato ad alimentare clientele territoriali da macchietta, in stile Cetto La Qualunque, tanto da ispirare un referendum abrogativo. Però i tempi sono di nuovo mutati, è ora di tornare all’indicazione diretta dei parlamentari: lasciando carta bianca alle segreterie dei partiti, abbiamo visto come si va a finire.
Tante sarebbero ancora le cose da dire. Per il momento ci possiamo solo consolare con la dichiarata incostituzionalità del Porcellum, che riapre la strada alla precedente legge, il Mattarellum. Si accettano scommesse: sarà quest’ultima o l’Italicum la legge che ci accompagnerà alle urne?
6 comments
vittorio spreafico says:
Gen 29, 2014
Per la prima volta abbiamo un “accordo storico”…
Il Movimento 5 stelle vuole il proporzionale
Nuovo centro destra vuole le preferenze
Scelta civica vuole abbassare lo sbarramento
Salvini vuole il salva Lega
Il PD vuole alzare la soglia per il premio di maggioranza
e Forza Italia vuole abbassarla……
inutile commentare……
0 likes
david p says:
Gen 30, 2014
Condivido le prime due considerazione: Per quanto riguarda le preferenze, invece, non sono tra quelli che ne invocano il ritorno. Ricordo bene l’epoca in cui erano in vigore, e non mi pare una situazione da rimpiangere. Le segreterie dei partiti imponevano comunque le “posizioni in lista” e le cordate tra candidati. In ogni partito, poi, c’erano figure torbide che venivano appunto identificati come “Mr preferenze” perchè accumulavano pacchetti di “clientes” disposti a dare il loro voto in cambio di qualcosa. Il voto di scambio (lobbistico o anche peggio) trovava in quel contesto il suo humus ideale. Tanto è vero che si raccolsero le firme per un referendum abrogativo nel 1991, promosso da Mario Segni e dai radicali.
Aggiungo che questi “Mr preferenze” dei vari partiti diventavano facilmente dei veri e propri capataz all’interno dei partiti, con un potere proprio e spesso proprie correnti, e condizionando anche pesantemente la linea politica della segreteria.
Francamente, non sento la mancanza di quel sistema, in un Paese dominato dal clientelismo culturale e materiale come è il nostro.
0 likes
ginobigio says:
Gen 30, 2014
Intanto “Italicum” non mi piace per niente perchè, oltre a rievocare il deprecabile attentato all’omonimo treno, mi fa pensare al solito pasticcio all’italiana. Possibile che tra le tante leggi elettorali vigenti in altre democrazie nel mondo non ce n’era una adatta per l’Italia? Ma si sa, noi vogliamo sempre essere originali, ma qui non si tratta di moda ma di come governare un Paese.
Tanto originali da inventarsi la “clausola per le formazioni locali” (detta salva Lega come fosse stato un partito esemplare per l’immagine dell’Italia ). Incredibile! Quante saranno le nuove formazioni che reclameranno questo requisito? Vedo già ricorsi e controricorsi e la Corte Costituzionale ancora in campo.
0 likes
gino berto says:
Gen 30, 2014
Quale altro Paese occidentale cambia la legge elettorale con la frequenza dell’Italia? La mia sensazione è che non vi sia alcun interesse a consegnare ai cittadini uno strumento che li rappresenti, che eviti i ricatti dei nani, gli starnuti delle formiche, i cespugli e i cespuglietti, che elimini ribaltoni e compra-vendite, che porti in parlamento persone sane ed oneste. Gli aspetti che sembrano muovere i politici sono quelli di salvaguardare i propri interessi, quelli del proprio partito e quelli delle lobbies che stanno dietro con il loro potere e i loro finanziamenti. Così i vari capataz, acccomodati su rosse poltrocine pubbliche o private, chiaccherano su come utilizzare i cittadini per i loro scopi. Il parto potrebbe essere una sorta di porcellum modificato, il cui risultato finale ancora non conosciamo. Si pensi solo alla porcata che sta per concretizzarsi nel salvataggio della Lega. Altro che duello, caro Michele, questo è un bordello!
0 likes
spartaco says:
Gen 31, 2014
Io sono da sempre per il presidenzialismo alla francese. Ho letto l’articolo di David su Hollande e la dice lunga: può piacere o meno, ma in Francia il Presidente viene leggitimato dal popolo ed ha la forza di imporre un suo programma e una sua politica.
Al di fuori del modello presidenziale, si cade automaticamente, in un modo o nell’altro, per lasciare il potere nelle mani dei partiti e dei partitini con i loro inciuci! Aggiungo che un premio di maggioranza di 18 punti è un vero scandalo.
0 likes
lorella pozzi says:
Feb 3, 2014
Mi piace il commento di Vittorio, assai sintetico ma realistico al massimo, rispecchia esattamente il quadro politico italiano di oggi ma anche di ieri, l’altro ieri..
Se il Parlamento riuscisse nei prossimi giorni ad approvare l’Italicum con qualche miglioria forse il Paese farebbe un passo in avanti.
Condivido invece il pensiero di Spartaco sul modello presidenziale ma temo che noi non avremo la possibilità di assistere ad un cambiamento in quella direzione. Comunque, mai dire mai..
David, sono assolutamente allineata con te quando dici che “non invochi il ritorno” al sistema delle preferenze; sarebbe un grosso passo indietro per tutti noi con il rischio di un sistema clientelare feroce in agguato. Credo che a quel punto chiederei “ospitalità” fuori dai confini italiani!
0 likes