Da umile cittadino qualunque, adirato come tanti per gli alti costi  della politica, vorrei rivolgere un invito ai Sindaci d’Italia. Quasi tutti i giorni leggiamo le loro lamentele / minacce  contro il Governo per “i nuovi tagli” ai  loro fondi. A mio parere, Governo e Parlamento dovrebbero rispondere con un’azione drastica: tagliare il numero dei Comuni! In Italia ce ne  sono circa 8.500  di cui molti con qualche migliaia (a volte centinaia) di residenti.

L’Italia dei Comuni ha avuto la sua  gloriosa storia nel Medioevo. Dopo l’Unità d’Italia, tanti Comuni potevano forse essere giustificati dalla necessità di essere vicini ai cittadini quando, per gli spostamenti, i signori andavano a cavallo e gli altri in bicicletta, quando se la potevano permettere, se no col carretto o con le scarpe rotte. Ma oggi, con la  mobilità enormemente facilitata e con internet che ci porta in casa gli uffici comunali e tra poco anche la cabina elettorale, che senso ha mantenere un numero così elevato di Comuni se non, nel comune sentire,  per assicurare poltrone ad una classe politica sempre più affollata, con la correlata burocrazia che spesso più che facilitare complica la vita dei cittadini?

Invito, pertanto, i signori Sindaci a fare un esame di coscienza collettivo, in un momento così critico per l’Italia, abbandonando la solita retorica sentimentale sulle identità / tradizioni locali  e proponendo invece loro stessi il taglio di qualche migliaio di Comuni e la riorganizzazione dei servizi locali in chiave consortile, così da poter risanare con i risparmi le finanze di quelli superstiti. Qualcuno d’altronde è riuscito a farlo: la Svezia, nella grande crisi degli anni Novanta, in un sol colpo, tagliò il 50% dei Comuni senza fare barricate. Riusciranno mai “i nostri eroi” a volgere lo sguardo in avanti e ridurre sciarpe azzurre, gonfaloni e fanfare? Si meriterebbero la riconoscenza degli italiani ed un posto nella storia della Repubblica.

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