Purtroppo non sempre il fondo del barile indica il limite al peggio. Così leggendo le pagine dei giornali si ha la sensazione che le sventure del nostro Paese non conoscano fine. Stavo scrivendo questo breve articolo in seguito ai drammatici fatti di corruzione internazionale di Finmeccanica che già i media hanno raccontato nuove vicende . Stavolta tocca alla sanità lombarda. Diversi arresti e perquisizione da parte della DIA di Milano all’interno dell’indagine su episodi di corruzione legati ad appalti per le forniture di molti ospedali lombardi. Tutto questo si aggiunge ad una sconsolante lista di vicende tra cui quella del Monte dei Paschi di Siena e degli illeciti di consiglieri regionali, tesorieri di partito e simili. L’Italia è ogni giorno di più mortificata nella sua dignità, danneggiata nella sua immagine, marchiata con stereotipi negativicosì forti da far dimenticare il vero volto del Paese. Inutile dire che siamo travolti da fatti di corruzione e scandali con una tale frequenza che quasi sembra tutto una normale routine. Le bustarelle tra politici, big manager e finanzieri sono un appuntamento quasi quotidiano, al quale, per assuefazione o forse rassegnazione, reagiamo ormai giusto il tempo della lettura del giornale.
La corruzione italiana è un male latente che, oltre a succhiare alle casse pubbliche almeno 60 miliardi di euro ogni anno, produce un danno incalcolabile per la maggioranza di italiani che con fatica produce, lavora, si impegna per portare nel mondo i nostri tesori che sono la cultura, l’arte, il food, la moda, il design e la creatività. Davanti a tutto questo occorre reagire, indubbiamente attraverso una giustizia severa, che non risparmi e giustifichi nessuno, ma credo anche con una vera “rivoluzione etica”. Si deve impedire assolutamente che persone condannate possano andare a ricoprire ruoli nella pubblica amministrazione e nelle istituzioni. Si devono diffondere comportamenti virtuosi rivolti all’onestà e correttezza, si devono abbandonare gli alibi “del tanto lo fanno tutti” o “solo per questa volta”. Soprattutto deve cessare il sacrifico dell’interesse comune per quello personale: l’individualismo, peggio ancora, l’egoismo, in particolare di chi ha ruoli e cariche pubbliche, deve essere condannato socialmente, in ogni sua forma.
Diversamente dal mio solito non so indicare proposte “definite”; su questo terreno possono valere solo buoni esempi, diffusione dei valori, una ritrovata passione per il nostro Paese. Forse da queste radici può ricominciare la fine della crisi.
6 comments
Gianguido Corniani says:
Mar 22, 2013
Caro Massimiliano condivido ogni singola sillaba del tuo articolo, e non e’ vero che tu non abbia indicato proposte “definite” la sola ed unica via d’uscita e’ il ritrovamento dell’ ETICA la quale, ahime’, nel nostro paese non esiste a nessun livello sociale!
Bell’articolo!
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david p says:
Mar 23, 2013
@Max, esprimi bene e con passione due sentimenti che sono comuni alla parte sana e vitale del nostro Paese: il disgusto e la speranza. Speranza di una rivoluzione difficile, che deve travolgere ahimè una mentalità diffusa come un tumore maligno: e cioè che i disonesti, gli evasori, i corrotti sino i ‘furbi’ i gli altri dei poveri fessi.
Ma io non credo che sia impossibile, le ‘culture’ possono anche cambiare se veramente lo vogliamo, il nostro Paese ha l’energia per farlo, dipende da tutti noi e da ciascuno di noi.
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gino berto says:
Mar 24, 2013
Ci meravigliamo dei levantini, che ammettono la turlupinatura altrui come normalità. E noi?! Abbiamo imparato a rubare e corrompere così bene che potremmo pubblicare un vademecum per altri, sicuri di meravigliarli per ingegno, sfrontatezza, arroganza, villanaggine e quant’altro!! Ma il pesce puzza sempre dalla testa, e da noi molte sono le teste che emanano un odore da lordura di fossi. E così pian piano un pò tutti quelli che possono hanno imparato ad arraffare: certo che per arrivare a 60 miliardi bisogna essere davvero in tanti! E così si timbra e poi si va a spasso, si utilizza la carta comunale per fare il pieno alla propria auto e a quella della moglie, si guida con la pensione da cieco totale, si compra nutella e pastiglie del re sole con i rimborsi regionali,…. Perchè succede questo con tutta normalità? Quel miserabile malandrino, che con la carta del Comune faceva il pieno di carburante per sè e per i propri familiari…..potrebbe essere anche licenziato!! Quel figlio di papà, che oltre allo stipendio regionale si faceva dare la paghetta, vive sereno in padania… Ed allora, in attesa che si diffondano comportamenti virtuosi rivolti all’onesta e alla correttezza, si potrebbe intanto incentivarli con una legge semplice semplice che punisca davvero chi sgarra, a cominciare dalle teste che puzzano?
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maxfal says:
Mar 25, 2013
gino berto hai ragione,occorrerebbe davvero un sistema che non faccia differenze, che non faccia vedere, come al solito,una legge per i potenti ed una per tutti gli altri. Trovo particolarmente scandaloso ed irritante che nel nostro paese ci si scandalizzi e ci si ponga il problema rispetto ad una condotta solo nel momento in cui questa esplode agli occhi pubblici. non si previene, non si contrasta ma si cerca di cerca di porvi rimedio in maniera straordinaria. Se si colpisse con estrema durezza i responsabili e si creassero dei sistemi di controlli veramente efficaci, qualcosa più si potrebbe ottenere.
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fabrizio sacchi says:
Mar 25, 2013
Che l’etica debba essere a fondamento dell’agire umano non ci sono dubbi però già Machiavelli scriveva che: “…delli uomini si può dire questo generalmente: che sieno ingrati, volubili, simulatori e dissimulatori, fuggitori de’ pericoli, cupidi di guadagno”.
Ora devo dire che tanto credo che sia un problema di etica quanto poco confido che sia proprio questa a darci la soluzione del problema.
Io penso che come per la tripartizione dei poteri costituzionali si debba procedere alla suddivisione delle competenze affinché non si verifichi quell’intreccio tra potere d’indirizzo, potere di gestione e potere di controllo che è causa, a mio avviso, di tanti mali.
Funzione propria della politica è delineare gli indirizzi strategici nell’evoluzione di una società (e, quindi, dei relativi comparti economici, sociali, culturali, etc.) non già di gestire; la politica può riservarsi dei poteri di controllo relativi alla funzione di gestione ma non deve confondersi con essa. In buona sostanza abbiamo bisogno di persone competenti che gestiscano l’attuazione di quell’indirizzo strategico individuato dalla politica. I controlli saranno a più livelli: da quello politico, a quello di gestione tipico dei sindacati di società o enti (quindi meramente tecnico) a quello dei cittadini; quest’ultima considerazione chiama in causa uno dei fattori principali dell’evoluzione etica, che potremmo definire il facilitatore dell’etica, ovvero la trasparenza che trova nel web il suo strumento elettivo.
Vi faccio un esempio altrimenti sembrano parole vane: già il mio prof. di diritto bancario all’Università si chiedeva se Roberto Mazzotta avesse i requisiti di professionalità richiesti da una delibera del CICR per presiedere la CARIPLO; più recentemente abbiamo sentito di fiorai e barellieri d’ospedale nel consiglio d’amministrazione dell’MPS; ora la funzione politica dovrebbe fermarsi all’individuazione delle politiche generali del credito e del risparmio non entrare nei consigli d’amministrazione!
Un atto dovuto sia in tema di etica che di regole dovrebbe essere la legge sul conflitto d’interesse che oggi, in Italia, riguarda la stragrande maggioranza delle società pubbliche e private!
Insomma ci vogliono regole scritte e controlli efficaci per far funzionare una società e, soprattutto, il Parlamento non deve dire che Belen è mia nipote!
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david p says:
Mar 27, 2013
@Fabrizio, davvero un bell’intervento a tutto campo che mi stimola una riflessione. Rispetto alla affermazione del Macchiavelli, mi sento un po’ più ottimista. Accanto a persone che rientrano perfettamente nel quadro macchiavellico, credo ne esistano anche tante che sono (almeno prevalentemente) portatori di energie e valori positivi. E’ da queste che spero possa partire il riscatto, a tutti i livelli: dalla famiglia, alla scuola, alle imprese, alla politica. In sintesi, penso che entrambi gli aspetti siano indispensabili: non bastano le regole senza etica, non basta l’etica senza regole.
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