Allarme rosso. C’è un intero comparto che ogni giorno fa i conti con una gravissima crisi, tanto sottovalutata quanto importante per la vita di tutti noi: l’industria culturale. I motivi della crisi? In questo articolo ne vogliamo affrontare uno in particolare che ci sta molto a cuore: l’industria culturale risulta essere una delle più colpite dal mercato del “falso” (dati ufficiali Censis per conto del Ministero dello Sviluppo Economico).
I consumatori del falso sono in fortissima espansione nel web e rischiano di uccidere sul nascere il promettente mercato dei “contenuti digitali” sul quale oramai è proiettato il business: dalla musica, ai film, agli e-book, ai videogiochi, alla TV. Ogni giorno film, libri, musica, giornali, videogiochi e quant’altro vengono saccheggiati sulle reti digitali senza scatenare il benché minimo interesse dei media e delle istituzioni. Del resto il “prelievo gratuito” viene servito su un piatto d’argento all’utente che non si rende neanche conto (forse!!) che nel momento in cui scarica il contenuto di suo interesse, sta rubando un’opera d’ingegno. Quanti entrerebbero in un negozio di musica e si metterebbero in tasca un CD senza pagarlo? E allora perché poi in rete lo fanno senza scrupolo? Queste persone non rischiano nulla perché nessuno li vede. Da questo punto di vista, la situazione è davvero paradossale: non si riesce nemmeno a porre un argine ai primi dieci siti illegali (per numeri di accesso), piattaforme che da sole coprono il 90% circa del problema “pirateria” su internet.
I numeri parlano chiaro: sul fronte dei film l’allarme arriva dai dati dell’ultima ricerca IPSOS secondo cui l’incidenza della pirateria in Italia è del 37%, con danni all’intero comparto audiovisivo stimati intorno ai 500 milioni di euro l’anno. Per quanto riguarda il mercato musicale, secondo uno studio elaborato da Tera Consultants, l’impatto della pirateria nel settore discografico è pari a 300 milioni di euro di mancato fatturato generati per il 90% dalle varie forme di scaricamento illegale su internet. Anche sul fronte del nascente mercato degli e-book, si osserva come la messa a disposizione in “formato pirata” di un libro avvenga pochissimi giorni dopo la pubblicazione del contenuto legale.
Conclusione. Queste piccole e rapaci azioni di “sottrazione” dell’opera d’ingegno in maniera illecita – è ben evidente – si traducono in un depauperamento della filiera, con un numero considerevole di aziende che per sopravvivere sono costrette a ridurre i posti di lavoro. In attesa di cambiamenti significativi delle politiche pubbliche, possiamo soltanto provare a sensibilizzare il senso civico delle persone. Acquistare in rete musica, e-book o film, invece che “rubarli”, permetterebbe uno sviluppo serio, longevo, creativo del mercato digitale. Alla cultura non servono proclami, ma piccoli gesti concreti, a cominciare da ciascuno di noi.
5 comments
maxfal says:
Feb 13, 2013
Complimenti Monica, bellissimo articolo che pone in evidenza un aspetto sul quale nessuno si sofferma con la dovuta attenzione, forse ritenendo questi atteggiamenti “normali e di nessuna gravità”. Il problema esiste, è nocivo per l’economia e va risolto sia con interventi dall’alto ma anche con un piccolo ma diffuso contributo quotidiano di tutti; anche il semplice smettere di scaricare un brano musicale da qualche sito pirata può essere un buon inizio.
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david pierantozzi says:
Feb 13, 2013
Un ringraziamento veramente sentito a Monica, amica del Lab fin dalla prima ora, per averci offerto la sua preziosissima testimonianza diretta circa la situazione di un settore veramente alle corde.
Anch’io, come Maxfal, sono stato molto colpito dall’appello accorato di Monica alla responsabilità individuale, una dimensione forse troppo spesso dimenticata in favore di una attesa quasi salvifica del ruolo dello Stato e delle istituzioni. Che, beninteso, deve giocare la sua parte su un tema del genere e non può continuare a rifuggire dalle proprie responsabilità. Ma non può rappresentare l’unica speranza di risolvere un problema così capillare e pervasivo.
Vorrei soltanto ricordare che qui, accanto ad artisti affermati, si giocano il futuro tanti giovani talenti che hanno diritto ad avere una chance di poter trasformare una passione in una professione come tutte le altre.
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Michele D' Apolito says:
Feb 14, 2013
Mi accodo al sincero ringraziamento a Monica, sottolineando il suo invito ad un’etica nel comportamento privato.
Sembrerebbe una battaglia impari, ma diffondere più spesso messaggi come questo, oltre alle necessarie sanzioni, è sempre utile oltre che doveroso.
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luca p says:
Feb 14, 2013
Mi ha colpito molto un dato: dieci siti illegali sono responsabili del 90% della pirateria (se ho ben capito). E nessuno fa niente?? Scusate, mi sembra una follia. E siccome a pensare male si fa peccato, ma di solito ci si azzecca, mi viene da pensare che ci sia qualcosa di più torbido dietro alla semplice incuria delle istituzioni. Mi piacerebbe sapere da Monica se sono semplicemente “malpensante” o se i miei sospetti hanno qualche fondamento…
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gino berto says:
Feb 16, 2013
Lo pirateria da internet, alla faccia dell’Autore, è ormai un arrembaggio alla grande. E’ un triste rovescio della medaglia della modernità elettronica, un prezzo altissimo che alla fine pagheremo tutti, perchè freno alla genialità facilmente scopiazzabile. Credo che sia davvero difficile arginare questo malcostume per via tecnica o legale. Si possono chiudere alcuni siti: una manna per quelli che stanno aspettando di rimpazzarli. Un pò come la mafia: per quanti ne arresti altrettanti sono pronti a sostituirli. Un argine forte potrebbe essere un altrettanto forte cambiamento culturale: la creatività, la genialità che alcuni Autori di cultura offrono, va amata e mantenuta e supportata riconoscendone il valore enorme, talvolta senza prezzo. Speriamo che ci sia una ribellione crescente delle tastiere.
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