“Quasi quasi sposto anch’io l’azienda in Carinzia!” così poche sere fa un amico imprenditore, tra un sorriso e un po’ di rassegnazione, ha chiuso il suo discorso chiacchierando sulle condizioni dell’ economia italiana. L’ennesimo senso di scoramento è arrivato dopo aver letto di alcuni imprenditori veneti motivati a delocalizzare l’attività in Austria, un Paese dell’UE (non si parla di Cina, Brasile o Russia!) nel quale fare impresa è facile e conveniente. Lì non esiste l’irap, c’è una tassazione unica del 25 % , ed è garantita (udite udite) l’intera detraibilità delle spese di ricerca e sviluppo. Tutto questo mentre in Italia, in piena campagna elettorale, tra promesse e miraggi fiscali, si soffoca per un total tax rate del 68%. E’ il nostro paradosso: sembra quasi che in Italia si faccia di tutto per allontanare gli investimenti, deprimere la crescita optando sempre per la strada più gravosa.
Nel nostro Paese è fiorita una inventiva fiscale senza pari, si sono cioè costruite tasse sulle più disparate categorie. Ci sono esempi di fervida immaginazione nel creare imposte di bollo su ogni cosa, tasse doppione, tasse sull’ombra (proprio così!), tasse sui certificati, tributi sul televisore, plurime tasse sull’auto, ecotasse, tasse sulle gru, tasse per registrare il brevetto, per mantenerlo e per usarlo. C’è il rischio di incappare anche nelle tasse sulle tasse. Per salvare la nostra economia serve una terapia d’urto. Serve il coraggio di stravolgere il fisco trasformandolo da strumento per fare cassa a leva di investimenti. Come? Proviamo a immaginare almeno tre provvedimenti emblematici:
- introdurre un credito di imposta del 70% sugli investimenti in ricerca ed innovazione per tutte le imprese
- escludere, per 5 anni, dall’imposizione del reddito di impresa il 50% degli investimenti realizzati
- creare delle aree produttive con fiscalità azzerata per chi viene ad investire nei prossimi dieci anni
Sono soltanto degli esempi. Di fatto l’obiettivo è rinunciare a riscuotere, per un certo periodo, imposte sui nuovi investimenti.
Un fisco intelligente è una leva fondamentale per tornare a crescere; e per evitare che i nostri imprenditori acquistino quel biglietto di sola andata per la Carinzia.
1 comment
david p says:
Feb 16, 2013
Massimiliano ha offerto alcuni esempi concreti di quanto auspicavo nel mio ultimo editoriale : mettere l’Impresa al centro di un programma di governo che abbia come faro la ripresa della nostra economia. Dobbiamo constatare, con una punta di amarezza, che noi di Labeconomy siamo tra i pochissimi a continuare a riproporre una riflessione su questi temi, mentre le forze politiche di ogni colore inseguono i loro sterili slogan elettorali. Un esempio? Da settimane la discussione politica e’ inchiodata sull’ IMU, ma di programmi seri per le imprese, unico vero motore di crescita, nemmeno l’ombra.
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