L’Europa ci condanna per il sovraffollamento delle carceri: la corte Europea dei diritti dell’uomo ha usato termini duri per indicare una situazione disumana ed incivile alla quale il nostro Paese deve porre velocemente rimedio. Nelle nostre strutture detentive, in grado di tenere 47 mila persone, ne vengono in realtà concentrate oltre 65 mila. Nel leggere i tanti articoli comparsi in questi giorni, si rincorrono le solite proposte di indulti, amnistie o reinterpretazione della materia della carcerazione preventiva. Sempre e solo soluzioni di carattere straordinario, dettate da una situazione intollerabile per un Paese civile.
Ho sentito pochi, però, fare riferimento alla possibilità di creare nuovi spazi per i detenuti. In Italia esistono quasi un centinaio di strutture penitenziarie abbandonate. Altrettanti i complessi, come le caserme in disuso, che potrebbero essere adattate ad istituti di custodia. Questa potrebbe essere l’occasione di recuperarle e ristrutturale, di creare una più adeguata distinzione fra le strutture ad alta sicurezza da quelle per i soggetti in attesa di giudizio. Una strada che credo possa essere letta anche con una finalità di rilancio economico per le costruzioni e le manutenzioni. Non da ultimo pensiamo alla possibilità di reimpiegare efficacemente personale pubblico e perché no anche l’esercito per la sorveglianza!
9 comments
enrico says:
Gen 9, 2013
La verità è che in Italia abbiamo tanti piccoli istituti carcerari con poca capienza, ma alti costi. Rispetto ai primi del novecento abbiamo chiuso centinaia di carceri, ma nel contempo abbiamo quasi raddoppiato la popolazione residente. Siccome la propensione a delinquere non è affatto diminuita ci troviamo nella situazione in cui ogni 3-5 anni siamo costretti a svuotare le carceri con indulti e/o amnistie. Bisognerebbe invece investire creando nuove e capienti carceri come già da tempo hanno fatto i paesi come la Germania ove ci sono istituti di pena in grado di accogliere fino a 6.000 detenuti (in Italia teniamo aperte carceri con 60 detenuti!).
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gino berto says:
Gen 9, 2013
OK su tutto, anche se vedere le carceri come un’opportunità di rilancio economico non è proprio il massimo. Ma la domanda è: perchè ci sono tanti immigrati nelle nostre piccole carceri? Forse dovrebbero scontare il loro debito nelle loro patrie galere. L’altra domanda è: perchè ci sono tanti ladri di galline nelle nostre piccole carceri? mentre i veri ladri, delinquenti, stupratori, evasori, approfittatori del loro potere, ahimè spesso pubblico, se la ridono ben difesi e protetti da illustri legulei? E se le leggi correnti possono far correre ai potenti qualche rischio, ecco fatto il dolo ad hoc. Il carcere dovrebbe fare un salto di qualità…sì, ma dei carcerati!!
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giovanni bassi says:
Gen 10, 2013
Beh, il problema è più complicato come ha ben scritto Massimiliano. Risolverlo facendo scontare agli immigrati la pena nello “loro galere” non mi pare sia la soluzione. Semmai bisognerebbe incominciare a rivedere il nostro ordinamento in modo che per reati non così gravi si prevedano pene alternative e socialmente utili. Un fatto è certo e lo ha ribadito non soltanto l’Europa, ma il nostro presidente della Repubblica e il ministro Severino: lo stato di detenzione nelle nostre carceri è, in molti casi, assolutamente incivile. Mettere 20 detenuti in una stanza di pochi metri non è soltanto disumano, ma non corrisponde al principio fondamentale del nostro ordinamento: le pene hanno non soltanto un giusto spirito punitivo, ma dovrebbero – il condizionale è doveroso – avere un fine di redenzione, cioè far capire a chi ha sbagliato che la strada della vita è un’altra! E certamente una ammucchiata di uomini o donne in pochi metri non lo favorisce. Il problema, ripeto ha ragione Massimiliano, è più complesso: riguarda gli sprechi, il personale, le leggi, i tempi della giustizia e altro ancora. Certo è che così non solo non funziona, ma ci sentiremo continuamente ammonire dall’Europa, così come fu per la spazzatura, ricordate? Ma un grande paese come l’Italia deve continuamente essere richiamata sui principi fondamentali che regolano la nostra vita?
E’ avvilente!
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aureliano says:
Gen 10, 2013
Sul punto dei detenuti extracomunitari, concordo con Gino. Abito non lontano dal famoso carcere di Opera (Milano Sud): qui la percentuale di detenuti non italiani raggiunge il 60% del totale. La media nazionale mi pare sia poco inferiore al 40%. Stiamo parlando di cittadini stranieri che vengono in Italia, delinquono, e poi dobbiamo pure mantenere a spese della nostra comunità! Sarebbe più che giusto fare accordi con i Paesi di provenienza. Non dico che sia LA soluzione, ma certamente è un nodo da affrontare.
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gino berto says:
Gen 10, 2013
Massimiliano ha ben scritto e le prime parole del mio commento sono di assenso su tutto. Bene.
Poi cosa si può fare per migliorare una situazione così grave e incivile? Da qualche parte bisognerà pur cominciare! Si potrebbe “incominciare a rivedere il nostro ordinamento”.
Perchè no? Ma nel frattempo, che potrebbe essere un bel frattempo, teniamo e manteniamo circa 25.000 extracomunitari assieme ai 45.000 italiani. Chissà come potrebbe essere la situazione delle nostre carceri se ognuno scontasse il proprio debito nel proprio paese.
Forse Massimiliano non avrebbe neanche scritto l’articolo!
E così i posti liberi portrebbero essere occupati da altri gaudenti figuri nostrani…ma sulla loro identità lascio libera l’immaginazione di ciascuno.
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maxfal says:
Gen 10, 2013
Il tema ho visto che ha scaldato gli animi perché ha puntato i riflettori su un’altra (l’ennesima) stortura del nostro paese. La questione delle carceri ci riassume le incongruenze dell’annoso problema della giustizia, lenta, cavillosa e troppo spesso “incerta” ma anche degli sprechi, della mala gestio delle risorse e dei patrimoni pubblici. Comprendo e condivido le osservazioni di Gino Berto ed Aureliano sulla tipologia di reati e soprattutto sul fatto che sempre più spesso gli autori siano extracomunitari. L’Italia è oggi per tante popolazioni una meta, un’occasione , un punto di salvezza , il trampolino per saltare , a volte per scappare da condizioni tragiche. La riflessione è complessa e richiederebbe approfonditi ragionamenti sulla cosiddetta “governance dei fenomeni immigratori” che potrebbero trovare una prima risposta nella richiesta all’Europa di una rivisitazione degli accordi di Shengen per gestire diversamente gli accessi alle frontiere. Per risolvere i problemi contingenti, quindi quelli dell’esplosione delle nostre prigioni, non penso che si possa trovare soluzione più adeguata di ridefinire il piano carceri italiano: come ha detto Enrico servono strutture idonee e capienti . Nel mio articolo mi soffermavo sul valore dell’intervento quale importante, seppur piccolo, contributo di un piano generale di rilancio economico. I vantaggi deriverebbero dal dare un po’ di lavoro ad aziende di costruzioni oggi senza commesse; dal costringere i Comuni, le Province e lo Stato a recuperare immobili in disuso ed abbandonati; a riorientare/spostare personale pubblico verso funzioni e ruoli urgenti. Dobbiamo lavorare per cambiare e migliorare: come ha detto Giovanni è avvilente essere richiamati dall’Europa sui principi fondamentali!
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melchisedec says:
Gen 11, 2013
Che la situazione delle carceri italiane sia ormai insostenibile e indegna di un paese civile, credo lo possa sostenere anche mio nipote che fa la 4a elementare. Non serve che si smuovano “l’Europa” o il nostro beneamato Presidente. Quest’ultimo, vorrei far notare, è entrato in parlamento nel 1953 e ne è uscito solo per andare al Quirirnale(tradotto: è lì da 60 anni!). Del problema delle carceri se ne parla da qualche decennio… dov’era il beneamato quando poteva, che so, presentare qualche proposta? Prima di bacchettare dovrebbe chiedersi: potevo fare qualcosa da parlamentare o da ministro?
Venendo all’articolo concordo con Massimiliano sul concetto dell’opportunità di sviluppo. Costruire nuove carceri o riqualificare edifici dismessi potrebbe ridare un po’ di fiato al comparto edilizia che da un paio d’anni almeno sta letteralmente agonizzando; a patto che le imprese vengano pagate in tempi ragionevoli!
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spartaco says:
Gen 12, 2013
Ad ogni amnistia/indulto si dice: “subito dopo partirà un piano di edilizia carceraria”. E poi non si fa niente. E’ una delle pagine più vergognose della storia italiana.
Dico chiaro e tondo quello che penso: BASTA con amnistie e compagnia bella. E’ lo stesso concetto del condono fiscale, si finisce soltanto per umiliare lo Stato di diritto e qualsiasi senso della legalità.
E si facciano finalmente queste benedette carceri, non tanto per questioni di sviluppo economico ma per non essere retrocessi definitivamente a Paese INcivile!
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emanuele fazzi says:
Gen 14, 2013
Condivido pienamente il tuo pensiero e aggiungerei che si potrebbero utilizzare i detenuti per svolgere lavori che i nostri italiani non vogliono più intraprendere oppure utilizzare i detenuti stessi per la ristrutturazione edilizia dei locali che poi li ospiteranno.
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