Secondo lascia o raddoppia.Il contesto è meno istituzionale: via i leggii, solo sgabelli. Il moderatore è donna così si pareggia. Il pubblico fa le domande, i candidati rispondono.

Novanta minuti di dibattito senza intervallo che trasudano i temi caldi della politica americana: lavoro, tasse, debito, donne, immigrazione, educazione scolastica, fino a giungere con i minuti di recupero al gran finale con il tema del matrimonio, della famiglia, dell’autocritica e del credo.

Il ping-pong è lo stesso dello scorso dibattito con qualche novità nella politica estera, ma senza sorprese. Si parla di Cina, Medio Oriente, Canada e Siria. Non si parla però di Europa né di Euro, ma di Germania e di Renminbi.

Emergono le debolezze del Presidente che non può vantare di avere la bacchetta magica e che deve quindi incassare qualche colpo. Realista, non promette la luna, ma una lenta guarigione. Chiari i vantaggi del contendente. Può vantare buoni risultati da Governatore, sorride, non ha paura, e può quindi liberamente abbozzare un nuovo sogno americano.

C’è un po’ di tensione fra i contendenti. Romney cerca di avere sempre l’ultima parola, giusto per ripetere che l’avversario ha sbagliato. Come un leone, il Governatore cerca di dominare il palcoscenico. Il Presidente interviene difendendo il suo spazio con autorevolezza, ma perde un po’ la pazienza quando il Governatore con fare spocchioso chiede di mettere a verbale le dichiarazioni del Presidente, sottintendendo una falsa dichiarazione. Il moderatore smentisce, applauso del pubblico, autogoal.

Per un attimo, sembra un déjà vu. Da una parte l’Affermato Imprenditore che sorride e sornione ti promette che cambierà tutto e che è l’ora di finire con le leggi e i balzelli. Dall’altra il Professore, un pochino accademico, che ti spiega che la situazione di partenza era difficile, che è stato fatto un gran lavoro, e che la seconda iniezione rimetterà in piedi il paziente.

Indipendentemente da chi sarà il vincitore, esso fronteggerà i medesimi problemi: un debito da pesi mediomassimi, gli incentivi fiscali che scadono, la pressione fiscale difficilmente domabile; sullo sfondo: il confronto con la crescita mondiale, lo spettro della recessione, e nel più lungo periodo il rischio dell’inflazione e dei tassi d’interesse. Sogno o realtà, i problemi restano. La politica si può cambiare in una notte, l’economia no.

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