Notizia del giorno: l’ iva aumenterà di un ulteriore punto. Il potere d’acquisto degli italiani diminuirà ancora, solo parzialmente compensato dalla riduzione delle aliquote irpef. Le tasse aumentano senza sosta, c’è chi calcola che tutto compreso siamo ormai ben oltre il 60% del reddito.
Sui banchi dell’Università ci insegnavano che esistono politiche economiche espansive e recessive. Le prime, capaci di trainare la crescita e lo sviluppo, consistono nella riduzione della pressione fiscale e nella immissione di nuova moneta. Le seconde, quelle recessive, nella “stretta monetaria” unitamente all’aumento delle imposte. Chi me lo insegnava, dalla cattedra dell’Università di via Sarfatti, era il Professor Mario Monti in persona. Amarcord delle belle teorie d’un tempo…
7 comments
wicks says:
Ott 10, 2012
allora non c’erano i vincoli BCE… non si può stampare moneta, niente aiuti di Stato alle imprese. ci sono le lobby, poca concorrenza. siamo imbrigliati, vie d’uscita?
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david p says:
Ott 11, 2012
Bella domanda, Wicks. Provo a sviluppare qualche idea. Allora, restando sul classico, le “politiche economiche”, cioè le “leve” per influenzare l’andamento dell’economia, sono sostanzialmente tre: quella monetaria, quella fiscale e quelle che chiamo le “regole di sistema”.
1) Politica monetaria. E’ vero quello che dici, ovvero che esistono i vincoli della BCE. Vincoli concettualmente sbagliati, frutto del terrore tedesco per l’inflazione, che hanno privato l’Europa di un’arma fondamentale per il rilancio dell’economia. Basti pensare agli USA, dove Bernanke continua a stampare dollari (in maniera fin troppo disinvolta) o alla Cina che giusto ieri ha disposto un massiccio intervento a favore delle banche nazionali. Però sono vincoli che possono e devono essere allentati o rimossi. Compito dei Governi degli Stati è allora quello di fare un intelligente pressing sulla Germania per ottenere questo risultato. Cosa che Monti in parte ha fatto, mettendo a segno (insieme ad altri) un importante goal: il meccanismo automatico di intervento della BCE per acquistare i titoli dei Paesi in difficoltà, che in fondo è una sorta di produzione di base monetaria.
2) Politica fiscale. Ad oggi è ancora nella mani degli Stati. Il singolo Paese può definire con una certa autonomia il livello di imposizione diretta e indiretta, come si vede in questi giorni dalla legge di stabilità. In Italia, questa leva viene utilizzata finora nella direzione dell’aumento della pressione tributaria e quindi in senso recessivo. Qui a mio avviso si dovrebbe avere più coraggio e fare un’azione mirata di “alleggerimento” sulle fasce più deboli, che si tradurrebbe in immediato beneficio sui consumi.
3)Regole di sistema. Il singolo Stato può fare tantissimo per agevolare le imprese, che sono il vero motore dell’economia. Riduzione della burocrazia, semplificazione, sostegno allo start up, sviluppo della concorrenza, liberalizzazioni, sistema giudiziario, sistema del credito… ecco soltanto alcuni dei fronti sui quali si può – e si deve – fare moltissimo nel nostro Paese.
Le vie d’uscita ci sono, ma siamo dentro a un labirinto e il filo d’Arianna è difficile da trovare.
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nicola L. says:
Ott 15, 2012
Mi collego al tuo punto 3 ed al Filo di Arianna, in quanto le azioni possibili sui primi due punti sono più note e parzialmente in corso.
Il punto criticissimo di migliorare la competitività del paese passa dal giogo di ridurre potere e profitti di molte categorie, in primis le tante corporazioni ed associazioni professionali, poi i burocrati ed infine la pletora di nicchie (come i tassisti, insignificanti per il sistema, significativi come esempio).
Ora fare ciò in democrazia è assai difficile in quanto bisogna scontentare molti e scontentare vuol dire penalizzare nel potere e nel portafoglio provocando una comprensibile protesta. Tale protesta però in questo paese sfocia in disordini e contrordine (cancellazione o annacquamento totale del provvedimento, vedi caso taxi).
L’unica soluzione è un personaggio forte stile Thatcher che possa sfondare le resistenze di un sistema sbagliato che si autoalimenta auto-lesionando il paese.
Dio ci scampi da tentazioni dittatoriali, vediamo come i paesi che ne sono afflitti peggiorano i problemi di corruzione e la competitività non migliora, ma una persona forte, in un contesto di controllo democratico ma con 5 anni per vedere i frutti della azioni, che possa ignorare e calpestare alcuni diritti acquisiti altrimenti intoccabili, potrebbe essere il filo di Arianna per proporre le riforme -molte delle quali conosciute ma non attuate- che nessuno è riuscito ad attuare.
Due chiose: Monti ha studiato al Leone XIII di Milano, Gesuiti, Draghi a Roma, pure gesuiti.
Draghi è riuscito a dribblare le resistenze tedesche di fronte al precipizio della caduta dell’Euro (azzeccato paragone Draghi-Pirlo su stampa internazionale). Senza precipizio i politici -di tutto il mondo- non si muovono, quelli italiani paiono non muoversi neanche davanti a quello, donde penso ci voglia una persona forte che sappia applicare con determinazione le riforme calpestando miriadi di privilegi e corporazioni.
Il problema che tale persona forte, prestigiosa e capace nel panorama attuale non c’è.
Senza una riforma profonda degli innumerevoli orticelli non usciamo dalle sabbie mobili, continueremo ad arrancare perdendo il nostro potenziale che è enorme. Lo dico perchè lavoro molto con l’estero e ne rimango sempre più deluso.
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gino berto says:
Ott 10, 2012
Eppoi si dice che Monti non è un politico! Che cosa può fargli cambiare idea e direzione se non una necessità politica? Sa bene le cose Lui! Ma agisce in funzione di una ragion di stato che va oltre la sua scienza. Per non parlare delle politiche europeee, che ben conosce in tutte le loro sofisticazioni.
Molte sono le “spinte” che Monti riceve all’interno e all’esterno. Da politico attento riesce ad assorbirle cercando di fare il meglio, talvolta alla faccia delle sue vere convinzioni!!
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david p says:
Ott 11, 2012
Ti rivelo un piccolo particolare che pochi conoscono caro Gino…. ho saputo che il “nostro” Professore ha compiuto gli studi superiori a Milano dai padri Gesuiti… evidentemente imparandone la celeberrima capacità di coniugare sacro e profano!
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paco70 says:
Ott 11, 2012
David, bellissima osservazione!!!
Amarcord…..ah ah ah
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aureliano67 says:
Ott 31, 2012
Suggerisco di riascontare “il conformista” di Gaber!
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