Le manovre degli ultimi mesi stanno rendendo lo Stato sempre più invasivo nella vita delle imprese e dei privati cittadini. La trasparenza richiesta alle imprese, senza distinzione di dimensioni, è sempre più totale: l’Agenzia delle Entrate chiede all’imprenditore di inviare in via telematica ogni genere di dati, prospetti e documenti (il famigerato spesometro è solo l’ultimo di una lunga serie); per non parlare dei conti correnti bancari sui quali la stessa Agenzia proclama di voler attuare un monitoraggio tanto serrato da far impallidire il Grande Fratello di orwelliana memoria.
E che dire del nuovo redditometro? Andrà a fare la radiografia dei nostri beni grandi, medi e piccoli, dalle case alle automobili, dai viaggi alle colf, passando per le scuole dei figli e l’abbonamento alla palestra. Un pressing senza precedenti, passando “da un estremo all’altro” in uno schema tipicamente italiano. Ai limiti della violazione di diritti fondamentali, tanto da far dire al garante della privacy, destatosi per l’occasione dal suo torpore, che la situazione configura “uno strappo allo Stato di diritto”. Detto questo, il pressing forsennato sarebbe anche condivisibile alla luce della spaventosa evasione fiscale che avvinghia questo Paese, se non fosse per un piccolo particolare….. la richiesta di trasparenza è totalmente e assolutamente….. a senso unico!
Imprese e cittadini sono vivisezionati, ma possono sapere poco o nulla circa le modalità di impiego delle risorse da parte delle pubbliche amministrazioni. La gran parte delle decisioni di spesa sono gelosamente nascoste nelle segrete stanze dei vari assessorati (a tutti i livelli) e contabilizzate in modo criptico e inaccessibile. Magari facendosi pure scudo tarmite la legge sulla privacy. Al contrario, informazioni quali budget e consuntivi, dettagli di spesa, nomi dei responsabili dei centri di costo, prezzi delle forniture, gare e consulenze in essere (tanto per dirne alcuni) dovrebbero essere disponibili in rete e facilmente reperibili per tutti. Perché no? In fondo non è proprio questo che lo Stato sta chiedendo alle imprese private e ai cittadini? E per lo Stato non deve valere?
L’Open Budget Index, lo studio dei bilanci curato dall’International Budget Partnership (link), analizzando l’accessibilità ad otto documenti fondamentali di budget, stila la classifica dei Paesi più o meno trasparenti: la survey del 2010 dice che l’Italia è in ventiquattresima posizione, dietro a Paesi avanzati come Regno unito, Francia, Norvegia, Svezia, Stati Uniti, Sud Africa e Nuova Zelanda (top six), ma anche…. udite udite dietro a India, Polonia, Ucraina, Repubblica Ceca, Russia, Mongolia, Romania, Paesi con tradizione democratica non proprio centenaria.
In conclusione amici la trasparenza non è una strada a senso unico. Lo Stato la potrà veramente pretendere ed ottenere trasparenza dalle imprese e dai cittadini il giorno in cui sarà anche in grado di offrirla. Se no non è democrazia, non è Stato di diritto, ma semplice esercizio di autorità fine a se stesso.
17 comments
Aureliano 67 says:
Mar 24, 2012
La richiesta di reciprocità sul tema della trasparenza è inderogabile e dobbiamo diventare inflessibili nel pretenderla. Senza se e senza ma. Detto questo, personalmente ritengo che non sia giusto il discorso “siccome lo Stato non è trasparente, allora non è legittimato a chiedere trasparenza ai cittadini”. Se no rischiamo di abbassare la guardia e giustificare tutto, come d’altronde è stato fatto per anni, perchè tanto “lo Stato spreca, lo Stato ruba, lo Stato…..” ecc.ecc. ma lo Stato chi è? Lo Stato siamo ancora noi! Lo Stato non sono gli altri. E allora non consentiamo che nessuno possa crearsi degli alibi. Avanti con la lotta all’evasione fiscale che è sacrosanta. E parallelamente moltiplichiamo gli sforzi per pretendere che lo Stato sia veramente una casa con le finestre pulite.
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david p says:
Mar 24, 2012
In tema di trasparenza, segnalo un articolo uscito in prima pagina sul Sole24Ore di giovedì 22 marzo dal titolo “Trasparenza, la medicina necessaria per i derivati”. La vicenda riferita da Buraschi e Zingales è a dir poco inquietante: viene rivelato che il Tesoro italiano ha dovuto recentemente pagare 2,6 miliardi di euro (sì avete capito bene miliardi!) a Morgan Stanley per terminare alcuni prodotti derivati di natura assicurativa contratti nel 1994. Pare di capire che si tratta dei famigerati swap sui tassi di interesse, cioè copertura dal rischio che i tassi di mercato possano salire. Peccato che, come osservano gli Autori, lo Stato italiano si fosse coperto contro l’aumento NON dei tassi italiani, ma del tasso di riferimento, cioè il tasso del BUND tedesco. Risultato: tassi italiani alle stelle senza protezione; tassi tedeschi finiti ai minimi storici. La costosissima copertura assicurativa non è servita a niente e i 2,6 miliardi sono andati in fumo. Cornuti e mazziati. Il direttore finanziario di un’impresa che facesse un’operazione del genere probabilmente sarebbe messo alla porta in malo modo (articolo 18 permettendo). Ci sono aziende private che hanno portato i libri in tribunale per cose come queste. E lo Stato? A malapena è trapelata la notizia! Ora mi chiedo con una certa inquietudine: quanti altri contratti del genere sono in essere? Quante mine vaganti abbiamo disseminato? Chi ha congegnato queste operazioni? Chi eventualmente risponderà ai cittadini? Ecco un terreno sul quale la trasparenza deve essere totale, da subito.
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spartaco says:
Mar 25, 2012
Diciamo anche una cosa buona dai: proprio in tema di trasparenza, ho letto con molto piacere la notizia della pubblicazione di questa “mappa” con le performance degli ospedali di Milano. Praticamente si vedono una serie di classifiche dei vari ospedali in base ad alcuni indici, tipo: “dopo quanto tempo si viene operati” oppore “quanti decessi durante l’intervento” ecc…. E’ la prima volta che viene fatto in Italia, di concerto tra Regione e Ministero della Salute. L’ho trovato molto giusto per il cittadino e stimolante per gli ospedali! Questa mi pare la giusta direzione, speriamo non sia un colpo “una tantum”.
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marzio lenzi says:
Mar 25, 2012
Caro David e Gentili Amici,
Il tema della trasparenza é, a mio modesto avviso, un falso problema o meglio un aspetto dei rapporti stato-cittadino che va visto in una luce differente. Il cittadino non deve essere trasparente, deve essere civile e basta; e lo deve essere solo in quanto vive in una società civile. Le trasparenze lasciamole alle entità eteree e ai fantasmi.
L’uomo non é trasparente nemmeno a se stesso, figurarsi se puó o deve esserlo nei confronti del suo club.
Invece lo stato DEVE essere trasparente perché con la sua trasparenza rende conto ai cittadini della sua stessa ragione di esistere, che senza i cittadini (ed i campagnoli) non si realizzerebbe.
D’altronde è un argomento sul quale si è già detto tutto ed il contrario di tutto, dibattuto da tremila anni, da prima di Platone, se sia più importante l’individuo o lo stato.
Il punto è intendersi sui significati, altrimenti è una falsa querelle, tipo se è nato prima l’uovo o la gallina.
Lo stato è un consorzio di individui che hanno deciso volontariamente di vivere in comunità per aiutarsi e vivere meglio (così credevano i fondatori), e questo da solo è necessario e sufficiente per dire che lo stato DEVE essere trasparente per i suoi soci.
Ma c’è un’altra ragione per la quale lo stato deve essere trasparente.
È vero che lo stato siamo noi, ma non siamo più noi a governarci, dopo le elezioni. E le tentazioni, a tutti i livelli di governo, sono troppo forti perché si possa rinunciare a quel controllo dell’operato che solo la trasparenza può garantire.
In definitiva, lo stato DEVE essere trasparente; il cittadino non deve esserlo, deve solo essere civile, in tutti i comportamenti che sono insiti nel termine. Lo stato poi dovrebbe limitare al minimo la propria presenza e invasività e solo dove ciò è indispensabile per la gestione comune.
Per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale, essa avrebbe ben maggiori successi non con lo stato di polizia, ma con una riduzione a livelli più ragionevoli delle aliquote, con un miglior rapporto tra imposte pagate e servizi offerti dallo stato e minori sprechi della cosa pubblica, che troppo spesso avvengono per la mancanza di trasparenza e di assunzione di responsabilità di funzionari irresponsabili.
Riguardo agli ospedali e alla medicina in generale, ricordo che è una prassi comune, per i medici, di pubblicare – in riviste specializzate – metanalisi dei risultati positivi e negativi delle procedure e terapie mediche e chirurgiche adottate, attuando con ciò – caso unico nelle professioni – una autodenuncia di quelli che possono essere considerati dei veri e propri insuccessi professionali, al fine di individuare e di diffondere la conoscenza dei possibili errori e degli effetti collaterali indesiderati, nella consapevolezza che la medicina non è una scienza esatta, come diceva anche il cardiochirurgo americano Denton Cooley.
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david p says:
Mar 27, 2012
Grazie per il commento estremamente stimolante Marzio, tale da indurci ad una profonda riflessione. Mi viene questo pensiero: in uno Stato che sia “il migliore dei mondi possibili”, come diceva Leibniz, certamente lo Stato è trasparente ed il cittadino (soltanto) civile. E’ in fondo anche la visione della Repubblica di Platone, dominata dal primato del Bene: i cittadini svolgono diligentemente il loro compito rispettando le regole poste da una classe di governanti-filosofi. Un mondo ideale, “platonico” appunto. Nel nostro mondo, purtroppo, non solo lo Stato è degenerato nella più profonda corruzione e sfrontatezza; ma, e mi rincresce profondamente dirlo, vedo anche ben poco senso civico da parte di molti cittadini. E’ un riflesso del malcostume messo in mostra da chi ci governa? E’ una cultura radicata e centenaria del “clan” in cui sono proliferate mafie di ogni tipo? E’ una modernissima attitudine alla speculazione che ha pervaso tante anime? Forse un po’ di tutto. Nel mentre che lo Stato fa pulizia al suo interno, non può non intervenire anche su tutto questo. A tutela proprio dei cittadini onesti e “civili” che grazie a Dio sono ancora tanti. Ed anche, a mio avviso, con qualche strumento di “monitoraggio eccezionale”, si spera temporaneo, certamente antipatico ma utile pur di ottenere il risultato.
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michele d'apolito says:
Mar 25, 2012
Il problema e’ chi controlla tutta questa mole di dati che vengono periodicamente indirizzati all’Agenzia Entrate.
Personalmente ritengo il redditometro, se ben calibrato, in ottimo strumento per far emergere la vera evasione.
Ritengo meno efficaci forme di trasparenza forzosa come gli elenchi clienti fornitori o l’attuale spesometro a cui sono sottoposte le imprese, che già sono sufficientemente monitorate e pesate in altre plurime modalità.
Su tutto, e’ davvero sacrosanta la pubblicazione di ogni capitolo di spesa ad ogni livello della macchina pubblica, sempre trincerata dietro tecnicismi incomprensibili ai più. Dovrebbe essere pubblicato un formato standard di comunicazione semplificata ai cittadini, adeguatamente sottoposto a controllo e responsabilità di terzi soggetti, con gli obiettivi posti e i risultati conseguiti, con la non ricandidabilita’ in caso di scostamenti oltre una certa soglia
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gino berto says:
Mar 26, 2012
Credo che un collegamento forte con la trasparenza sia quello del rigore morale, dell’onestà. Dagli Antichi ai Moderni in molti hanno filosofeggiato in merito, tutti concordi sull’importanza di questi valori. Ma con altalenanti, tendenti al basso-molto basso, risultati. Se veniamo ai nostri tempi e facciamo una pur rapida analisi dei comportamenti del potere, si capisce facilmente perchè ci troviamo in questa situazione. La sfrontatezza del potere è stata tale da passare da un sistema di corruzione più o meno nascosto, addirittura a leggi che favoriscono la più ampia discrezionalità e quindi l’opacità. Che trasparenza hanno favorito le leggi sul bilancio? Che trasparenza hanno favorito affermazioni che le tasse è giusto pagarle fino ad un certo limite? Forse anche questi aspetti hanno contribuito a spazzare via i politici e affermare i tecnici. Speriamo che dal loro pulpito si predichi bene e si agisca meglio.
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luca bacci says:
Mar 27, 2012
cari Amici del blog,
i vostri commenti sono per me davvero illuminanti: permettono di vedere il problema della trasparenza sotto una luce diversa. E’ vero, lo Stato è fatto da persone, quindi dovrebbe essere sufficiente comportarsi civilmente ed onestamente; sappiamo che anche nella pubblica amministrazione ci sono impiegati, managers e dirigenti molto validi e preparati. Ma ci sono zone oscure a tutti i livelli che permettono ad una persona mediocre o ad una valida, ma furba, di insinuarsi e fare le cose a proprio piacimento (corruzione, favoritismi, ecc). Ma come fare per evitare questo? Essi sono attratti dai soldi facili (vedi finanziamento ai partiti…). Basterebbero poche leggi, ma più chiare?
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taxfree says:
Mar 30, 2012
Cari amici,gentili colleghi,con piacere ed interesse ho letto i vostri appropriati,corretti e condivisi commenti.Ma questo è un argomento che mi rende nervoso.E quando sono nervoso,i miei pensieri e le mie parole sono spesso più graffianti, scomode e risolute delle filosofiche teorie di Socrate,Aristotele e Platone.Soprattutto oggi che è la fine del mese e lunedì vedremo la solita miriade di RiBa insolute.
Si parla di evasione,vero esiste e deve assolutamente essere fermata.
Si parla di corruzione e favoritismi,vanno repressi e puniti.
Ma a me nasce spontanea una domanda.Ma quando ci rendono tutti i soldi pubblici spariti negli ultimi 50 anni?.
Solo con questa “piccola” manovra risolverebbero quasi tutti i problemi del nostro bel paese.
Giusto punire il lattaio o il barista che non rilascia lo scontrino di un euro per un caffè,ma le montagne di soldi dissipate in opere pubbliche senza senso??;le sterminate proprietà immobiliari intestate a società o privati ed affittate ai partiti??; i conti nei forzieri dello YOR, le terre agricole vendute e miracolosamente trasformate in residenziale??Se l’Italia ha speso o perso dei soldi,vuol dire che qualcuno li ha guadagnati.
E vogliamo parlare dei “loro” stipendi??ma cosa mai potrà fare un comune mortale per guadagnare certe cifre??…..il mio pensiero va a Gustavo (Goose x gli amici),il barista sotto casa mia….ma quanti scontrini dovrà battere nei prossimi anni per ripianare il debito pubblico??
….ultima cosa….come si chiama il vicepresidente di Morgan Stanley?…hai ragione David come dici tu è a dir poco inquietante….
Buon fine settimana a tutti.
TF
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david p says:
Mar 30, 2012
Caro Taxfree, benvenuto nel Laboratorio! Ti ringrazio per aver voluto condividere con noi il tuo stato d’animo di imprenditore che lotta quotidianamente con il “coltello tra i denti” non solo per stare sul mercato ma per sviluppare la propria azienda nel mondo. Riportandoci, dopo la digressione filosofica, alla cruda realtà di uno Stato che ha messo in ginocchio un Paese tra corruzione e clientelismo di ogni tipo. In bocca al lupo per le Ri.ba di lunedì!
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alessandro m. says:
Apr 4, 2012
Ciao Taxfree…già il nick name mi è molto simpatico 🙂
Purtroppo qui, in questo nostro piccolo mondo italiano, dove gli imprenditori sono autentici eroi, è tutto il contrario di tax free: le tasse ora sono la regola, alla faccia delle enormi quantità di denaro pubblico sprecato. Il debito si è accumulato in 30 anni di favortismi e di cuccagna. Ma come da te giustamente fatto notare, solo alcuni ne hanno beneficiato: il conto però lo pagano tutti … o i soliti noti.
Alla fine rimarranno i politici e compagnia cantante, che di valore aggiunto a questo Paese non hanno portato un centesimo. Dove prenderanno i soldi? C’è poco da mungere ancora.
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Stradivari says:
Apr 4, 2012
Mi pare che la contrapposizione noi cittadini loro politici sia ormai un refrain retorico. Come dire “e’ tutto un magna magna”…il fatto e’ che la cultura e l’etica di un popolo si costruiscono dalle fondamenta e in Parlamento non arrivano dei marziani, ma soggetti che esprimono il sentire ed il modo di agire comune. Più aumenta il degrado morale e sociale e più sono diffusi gli scandali politici a cui si deve assistere. Tangentopoli e’ ieri, oggi e, se non si inverte la rotta da subito, anche domani. Sarebbe già un buon segnale se tutti i baristi ed i loro clienti sentissero come un fatto naturale e obbligatorio emettere e ricevere lo scontrino. Indipendentemente dal fatto che i politici possano essere ladri o santi e che il concorrente sia persona onesta o evasore incallito. Il guardare al vicino più scorretto, cinico e baro perpetua l’alibi dei tanti furbi che dichiarano redditi da 30.000 e girano in Porsche. Ricordiamoci bene che evasione e corruzione sono il cancro del nostro sistema. Credo che lo Stato debba fare la sua parte, soprattutto facendo capire che pagare le tasse serve a dare un terreno sociale più efficiente, servizi decorosi e infrastruttture al passo coi tempi. I buoni esempi concreti varrebbero molto di più di tanta propaganda. Ed e’ ora di alzare l’asticella dell’etica pubblica, guardando avanti e affrontando il futuro.
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taxfree says:
Apr 5, 2012
ma quale retorica e retorica,è un dato di fatto!!!Ci hanno sempre mangiato i soldi e continuano a farlo!!!E noi cadiamo nella rete come ingenue “trote” di ruscello….
ci siamo fatti intimorire dalle agenzie di rating,le stesse agenzie di rating che hanno valutato come AA (rating di tutto rispetto) alla Lehman, due giorni prima che dichiarasse banca rotta.Ma che affidabilità possono avere??
Lo spread è andato alle stelle,parla la Merkel ed il giorno dopo in Italia via “il Tremonti” e parte “il Monti” (in qsto caso però abbiamo risparmiato due monti,ci è andata bene).
Non hanno mai avuto e non hanno ancora adesso la capacità di gestire il paese e come sempre questa loro inettitudine ricade sui contribuenti ma mai sui loro stipendi. Ma come??? non sono capaci a fermare l’evasione (o forse non gli interessa) e noi veniamo “puniti” con un aumento abominevole delle tasse….. e chi le ha sempre pagate, adesso cosa deve fare??? deve sperare in una educazione fiscale dei cittadini??ma per carità!!! prima devono reprimere l’evasione ed hanno tutti i mezzi per farlo.Non serve fermare per strada i SUV o le Porche, basta consultare il PRA e fare un confronto con il reddito dichiarato del proprietario (ma si accorgerebbero di essere in esubero e rischierebbero il posto di lavoro).Poi devono tagliare i loro costi,stipendi,contributi ed agevolazioni. Devono rendere i soldi “spesi” per strutture inesistenti e finiti nelle casse di aziende che, a furia di spintarelle “cacio e pepe” ,sono diventate grandi , floride e che sicuramente non fanno più parte delle PMI.Ed alla fine,non fraintendetemi, devono giustamente far capire che è giusto e doveroso pagare le tasse.
Quando un malato è in fase terminale, PRIMA si cura con terapie d’urto il male primario,poi si fanno interventi per curare le malattie correlate ed infine gli si insegna a seguire una vita sana per non ammalarsi ancora. Qui funziona al contrario. Si prende il malato terminale lo si educa ad una vita sana ed a una dieta equilibrata, poi si curano le malattie secondarie ed alla fine se ancora vivo, tutto il resto.
Infine, mi ripeto ancora una volta,prima di aumentare le tasse ai contribuenti,che facciano il loro dovere,che trovino e puniscano gli evasori, che riducano i loro costi,che restituiscano i denari e poi con i nuovi numeri alla mano, faranno i conti per sapere a quanto deve ammontare la giusta pressione fiscale.
Adesso vado in reparto a controllare l’efficenza delle macchine……
Bye,bye and w8 4 U
TF
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Stradivari says:
Apr 5, 2012
Aggiungerei anche…che portino la pace nel mondo e sconfiggano le ingiustizie. Perdonami Taxfree, niente di personale, ma non si può lamentarsi dell’evasione e poi, quando si fanno dei controlli davvero seri e incisivi, dire che si poteva evitare di spettacolarizzare e stare in ufficio a vedere i dati del PRA. Caso strano, ma in questo periodo tutti i commercianti che vedo lo scontrino lo fanno, eccome.
Quindi qualcosa si muove, sarà poco, ma è comunque un passo avanti, più concreto e utile di tante imprecazioni al governo ladro. Poi è vero che non è possibile guardare solo all’aumento delle tasse per sistemare i buchi dello Stato, ma questo credo sia argomento di un altro articolo. Siamo forse andati fuori tema. Saluti
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taxfree says:
Apr 6, 2012
Punto uno:No, nessun fuori tema.
Si parla di trasparenza fiscale che deve essere biunivoca ma che in realtà non lo è. Prima di pretendere la trasparenza dagli Italiani che mostrino chiaramente ai contribuenti dove finiscono i loro soldi (sono anche i tuoi sai??).
Punto due: i controlli sono seri ed incisivi???….ma dove?? Che analizzino gli assetti socetari di molte grandi aziende italiane ed intervengano per far luce sulle società estere che detengono parte delle loro azioni.Che vadano nelle banche,assicurazioni ed ospedali…più facile, più comodo ma soprattutto più conveniente verificare gli scontrini (ripeto cosa che è giusta ma non primaria).
Punto tre: hai ragione!!! dovrebbero portare la pace nel mondo,visto che ci hanno “ciucciato” 694 milioni di euro in 3 mesi per la Libia ed altri 750 per l’Afghanistan….e io pago…
TF
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Stradivari says:
Apr 6, 2012
Premesso che apprezzo la tua vis polemico-dialettica che ha fatto animare il dibattito, mi sono forse espresso male: non volevo dire che i controlli sono seri ed incisivi, ma che si sta cercando di intraprendere quella strada. Anche a me piacerebbe avere conto di dove finiscono i soldi e so bene che sono anche i miei (senza tanto orgoglio, viste le statistiche constato che sono nella minoranza dei contribuenti più contribuenti…). Considera che non si sta bastonando solo gli esercizi commerciali, ma in questo periodo la GDF sta bussando alla porta di tante “cartiere” e scatole cinesi varie. Non fraintendere: non voglio fare il moralizzatore e non vedo con simpatia le tasse, ma credo che comunque dovrebbero servire a far funzionare meglio le cose. Se poi vogliamo avere la trasparenza, dobbiamo solo sperare nei sussulti di moralità della classe politica, ottenibili solo in periodi di forte turbamento dell’opinione pubblica (guardali tutti d’accordo oggi sulla nuova legge di finanziamento dei partiti…). E’ ovvio che, se non si porta a casa qualcosa anche da quel lato, è difficile cambiare davvero le cose. Vedendo però cosa è successo dopo Tangentopoli, resto molto scettico sulla realizzabilità di una corrispondenza biunivoca della trasparenza.
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david p says:
Apr 6, 2012
Questo appassionante botta e risposta descrive secondo me alla perfezione i sentimenti che in questo momento stiamo provando un po’ tutti. L’indignazione, la rabbia, il senso di ribellione di Taxfree lo sentiamo tutti. E come potrebbe essere altrimenti?? Mentre vengono tolti 20 euro al mese ai pensionati che ne prendono 800, mentre c’è gente che mantiene una famiglia con 1.200 euro al mese lavorando in fabbrica, c’è chi ruba soldi pubblici a man bassa dalle casse dei partiti, chi ristruttura case con i rimborsi elettorali, chi paga miliardi di assicurazioni assurde alla Morgan Stanley. Basta. Siamo al punto di rigetto. Però capisco quello che intende Stradivari. Non possiamo fermarci all’indignazione. Andando tutti con il forcone sotto il Parlamento avremo risolto il problema?? Non credo. Possiamo invece, da cittadini onesti, diventare molto più intransigenti e attenti verso tutte – e dico tutte – le forme di corruzione e illegalità, ruberia e “furberia” varie e assortite. Poco importa se commesse da amministratori pubblici o da privati cittadini evasori incalliti(e sappiamo bene che ce ne sono tanti!). Non ha neanche molto senso dire “prima partiamo da qui, prima partiamo da là…” L’illegalità va perseguita ovunque sia! Sulla trasparenza ripeto il mio pensiero già espresso a commento del brillante contributo dell’amico Lenzi: in una situazione eccezionale come quella che stiamo vivendo, e per un periodo limitato, arrivo a giustificare alcune (antipatiche) violazioni della privacy dei cittadini (vedi controlli bancari e patrimoniali) nella misura in cui questo può servire a stanare i ladroni.
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