Il gelo delle ultime settimane e la riduzione della fornitura di gas metano da parte della compagnia russa Gazprom, che avrebbe potuto determinare lo stop di alcuni giorni all’erogazione di energia alle aziende, sta riportando in auge il perenne problema energetico in Italia.
L’Italia per produrre energia utilizza tanto gas quanto tutta l’America Latina oppure quanto Turchia, Romania, Austria e Polonia messi insieme: 59 milioni di abitanti che ne consumano per 138 milioni.
Dell’energia di cui abbiamo bisogno produciamo solo il 12%, per il restante 88% dipendiamo totalmente dall’estero; di quest’ultima quota, il 76% viene prodotto grazie all’importazione di gas, petrolio e carbone ed il 12% comprato direttamente dai paesi vicini e prodotto da un equivalente di 8 centrali nucleari.
Con questo mix, la bolletta energetica italiana costa 30 miliardi di Euro all’anno con il risultato che l’energia prodotta in Italia costa il 60% in più della media europea. Stiamo pagando cara la mancanza di un Piano Energetico Nazionale, che latita da più di vent’anni, da quando il programma nucleare è stato cancellato dal referendum dell’87.
La nostra dipendenza dall’estero è accentuata anche dal fatto che molti paesi da cui attingiamo energia non sono politicamente stabili. Non è facile trovare paesi alternativi; nemmeno i progetti South Stream e Nabucco, che mirerebbero a ridurre il rischio delle forniture di gas metano dall’estero attraverso nuovi gasdotti, rispettivamente dalla Siberia centrale e dal mar Caspio, risolverebbero il problema italiano.
Studi recenti affermano che entro 50 anni finiranno sia il petrolio che il metano e probabilmente anche l’uranio, mentre le fonti rinnovabili non possono ancora produrre energia in grandi quantità e a prezzo concorrenziale, tanto che in Europa forniscono solo l’1% dell’energia complessiva.
In conclusione, in attesa di un inevitabile progresso nello sfruttamento di altre fonti, compresa, si spera, la fusione fredda, che risolverebbe il problema energetico per centinaia di anni, non ci resta che avere al più presto un serio Piano Energetico Nazionale: sarebbe una straordinaria opportunità di crescita per le nostre imprese (anche PMI), a cui sarebbe data finalmente la possibilità di impostare dei piani d’investimento e di affrontare seriamente il tema della ricerca. Attendiamo amici, la speranza è l’ultima a morire!
8 comments
andrea dal santo says:
Feb 20, 2012
Corretto. Serve un serio Piano Energetico Nazionale. Abbiamo abbondanza di scienziati e tanta creativitá. Una cosa peró che mi lascia stupito é la persistenza nelle decisioni politiche del referendum sul nucleare. Non è resistito il referendum sul maggioritario, sul finanziamento ai partiti, sull’immunità parlamentare.. Quello sul nucleare resiste.. C’é sempre l’eccezione che conferma la regola.
ace69 says:
Feb 20, 2012
Si fa sempre riferimento alla scarsa competitività delle nostre imprese per quanto riguarda i costi del lavoro, ma non meno grave è la situazione per quanto riguarda i costi energetici. L’assenza di qualsiasi programmazione, dovuta anche alle furibonde contrapposizioni ideologiche, ci ha portati a sostenere costi elevatissimi -come giustamente ricorda Luca – e a dipendere da Paesi stranieri. Personalmente ritengo che si dovrebbe spingere sulla strada delle energie rinnovabili e sono tendenzialmente contrario al nucleare. Ma la cosa peggiore anche in questo caso è il non-governo, che poi vuol dire “governo di altri su di noi”.
Aureliano 67 says:
Feb 22, 2012
Nel campo dell’energia abbiamo pagato il dazio più alto per la logica dei “veti incrociati” che ha sempre dominato questo Paese: il nucleare NO, i gassificatori NO, il carbone NO. Risultato: compriamo energia dall’estero. Per una decina di giorni freddi (o caldi d’estate) andiamo in deficit energetico. Il danno subito non sono solo le salatissime bollette, ma anche la paralisi di un settore industriale, quello dell’energia, che non ha mai potuto crescere e creare occupazione. Si parla tanto di crescita, perchè non partire proprio dall’energia??
gino berto says:
Feb 22, 2012
Energia, ne abbiamo tanto bisogno! Si può e si deve risparmiare sugli sprechi, si devono ricercare nuove fonti.
Cominciamo dagli sprechi, dove noi siamo maestri: in molti, da molte parti potrebbero venire da noi per apprendere come si può sprecare energia senza pudori e rimorsi. Sappiamo che far circolare le merci per gomma si consuma molto di più che su rotaia o acqua: ed allora promuoviamo subito l’utilizzo di camion e camioncini vari per il trasporto… altro che treni e chiatte fluviali, come fanno i micragnosi popoli del nord europa. Quando d’inverno fa freddo, via con il riscaldamento a manetta; al limite, se proprio sudiamo, possiamo sempre metterci in maglietta … eppoi possiamo sempre aprire una finestra. Vi sono leggi che regolano il riscaldamento, ma gli uffici pubblici ne sono esentati? Se poi dobbiamo profumare casa, abbiamo a disposizione marchingegni elettrici con tanto di spie sempre illuminate, e TV con led sempre accesi e abatjour accese anche di giorno, e PC accesi al mattino e spenti alla sera e non sempre…e avanti di questo passo. Abbiamo spazio per risparmiare energia alla grande.
Nel contempo potremmo ricercare nuove fonti: petrolio, gas e carbone potrebbero esaurirsi, anche se da sempre si dice che entro 50 anni non ne avremo più e poi si scopre che non è vero. Ma niente nucleare, perchè il rischio è giapponese e non solo. Il sole costa troppo: pensiamo per un attimo se avessimo delle tende da sole che, oltre a proteggerci dai raggi, li potesse catturare e trasformare in energia! Doppio beneficio. Bio carburanti e bio gas: sembra che quello che fanno altri paesi, anche più arretrati rispetto a a noi, non sia percorribile…. L’idrogeno poi è tutto di là da venire.
Insomma le idee ci sono, la buona volontà forse, la convenienza frammentata fra lobbies e interessi vari. Non ci rimane che dare il proprio contributo sprecando meno e attendendo che a qualcuno convenga produrre nuova energia con il beneplacito dei produttori della vecchia.
wicks says:
Feb 22, 2012
nel mio piccolo ho disseminato la casa di ciabatte con interruttore e…. ZAC! non c’è un Led accesso di notte… un altro piccolo modo per risparmiare è andare in autostrada a 110 km/h, 20% in meno di carburante consumato..ci sono tanti modi per dare il proprio contributo per non sprecare.
David Pierantozzi says:
Feb 27, 2012
A quanto mi risulta, dopo Fukushima il dibattito sull’energia si è infiammato nei principali Paesi tranne che da noi. La Germania, che già oggi produce il 17% di energia “verde” (eolico, solare, idroelettrico e biomasse) ha dichiarato un obiettivo esplicito del 50% per il 2030. In Francia, il candidato Hollande ha confermato l’obiettivo di “indipendenza energetica” del Paese ponendo al centro le fonti rinnovabili. Da noi, caduta l’opzione nucleare, al centro della politica energetica è di fatto tornato il gas… acquistato all’estero. Che lungimiranza! Anche il silenzio del governo dei tecnici comincia a inquietare un po’…. per ora, a dire il vero, si ricorda solo una improvvida uscita su una possibile riapertura dell’opzione nucleare!…
Francesco Presutto says:
Mar 7, 2012
Ecco quello che facciamo per renderci un po’ meno dipendenti in campo energetico:
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/economia/2012/6-marzo-2012/british-gas-abbandona-rigassificatoreinvestimenti-rischio-20-mobilita-2003565780326.shtml
Ma è possibile tenere in ballo 11 ANNI(!) una società straniera che vuole investire in un rigassificatore, creando tra l’altro centinaia di posti di lavoro oltre l’indotto?? L’esasperazione è talmente forte che British Gas ha deciso di abbandonare l’impresa nonostante abbia già investito 250 milioni di euro!
luca bacci says:
Mar 7, 2012
È vero, dovunque guardi, vedi tutto il peso della burocrazia che non riesce a decidere tra lacci, lacciuoli, veti incrociati, circolari in contrasto tra loro. l’esempio del L’Aquila, dove tutto è fermo da 3 anni, è lampante.