Cari amici, inauguriamo con molta soddisfazione questa nuova sezione del nostro blog dedicata ad un confronto diretto con gli imprenditori; il metodo che abbiamo scelto è quello di una breve intervista in stile “botta e risposta” su una serie di temi di vitale interesse per le nostre piccole e medie imprese. Oggi ospitiamo con particolare piacere, anche per l’antico rapporto personale di amicizia e stima, Simone Quadrio, imprenditore milanese la cui azienda, la Fida Spa di Brugherio, è leader italiana nel settore delle tecnologie di videocomunicazione. Ringrazio sentitamente Simone a nome di tutto il Laboratorio per la partecipazione!
Dottor Quadrio, quali sono secondo lei i fattori critici che minano la sopravvivenza delle pmi italiane?
I fattori ahimè sono tanti. Dovendo scegliere, in estrema sintesi al primo posto metterei l’inefficienza del mercato del credito, davvero molto distante dalle esigenze delle aziende. In secondo luogo la situazione del mercato interno, completamente depresso e stagnante ormai da tre anni. Proseguendo, un fattore importantissimo è l’inefficienza della giustizia italiana: non sapere se e quando si arriverà alla definizione di un contenzioso può essere devastante per un’azienda! Infine la insopportabile burocrazia…
Se fosse al governo, quali sono i tre provvedimenti urgenti che metterebbe immediatamente in cantiere per riprendere la crescita?
Direi innanzitutto una ripresa delle opere pubbliche, che creano volano per vari settori industriali e che darebbero una scossa all’immobilismo del mercato interno. A seguire adotterei provvedimenti in favore dell’internazionalizzazione: penso ad un ente tipo l’ICE, ma che faccia un vero lavoro di sviluppo attraverso consulenze, contatti, reti locali, e non sia solo un mero organizzatore di eventi in cui si sventola la bandiera nazionale. Da ultimo proporrei la compensazione automatica dei crediti verso la Pubblica Amministrazione con le imposte: se ho un credito verso lo Stato che non mi paga, perché devo pagare il debito per le imposte?
L’ultima proposta mi pare davvero brillante, condivido! Cambiando orizzonte e facendo riferimento alla esigenza di internazionalizzazione da lei citata, si può ancora sostenere con riferimento al mondo delle imprese che “piccolo è bello”?
In assoluto direi di no…… la piccola dimensione è bella ed efficiente se l’azienda ha come focus il mercato interno, anche perché spesso gli investimenti necessari all’internazionalizzazione spesso non sono alla portata delle PMI. Inoltre espandendosi all’estero, al crescere delle dimensioni, si rischia di snaturare quelle caratteristiche di leggerezza e flessibilità che hanno consentito alla piccola azienda di avere successo. La crescita nei mercati esteri può essere vincente se supportata da idonei strumenti, ad esempio quelli cui accennavo prima, che consentono di mantenere una struttura snella e al tempo stesso aggredire nuovi mercati.
Quanto, secondo lei, i rapporti familiari condizionano lo sviluppo di una PMI? A conti fatti sono un fattore di forza o di debolezza?
I rapporti familiari, in una scala da 1 a 10 condizionano 9, sia in positivo che in negativo. Chiaramente il “dover” avere familiari in azienda moltiplica per 9 l’effetto negativo; quando invece diciamo di “poter” sfruttare una risorsa familiare, analogamente il beneficio è moltiplicato per 9. Avere il cognome del fondatore dell’azienda non è automaticamente sinonimo di competenza e di efficienza.
Tornando alla competizione internazionale, sempre più vero e proprio fattore di sopravvivenza, quali sono secondo lei le potenzialità delle PMI?
Le PMI con un prodotto di nicchia o altamente tecnologico o legato al made in Italy, possono sfruttare anche a livello internazionale questo vantaggio; al contrario quando si compete con prodotti internazionali paragonabili a quelli che offrono le nostre imprese, queste ultime sono perdenti sotto il profilo dei costi. In Italia non possiamo fermarci a guardare la redditività operativa: al di sotto, nel conto economico, ci sono voci straordinariamente onerose. Pensiamo alla “voce imposte” che ci penalizza rispetto a tutto il resto del mondo.
Come vede il mercato del lavoro? Quali riforme sarebbero a suo avviso necessarie e improrogabili?
Credo che ogni decisione in questo campo scontenta qualcuno. Il dato di fatto è che al momento c’è un ipergarantismo da una parte e una iperinefficienza dall’altra. Forse la via di mezzo è quella più giusta e l’unica percorribile: secondo me avremmo maggiore efficienza e produttività per le aziende, ma anche maggiore soddisfazione del lavoratore. Sono d’accordo con l’affermazione di Monti sulla monotonia del posto fisso, anche perché diminuire un po’ le garanzie permetterebbe di introdurre una maggiore meritocrazia, sia nel pubblico che nel privato. Se non ci fosse iperprotezionismo, io domani mattina assumerei qualcuno a tempo indeterminato: assumere a tempo indeterminato è una garanzia anche per me, perché so che il dipendente è tranquillo e non cerca un altro lavoro. Però devo avere la possibilità di provare a fondo la persona: a parte i casi di manifesta incapacità, a volte la persona può anche essere valida, ma nel posto sbagliato, nel senso che non è compatibile con l’ambiente aziendale.
In conclusione, dottor Quadrio, come vede il futuro delle nostre PMI?
Nel nostro sistema economico che ha tassi di crescita pari allo zero, un sistema di costi ridotto e flessibile può essere ancora un plus. D’altra parte, in ottica di crescita – magari all’estero – scontiamo una struttura finanziaria debole che può contare solo sull’apporto dei soci, i quali però ormai hanno dato tutto quello che si poteva dare. Senza un sistema del credito che ci supporti e senza gli aiuti all’internazionalizzazione che dicevamo prima siamo destinati a rimanere imprese locali e a diventare sempre più piccoli rispetto ai concorrenti esteri. Nonostante le straordinarie potenzialità delle nostre imprese.
10 comments
michele d'apolito says:
Feb 17, 2012
Benvenuto a Simone anche da parte mia. Il suo contributo è molto lucido e condivisibile; ottima l’idea di una compensazione dei crediti verso la PA con i debiti di imposta delle imprese. Per il resto, ripresa delle opere pubbliche e migliore efficienza del mercato creditizio sono sicuramente due punti focali, a cui aggiungo anche seri provvedimenti per la lotta all’impressionante corruzione del sistema pubblico. Riguardo alla voce “imposte”, forse abbassare le aliquote servirebbe a far emergere un po’ di sommerso? Avremo modo di discuterne.
gino berto says:
Feb 17, 2012
L’intervista ad un imprenditore di campo è quanto di più concreto per capire come sta girando il mondo dell’attività industriale. Complimenti a David per l’iniziativa e l’appropriatezza delle domande. Quanto a Simone Quadrio non posso che condividere in toto la sua analisi e i suoi suggerimenti. Vi è da essere confortati dalla sua lucidità e l’augurio è che tanta preziosa intelligenza in qualche modo venga ascoltata e tesaurizzata.
luca bacci says:
Feb 17, 2012
ottima intervista; le criticità evidenziate sono proprio quelle che richiedono subito interventi urgenti per risollevare l’economia in Italia.
melchisedec says:
Feb 18, 2012
Il presidente Monti e tutti i suoi ministri (e magari anche qualche sindacalista!) dovrebbero leggere questa intervista prima di ogni riunione del Consiglio dei ministri. Forse ne uscirebbero decreti più rispondenti alle necessità delle nostre imprese.
Complimenti per questa nuova e interessantissima sezione del blog!
spartaco says:
Feb 19, 2012
Da piccolo imprenditore mi sento di condividere in toto l’analisi molto lucida di Simone. Anzi, diciamo che ammiro molto il suo equilibrio; io in questo momento viaggio tra l’essere “estremista” (in negativo) e lo sfiduciato andante. Mi è piaciuto in particolare il riferimento al sistema della giustizia, veramente al collasso. Sui rapporti familiari, la sintesi è perfetta, io direi che da 1 a 10 il condizionamento è 11, ma forse la mia situazione è un po’ “esasperata”… Tra i provvedimenti urgenti, aggiungerei soltanto una seria misura di monitoraggio sul credito concesso (o meglio: negato!) alle piccole e medie imprese: le esortazioni di Visco mi sembrano la classica voce nel deserto.
marzio lenzi says:
Feb 19, 2012
Bravo David ! per il Laboratorio e per gli ospiti, così chiari e misurati.
Da libero professionista singolo, con problematiche in parte simili ed in buona parte diverse dalle PMI, condivido pienamente quanto esposto.
E però questo, invece di rasserenarmi, mi preoccupa una volta di più, perché la distanza enorme tra questo modo di pensare – sensato e ragionevole – ed il modo di agire del sistema che ci circonda e ci pervade, indica che siamo in pochi a pensarla così, se in definitiva non siamo stati capaci di eleggere amministratori che applichino questi sani principi.
Non vorrei indulgere nell’italico vizio, ma evidentemente abbiamo gli amministratori che ci meritiamo, se li abbiamo eletti. Magari non noi “noi”, ma noi italiani sì.
Spero che non si debba arrivare al tracollo finale, prima di attuare un cambiamento di rotta salutare (non alla Schettino), che ci consenta una ripresa, pur lenta e faticosa.
In questa ottica, a mio modesto avviso, le direttrici su cui – chi può – deve indirizzare l’azione di governo, sono primariamente quattro, nell’ordine: GIUSTIZIA, MERCATO DEL LAVORO, CREDITO, IMPOSTE.
1) GIUSTIZIA.
Oltre a quanto giustamente riportato sopra circa l’inefficienza della giustizia italiana ed alla chimerica definizione di un contenzioso, la mia frequentazione ventennale dei tribunali da non propriamente addetto ai lavori, in veste di CTU o CTP (sono medico odontoiatra e mi occupo anche di contenzioso medico-legale), mi ha fatto confrontare con un sistema giudiziario assolutamente lento e farraginoso, che – per esempio – può coinvolgere decine di professionisti per anni, per cause del valore di meno di 5.000 euro, con conseguenti costi globali assurdi, oltre all’indeterminatezza del risultato che danneggia entrambe le parti.
È assolutamente improrogabile una riforma della giustizia.
2) LAVORO.
La situazione per cui un datore di lavoro è restio ad assumere è stata già ben esposta. Esemplare e clamorosa è la sentenza che ha obbligato un datore di lavoro – dopo un solo giorno di prova – ad assumere a tempo indeterminato il dipendente e a versargli 14.000 euro, a ristoro di spese legali e danni.
Nessuno nega che il dipendente debba avere delle tutele, ma in questo modo il risultato è esattamente l’opposto: ne viene ostacolata l’assunzione. Bisogna cambiare la normativa sul lavoro.
3) CREDITO.
È risaputo che le banche non danno più un quattrino senza garanzie stratosferiche.
Rinunciando al loro ruolo, direi filosofico e sociale, di dare fiducia a chi vuole – su basi concrete – investire in nuove intraprese.
E proprio nel momento in cui, imprese e professionisti, per aggredire la difficoltà del mercato, affrontano miglioramenti tecnologici o strutturali.
Fondamentale, poi, è il mercato immobiliare, che è sempre stato un motore dell’economia. I mutui sono una merce introvabile, o quasi. Bisogna trovare un modo per convincere le banche a erogare.
4) IMPOSTE.
Sulle questioni di tasse si sono combattute le più grandi battaglie di libertà. Diceva Edmund Burke.
Non pretendiamo tanto, ora; ma che il sistema fiscale italiano – per chi paga le tasse – sia pesantissimo, è sotto gli occhi di tutti. Lavoriamo più per lo Stato che per noi.
Non va bene.
Come dice Giannino, abbattere le imposte si può, si deve, e non è affatto antisociale, anzi.
Ma, ripeto, pochi la pensano così.
Marzio Lenzi
wicks says:
Feb 20, 2012
aggiungerei un 5o punto: TRASPARENZA
l’amministrazione pubblica deve rendere conto a noi di quello che fa, pubblicando tutto, spese, contratti, stipendi, incarichi, ecc.
ace69 says:
Feb 20, 2012
Leggendo questa interessantissima intervista con gli occhi da manager, non posso che pensare alla abissale distanza tra la lucidità dei nostri imprenditori e l’inerzia delle istituzioni. Le urgenze indicate da Simone – e la brillante sintesi del dott. Lenzi nell’intervento che precede – sarebbero davvero un puntuale programma di governo. Ma poi… poi siamo nel Paese delle sabbie mobili, delle caste, dei veti incrociati; e la lucidità di pochi si perde negli interessi particolari (o di bottega..) di tanti, capaci di ingessare un intero sistema. Scusate lo sfogo amici ma ci sono giorni che è più forte di me!
David Pierantozzi says:
Feb 21, 2012
Cari amici, ringrazio tutti per l’appassionata e convinta partecipazione a questa discussione. Il riscontro di quanti hanno scritto nel blog, ma anche di tanti che si sono espressi con noi verbalmente, è stato davvero notevole. Da parte nostra, continueremo sicuramente a proporre i colloqui con gli imprenditori e naturalmente ci auguriamo che Simone tornerà presto a trovarci proponendoci altri interessanti spunti di riflessione!
Aureliano 67 says:
Feb 22, 2012
Non cedono al pessimismo. Non cedono alla frustrazione e al qualunquismo. Sono comunque equilibrati e propositivi. In questa situazione! Chapeau a questi imprenditori!