Al grido di “qui si fa l’Italia o si muore!” Garibaldi vinse a Calatafimi la battaglia contro il preponderante esercito borbonico e da lì venne l’unità politica dell’Italia sotto casa Savoia con un un’unica moneta, la “lira”, sempre più forte fino alla prima guerra mondiale. Oggi serve un nuovo Garibaldi all’Europa che gridi a tutti Capi di Stato “si fa l’Europa o si muore!”.
Professor Monti, forte del mandato parlamentare ricevuto, si faccia coraggio, indossi la camicia rossa e ripeta l’eroico gesto di Garibaldi! Tutti i cittadini del vecchio continente che da tempo aspettano il grande salto dall’Europa degli Stati agli Stati Uniti d’Europa gliene saranno riconoscenti. E la prima unificazione pacifica tra tanti Stati, che si sono dilaniati con sanguinose guerre fratricide nei secoli, resterà un esempio grandioso nella storia dell’Umanità.
7 comments
adone paratore says:
Feb 15, 2012
GINOBIGIO mi accodo al tuo appello,in quanto penso anch’io che la prospettiva del completamento dell’unione europea sia un obiettivo necessario per i motivi a cui tu hai accennato in primis e non solo. Un’Europa federale sul modello immaginato da un grande padre nobile quale Altiero Spinelli.
E chissa’ che non sia proprio Monti ad impersonare la figura di un novello Garibaldi in chiave europea …solo faccio fatica ad immaginare un Monti con la camicia rossa !!
wicks says:
Feb 16, 2012
dal loden alla camicia rossa il passo è un po’ lungo, ma per la salvezza su può far tutto!
gino berto says:
Feb 16, 2012
I primi accorati bisbigli sull’Unione Europea risalgono agli anni ’50: ne abbiamo fatti di passi in 60 e più anni…o no?! Sostanzialmente i paesi europei si sono concentrati sull’unificazione economica e monetaria, forse l’unica che davvero interessava, tutti volti ed attenti a guadagnarci qualcosa. Già a guadagnarci qualcosa, magari a discapito degli altri. Nessun paese ha avuto ha avuto la forza, la convinzione, la volontà, la leadership di andare oltre, superando i propri immediati interessi a favore di una visione europea basata sui comuni denominatori, che così chiaramente ci distinguono da altre unioni e nel contempo ci uniscono. Basta pensare alla cultura, alla storia, all’arte, alla cristianità… Certo, non è facile; ma è in questa direzione che possiamo provare a serrare il ripieno fra l’incrociamento dell’ordito e finalmente tessere sul nostro telaio una comune Politica. Quanti anni ci vorranno? Speriamo in uno, cento, mille Garibaldi che lavorino alla tessitura e… nessuna Penelope.
Aureliano 67 says:
Feb 17, 2012
Il parallelo storico di Ginobigio mi pare molto suggestivo. Proseguendo nella metafora del Monti-Garibaldi, mi chiedo chi oggi interpreti la parte dell’esercito borbonico….a ben pensare, se quest’ultimo rappresenta le forze anti-europee, c’è solo l’imbarazzo della scelta! Ci sono borboni italici e sono tutti coloro che denigrano l’Europa inneggiando a dimensioni padane e pedemontane. Ci sono borboni europei specialmente in quei Paesi da (presunta)”tripla A” che non vogliono pagare il conto degli altri. Ed infine i borboni extraeuropei con le loro fosche previsioni e relative società di rating, che svolazzano come avvoltoi in attesa di un cadavere da spolpare. Forse, a ben pensarci, è andata meglio al garibaldi originale… almeno il nemico si poteva guardare negli occhi.
marzio lenzi says:
Feb 17, 2012
Caro Ginobigio,
Garibaldi, in verità, pare che nella sua indefessa carriera di guerrigliero al di là e al di qua dell’oceano, di battaglie ne abbia vinte ben poche.
Una di queste fu proprio quella di Calatafimi, vinta contro un nemico debole, poiché l’esercito borbonico – pur superiore numericamente – non era affatto motivato ed era inoltre dedito ad altri interessi che non il guerreggiare.
Garibaldi vinse – mutatis mutandis – per gli stessi motivi per cui Fidel, con poche decine di uomini, vinse contro Batista. Aveva un’idea, e (giusta o sbagliata) ostinatamente combatté per attuarla, contro il vuoto di potere e l’assenza d’idee, ed anche con una gran dose di fortuna e d’inaspettati fattori propizi.
Il nemico di oggi è ben più aggressivo e sveglio e spietato sia dei borboni sia dei sensali di Fulgencio.
La crisi globale del mondo occidentale (responsabilità di tutti e quindi di nessuno!?) e la speculazione internazionale, aggrediscono l’Italia e l’Europa, proprio perché deboli e più facili da spolpare.
Una confederazione politica di Stati d’Europa sul modello USA, temo sia una mission impossible per il “povero” Monti, e si rischierebbe una unificazione incompiuta, come in fondo è quella italiana, e non in grado di fronteggiare questa emergenza ormai strutturale.
Credo che invece noi italiani (come alcuni altri popoli del sud) dovremmo fare un benefico bagno di umiltà e riconoscere di essere tutti – compresi i padani – i terroni d’Europa, belli ma inadatti a governare, e delegare per i prossimi venti anni, fatte salve poche inderogabili prerogative nazionali, l’amministrazione del paese a chi ha dato prova di gestire meglio la propria nazione.
Un abbraccio.
Marzio
P.S. Data l’ora, scherzavo.
nelora77 says:
Feb 19, 2012
Grande richiamo di storia del nostro caro ginobigio, sono d’accordo con lui quando cita garibaldi, speriamo che il nostro caro Monti faccia la sua parte non dico per unificare, per ad arrivare a mettere d’accordo tutti i paesi che fanno parte dell’Europa. Monti penso che sia l’ unica persona in grado di farlo perché ispira fiducia e soprattutto ha
la capacità per farlo; dobbiamo essere fiduciosi e credere che, come si dice, “LA SPERANZA E’ L’ULTIMA A MORIRE!”.
pietromicca says:
Feb 23, 2012
L’intervento di Marzio Lenzi mi e’ piaciuto molto, specie per il parallelo tra le situazioni di Garibaldi e di Fidel.E poi il finale ..ancor di piu’ ! Ci avevo pensato a volte anch’io, sia per l’Italia che per altri Paesi del sud europa. E non erano elucubrazioni serali ne’ scherzose.