La mia Grecia non cambia veramente mai. Ma stavolta, oltre alla Merkel, ci si e’ aggiunta anche la diffidenza del presidente dell’Eurogroup Junker che ha deciso di tenere congelati gli aiuti finanziari di 130 miliardi euro di cui si sta trattando in queste settimane. In realtà l’accordo vero e proprio tra governo e partiti annunciato in questi giorni non c’èmai stato. Tanto e’ vero che le contraddizioni interne al governo “quasi tecnico” greco sono emerse  con una semi implosione: se ne sono andati alcuni ministri appartenenti al partito di estrema destra Laos. “Bisogna approvare le misure di austerity o si rischia il default” è la sostanza di quanto affermato dal premier greco Papadimos . E così alcuni membri politici del Governo se ne sono andati. Un bell’esempio di coerenza davvero. Ma oltre a questo, anche la coesione sociale non appare maggiore di quella politica : sciopero generale di due giorni, scene di ordinaria violenza in centro ad Atene, scontri tra incappucciati con spranghe e mazze da una parte e la polizia con i lacrimogeni dall’altra. Ma ormai tutto ciò non fa più notizia, e ancor peggio tutto ciò  non commuove nemmeno un pò la  controparte germanica in particolare. Tanto è vero che quest’ultima ha fatto pervenire nelle ultime settimane un paio di proposte tutt’altro che rassicuranti: sottoporre tutte le decisioni di bilancio a Bruxelles, facendo cedere cosi de facto ogni sovranità di politica economica . Oppure creare una sorta di “fondo bloccato” in cui far confluire tutti i risparmi di spesa che verrebbero usati per pagare gli interessi sul debito già in circolazione. Opzione questa ancora sul tavolo.

A questo punto la situazione appare agli occhi di tutti ad un punto di non ritorno. Anche la cancelliera Merkel, con alcune sue dichiarazioni, se ne e’ resa conto, visto che un fallimento della Grecia avrebbe conseguenze incalcolabili sull’area Euro. Ma, a mio avviso,  bisogna  fare i conti con quel fattore inizialmente accennato : i tedeschi non hanno più la minima fiducia nelle affermazioni di parte  greca, e vogliono vedere prima approvate dal Parlamento tutte quelle misure  economiche “lacrime e sangue”  su cui, seppur a fatica, i capi dei partiti politici greci  hanno faticosamente concordato, seppur in extremis. Ad essere onesti, la diffidenza teutonica non è totalmente  infondata. Ma dall’altra parte, ci si domanda dove sia  finito lo spirito  comunitario di cui tanto è intrisa la carta fondante europea? E che anche il nostro Monti va riaffermando decisamente in questi giorni nei suoi colloqui con lo zio Sam. Perchè se qualcosa di  concreto non verrà fatto da parte dei poteri forti (vedi Germania in particolare), al posto dello spirito di cui parlavo, si andranno facendo strada, da una parte e dall’altra  le posizioni più estreme. E ciò non aiuterà  per niente a trovare un approdo sicuro a questa situazione drammatica. Infine, non bastasse il caos sociale al quale stiamo assistendo, ci si mettono pure i sindacati di polizia greci: uno di questi ha chiesto l’arresto dei rappresentanti della troika ad Atene, accusati di voler portare il Paese all’asfissia!

La realtà ormai sta superando sempre più la fantasia . E se il governo Papadimos non riuscirà a far passare la manovra lacrime e sangue, i soldi europei non arriveranno. Quello che succederebbe il giorno dopo sulle piazze finanziarie mondiali, onestamente, non ho alcuna voglia di immaginarlo.   

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