Niente credito. Funzionari di banca dall’aria contrita che sciorinano le note frasi sui momenti difficili, dei bei tempi passati in cui la liquidità abbondava, delle chiusura dei rubinetti del credito e delle manovra “massive” di un aumento generalizzato dei tassi passivi (per l’azienda). Oggi come non mai le aziende più indebitate attraversano grandi difficoltà. L’imprenditore si trova di fronte ad un dilemma: immettere nuovi capitali o cercare di portare a casa un finanziamento che rischia di trasformarsi in un salasso? Indebitarsi anche quando il costo del capitale è ben superiore al rendimento stesso dell’attività? Tralasciando tutte le considerazioni di matematica finanziaria, capita che la scelta di accendere nuovi finanziamenti sia obbligata quando si ha a che fare con fornitori pressanti, con il pagamento degli stipendi e delle tasse.
In questa situazione, al “povero” imprenditore (molto spesso piccolo o medio) non resta che esplorare nuove strade. Ci sono fondi comuni di investimento, anche di emanazione statale, che sono in cerca di buone occasioni. Buone per loro, naturalmente. Ma a nostro avviso da non scartare a priori. Proviamo ad immaginare i punti di vista di un imprenditore e di un investitore, senza aver la pretesa di essere esaustivi o di assolutizzare questi concetti, dato che la realtà è ben più varia e complessa. Un imprenditore potrebbe dire:
<< L’investitore è un finanziario, non conosce la mia attività e le logiche del business: ho bisogno di un partner industriale>>; << Voglio lasciare ai miei figli ciò che ho creato dal nulla>>; << La valutazione che fanno della mia azienda non tiene conto di molti fattori, è molto sacrificata>>; << I loro interessi non sono i nostri interessi>>.
E un investitore come potrebbe rispondere? Proviamo:
<<Abbiamo collaboratori molto validi in ogni settore, ci avvaliamo dei massimi esperti e possiamo allargare il vostro raggio d’azione grazie alle relazioni istituzionali e d’affari di cui gode il fondo>>; << Vi supportiamo nel processo di internazionalizzazione e di trasformazione in un’azienda manageriale evoluta>>; << E’ una valutazione equa: il nostro fondo ha dei vincoli di rendimento al di sotto dei quali non possiamo scendere>>; << Anche noi puntiamo allo sviluppo dell’azienda e al suo successo>>.
Non vogliamo dare soluzioni. Non esiste una verità ma solo vedute apparentemente distanti. Dei punti di contatto si possono sempre trovare, specie ora in cui non tutti sono in grado di finanziarsi in modo ragionevole. Val la pena fare uno sforzo per esplorarli.
3 comments
spartaco says:
Feb 12, 2012
Vorrei riferire una piccola testimonianza: in azienda da noi abbiamo avuto, in un momento di difficoltà, contatti con un fondo di private equity. Dopo qualche settimana di trattative frenetiche, è andato tutto a monte. In effetti i ragionamenti fatti nella nostra azienda (mio padre in primis) erano proprio quelli perfettamente riferiti da Darius. E in più ce n’era pure un altro: il fondo voleva avere la maggioranza delle quote e ci saremmo trovati dal giorno dopo a non contare più nulla nell’azienda creata dalla mia famiglia. Una prospettiva che non potevamo accettare…! Credo che così la pensi la stragrande maggioranza dei piccoli imprenditori italiani.
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Darius says:
Feb 12, 2012
Grazie per la testimonianza. Attualmente non tutti i fondi chiedono la maggioranza e visto che sono un po’ fermi con gli investimenti, devono un po’ cedere con le pretese. Non possono rischiare che il fondo scada senza aver effettuato investimenti. Ma il problema del controllo effettivo dell’azienda, della cosiddetta governance, è un ostacolo al loro diffondersi tra le PMI.
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wicks says:
Feb 12, 2012
chiedere la maggioranzea delle quote già all’inizio della partnership mi sembra eccessivo. però aprire ai fondi comuni d’investimento sarebbe un’occasione importante per attirare capitali freschi, ma il problema in Italia è l’elevata frammentazione nel mondo delle piccole e medie imprese , non sono sufficientemente grandi per reggere la competizione globale, o si punta su nicchie di mercato con prodotti di elevata qualità, o altrimenti è necessario trovare strade alternative per la crescita dimensionale, per esempio attraverso accorpamenti, imprenditori potrebbero unire le loro forze e i capitali; è fattibile?
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