Il decreto liberalizzazioni avrà soltanto l’effetto di spostare alcuni costi, leggasi commissioni bancarie, da determinate categorie di correntisti a quelli che faranno più operazioni. E’ stato pensato per andare incontro a chi sarà obbligato ad aprire un conto corrente per rispettare le nuove norme sulla tracciabilità dei pagamenti, come i pensionati. Questo decreto prevede anche dei limiti alle commissioni di prelievo Bancomat: si vuole in generale incentivare l’uso della carta elettronica. Ma sappiamo che nulla si distrugge e nulla si crea: le banche italiane devono recuperare queste commissioni e lo faranno a scapito delle aziende. Già sappiamo che le banche italiane fanno fatica ad approvvigionarsi sul mercati dei capitali, scontando il rischio paese, hanno dei bilanci falcidiati dalle svalutazioni e dalle sofferenze, cercano di far aggregazioni e ridurre i costi, anche con una politica degli esuberi, non rinunceranno certo a queste commissioni. Ci ricordiamo che le banche hanno, chi più chi meno, recuperato il mancato introito delle commissione di massimo scoperto abolito nel 2009 con una bella commissione di affidamento. E anche stavolta assisteremo ad un aumento delle commissioni … anche se verrà giustificato con la ormai ricorrente: “manovra massiva”. Consigli: non è una novità assistere a questi aumenti generalizzati, l’unica difesa è concentrare l’operatività su alcuni istituti dopo averli sottoposti a una specie di “beauty contest”, selezionandoli in base alle loro peculiarità e alle specifiche operazioni che vuole effettuare l’azienda. Si possono spuntare condizioni migliori che non distribuire piccoli volumi su più istituti di credito. A proposito, il problema relativo ai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione non è stato affrontato. Confidiamo in tempi migliori.
3 comments
David Pierantozzi says:
Gen 26, 2012
ciao darius, molto interessante lo spunto sul beauty contest per selezionare la “banca partner” più idonea alle necessità aziendali. Temo purtroppo che sia più applicabile nelle imprese di dimensioni medio-grandi che non nelle PMI, dove la pletora di istituti di credito con cui si opera è più il frutto di una necessità (chiedo finanziamento a chi me lo dà ed a chi mi ascolta) che di una lucida scelta. Ma è anche vero che in questo momento storico le imprese hanno ben poco potere contrattuale, speriamo di poter tornare rapidamente ad una parvenza di normalità!
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Darius says:
Gen 26, 2012
in effetti occorre tornare alla “lucida scelta”. Il grande affanno non porta migliori risultati rispetto ad una cosciente analisi. Data una situazione, guardando al futuro, occorre prendersi almeno un giorno di stacco e valutare in modo obiettivo, come se si fosse degli “esterni”.
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Stradivari says:
Gen 26, 2012
Analisi lucida e ineccepibile. Le banche sono soggetti privati, che pertanto adottano politiche di prezzo e servizio autonome, ma che di contro beneficiano di periodici aiuti statali e comunitari straordinari, mai visti per imprese del vero settore privato. Mi è capitato spesso di vedere commissioni applicate senza una logica e senza un tetto, svincolate da contratti, basate solo sul fatto di essere controparte forte nel rapporto. Perchè non intervenire a livello legislativo per mettere un tetto a questi abusi? Le nostre PMI sono soggetti diffusamente sottocapitalizzati, non si tratta di dettagli.
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