Il decreto liberalizzazioni avrà soltanto l’effetto di spostare alcuni costi, leggasi commissioni bancarie, da determinate categorie di correntisti a quelli che faranno più operazioni. E’ stato pensato per andare incontro a chi sarà obbligato ad aprire un conto corrente per rispettare le nuove norme sulla tracciabilità dei pagamenti, come i pensionati. Questo decreto prevede anche dei limiti alle commissioni di prelievo Bancomat: si vuole in generale incentivare l’uso della carta elettronica. Ma sappiamo che nulla si distrugge e nulla si crea: le banche italiane devono recuperare queste commissioni e lo faranno a scapito delle aziende. Già sappiamo che le banche italiane fanno fatica ad approvvigionarsi sul mercati dei capitali, scontando il rischio paese, hanno dei bilanci falcidiati dalle svalutazioni e dalle sofferenze, cercano di far aggregazioni e ridurre i costi, anche con una politica degli esuberi, non rinunceranno certo a queste commissioni. Ci ricordiamo che le banche hanno, chi più chi meno, recuperato il mancato introito delle commissione di massimo scoperto abolito nel 2009 con una bella commissione di affidamento. E anche stavolta assisteremo ad un aumento delle commissioni … anche se verrà giustificato con la ormai ricorrente: “manovra massiva”. Consigli: non è una novità assistere a questi aumenti generalizzati, l’unica difesa è concentrare l’operatività su alcuni istituti dopo averli sottoposti a una specie di “beauty contest”, selezionandoli in base alle loro peculiarità e alle specifiche operazioni che vuole effettuare l’azienda. Si possono spuntare condizioni migliori che non distribuire piccoli volumi su più istituti di credito. A proposito, il problema relativo ai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione non è stato affrontato. Confidiamo in tempi migliori.

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