È vera liberalizzazione dei farmaci? Proviamo a commentare le misure che il Governo si appresta a varare.
1) La prima misura prevista è il rilascio di nuove licenze per l’apertura di farmacie, da assegnare tramite concorso. L’obiettivo è di passare da una farmacia ogni 4000-5000 abitanti a una ogni 3000 abitanti, avvicinandoci così alla media europea: in sostanza, ci sarebbero circa 7000 farmacie in più. È noto che il settore farmaceutico è per definizione anticiclico, la domanda globale di farmaci è quasi totalmente indipendente dalle fasi del ciclo economico. Per questo, con l’aumento del numero di farmacie i guadagni per le singole farmacie diminuiranno, visto che la torta da spartirsi è sempre la stessa! Detto in soldoni, avremo meno farmacie “miliardarie” e più farmacie “milionarie”; per il cliente finale vedo pochi benefici, se non qualche sconticino in più sui prodotti diversi dai medicinali. Un beneficio sull’occupazione ci sarà di sicuro, ma sarà parzialmente compensato dal ridimensionamento delle attuali farmacie.
2) Seconda novità in cantiere: I giovani laureati in farmacia potranno associarsi e gestire una farmacia. Questa misura faciliterebbe l’assegnazione delle nuove licenze, permettendo ai giovani di entrare nel mercato del lavoro in modo “paritario”.
3) La terza misura appare la più critica: estendere alle parafarmacie la vendita dei farmaci di fascia C, ovvero quelli senza ticket, ma che richiedono la prescrizione medica. Però attenzione: la misura prevede che le parafarmacie potranno venderli soltanto nelle Regioni cui non sia stato assegnato entro il primo marzo 2013 almeno l’80% delle farmacie messe a concorso! Per come la vedo io, questa non è vera liberalizzazione: se i concorsi andranno a buon fine, il mercato dei farmaci di classe C rimarrebbe comunque “chiuso”. Il business è enorme, vale 3.1 miliardi all’anno, cioè il 12% della spesa farmaceutica degli italiani; la timidezza del governo verso questa apertura è forse dovuta al fatto che con questi farmaci le farmacie fanno subito cassa e possono pagare subito i grossisti, mentre devono aspettare minimo 90 giorni per incassare dal Servizio Sanitario Nazionale i soldi per la vendita dei farmaci rimborsabili; la totale apertura al mercato favorirebbe gruppi più grandi, con maggiori disponibilità finanziarie, come le parafarmacie nella grande distribuzione o le nuove catene pronte ad entrare (si parla ad esempio di “Essere Benessere” pronta a rilevare la rete Blockbuster, ormai in liquidazione).
4) Infine, quarta ed ultima novità, il medico di famiglia dovrà indicare nelle ricette l’eventuale farmaco generico equivalente; i clienti e il ssn spenderanno meno, difficile stimare quanto.
Quindi, venendo alla domanda posta all’inizio, per ora possiamo ritenere che si profila un’occasione perduta per la concorrenza; basta pensare che solo sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, ipotizzando uno sconto del 10%, libererebbe 300 milioni all’anno, non sarebbe poco, invece dobbiamo ancora aspettare…!
6 comments
ace69 says:
Gen 30, 2012
… non credo che si risolverà molto soltanto aprendo un po’ di nuove farmacie! Non vedo perchè i prezzi dei farmaci dovrebbero diminuire (salvo forse come effetto indiretto della prescrizione dei farmaci generici in ricetta, ma ho i miei dubbi). La misura più efficace, ovvero la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C, è stata di fatto congelata… anzi, le parafarmacie avranno pure la concorrenza delle nuove farmacie!! Sono perfettamente d’accordo: occasione perduta!!!
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gino berto says:
Gen 30, 2012
ah…le farmacie!! che lobby potente. Sarà mai scalfita dalla timida liberalizzazione del governo? Davvero potrebbero ridurre i loro guadagni cosiderevoli? Il mercato del farmaco è enorme e in continua crescita: i motori sono
– la scarsa prevenzione
– l’invecchiamento della popolazione
– la qualità di vita che cerchiamo sempre di migliorare
– l’arrivo nel nostro territorio di persone con difese deboli verso le nostre malattie
Se poi consideriamo che il margine di guadagno parte da 35% e arriva, con gli sciroppetti, a non si sa quanto, si comprende perchè la lobby vuole rimanere tale e non aprire a niente e a nessuno.
Un paio di intriganti interrogativi: chi comprerà queste eventuali nuove farmacie o questi eventuali nuovi canali di vendita del farmaco?
Questo tipo di liberalizzazione porterà qualche benefio al consumatore?
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luca bacci says:
Gen 30, 2012
È vero, caro Gino, questi sono alcuni dei principali fattori che sostengono la spesa farmaceutica. Chi comprerà le nuove farmacie? tutto dipende da come verranno assegnate le nuove licenze, tramite concorso cui potranno partecipare le persone abilitate all’esercizio della professione, cioé i laureati in farcimacia. Auspico che siano soprattutto i giovani che potranno associarsi con zero costi burocratici.
Benefici per il consumatore finale? ne vedo al momento pochi, visto che le parafarmacie sono rimaste ferme al palo ed il business è troppo grande perché ci sia vera concorrenza. le attuali farmacie situate in comuni di medie dimensioni guadagneranno un po’ meno.
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paco70 says:
Gen 30, 2012
La concorrenza fa sempre bene.
Ben venga la liberalizzazione!
Ma se volessimo pensare di far risparmiare i clienti ma sopratutto il SSN si potrebbe ad esempio intervenire per permettere l’acquisto di tutte quelle forniture di prodotti particolari (cibi per diete speciali, accessori vari), oggi a carico del SSN a prezzi decisamente non concorrenziali, non solo nelle farmacie o nei negozi aurorizzati ma anche nella grande distribuzione, dove gli stessi prodotti si trovano a prezzi inferiori anche al 50%!.
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Aureliano 67 says:
Gen 30, 2012
sono perfettamente d’accordo con paco70, ho provato molta delusione nel vedere che queste “rendite di posizione” non sono state per nulla scalfite!
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Aureliano 67 says:
Gen 30, 2012
mi metto nei panni delle parafarmacie! Non solo non hanno ottenuto di poter vendere i farmaci di fascia C, ma avranno pure la concorrenza spietata di 5000 nuove farmacie! Cornute e mazziate….. alla faccia della maggiore concorrenza…..!!
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