I promotori dell’Euro si sono sempre basati sul presupposto che una moneta forte avrebbe posto le economie più deboli al riparo dalle turbolenze finanziarie. Inflazione sotto controllo, bassi tassi di interessi avrebbero favorito crescita, sviluppo e convergenza graduale delle economie. In un primo momento questo assunto di chiara marca monetarista aveva provocato in Paesi come la Grecia ed anche l’Italia, abituati a tassi di interesse ed inflazione alti, una falsa impressione di ricchezza e di benessere. A lungo termine , questa prima impressione si e’ scontrata con una realtà economica ben diversa. L’ euro, concepito come ombrello monetario, si e’ trasformato in un capestro debitorio per i Paesi più deboli . L’impossibilità di svalutare la moneta per salvare le industrie locali unita all’impossibilita’ di utilizzo della leva inflazionistica per diluire il debito, sono elementi che hanno concorso pesantemente al colpo di grazia per l’economia reale di Paesi come la Grecia.
Come molti analisti hanno fatto notare, l’impossibilita’ di adeguare il modello produttivo dei PIIGS al modello tedesco, orientato molto sull’export e sul controllo dell’inflazione, ha via via disincentivato nuovi investimenti produttivi nelle aree periferiche dell’Euro. Molte imprese si sono concentrate ad investire laddove le rendite erano piu’ alte (immobili, concessioni statali, etc) ma a scapito della comunità, con il beneplacito silenzioso dei governi. Non e’ un caso che grazie alla politica restrittiva anti inflazionistica dei tedeschi, all’opportunismo di Paesi del nord Europa come l’Olanda, ed alla scarsa lungimiranza dei politici italiani, il Belpaese sia diventato nell’ultimo decennio un importatore netto di beni, rispetto agli anni ’90 quando la dinamica industria italica produceva avanzi commerciali di riguardo. Interessante notare come proprio in quegli anni il saldo delle partite correnti della Germania riunificata era in profondo rosso. In conclusione: si può morire di EURO ?
Mi viene in mente la bellissima canzone di Gianni Bella “Non si può morire dentro”, ma oramai appare chiaro che in questa situazione si rischia veramente di morire d’euro .
A due anni dalle prime misure della BCE per la Grecia i creditori sono riusciti a trasformare un’economia cresciuta a ritmi del 4% per quasi un decennio, in un malato terminale da accanimento terapeutico. Gli ultimi dati parlano di un disavanzo di bilancio dell’8,5% nel 2011, di una recessione che oramai si protrae da 11 trimestri , di un tasso di disoccupazione schizzato in due anni dal 7,7 al 18% .
E a poco servono le dichiarazioni del governo Papadimos che promette un avanzo primario di 3,2 miliardi di euro nel 2012, dai meno 24 miliardi del 2009 : il surplus e’ una buona notizia certo, ma per i creditori. Per la popolazione greca l’impatto sociale è durissimo. Inoltre, nel turbinio di brutte notizie sulla crisi, non si riesce a intravedere ancora all’orizzonte alcun gruppo multinazionale interessato a rilevare quote di controllo di aziende elleniche, pubbliche o private, nonostante il valore delle società in Borsa abbia raggiunto livelli veramente bassi.
Sembra che il destino della Grecia sia segnato, ossia continuare a sopravvivere per anni nella miseria per salvare la moneta unica tedesca. Nella storia millenaria della cara Ellade, mai catarsi fu più lunga e paradossale di quella che stiamo vivendo.
8 comments
Aureliano 67 says:
Dic 27, 2011
… bella analisi, però non diamo tutte le colpe all’euro; la Grecia ci ha messo del suo, con bilanci falsi, riforme rimandate per anni e una evasione fiscale spaventosa….
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wicks says:
Dic 29, 2011
L’euro imponeva forti vincoli di bilancio e questo i nostri politici, che hanno aderito, lo sapevano molto bene, ma non hanno avuto il coraggio di fare anzitempo le necessarie riforme per contenere la spesa pubblica e favorire l’economia reale, forse contavano sulla crescita “infinita” dell’economia?
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Pericle 68 says:
Dic 29, 2011
Concordo con te pienamente sulle responsabilita’ della Grecia; il fatto che mi premeva maggiormente sottolineare era il discorso piu’ generale e vasto della salvezza dell’Euro e di cosa vi sia dietro … perche’ non dimentichiamoci che la Grecia in Europa l’hanno accettata proprio quei Paesi che hanno fatto anche finta di non vedere i suoi bilanci “contraffatti”…
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ginobigio says:
Gen 6, 2012
Caro Adoni,
bravo! la tua analisi mi è piaciuta molto perchè molto realistica.
Speriamo nel solito stellone questa volta non solo per l’italia ma anche per l’intera Europa.
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Pericle 68 says:
Gen 6, 2012
Gino , il tuo commento mi onora veramente molto.Grazie. Mi auguro lo stesso anch’io ovviamente per i nostri Paesi e per l’Europa intera!
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Stradivari says:
Gen 16, 2012
L’analisi è molto lucida ed anche amara, concordo sul fatto che per la Grecia valgano in parte le questioni italiane: evasione alle stelle, disinvoltura nella spesa pubblica, corruzione ed un continuo rinvio alla legislatura successiva di riforme non più derogabili
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Andrea says:
Gen 18, 2012
La Grecia è un caso particolare di forte malagestione dei conti pubblici, tuttavia, le forze economiche che l’hanno ridotta così sono comuni agli altri Paesi Europei.
Nessuno ce lo dirà mai perché è contrario al libero mercato europeo, ma l’opinione pubblica italiana deve reagire comprando il prodotto italiano (perché molti prodotti italiani vengono venduti solo in Internet?) anche se a premio sui prodotti stranieri. Gli imprenditori devono raccogliere le opinioni dei consumatori ed impegnarsi a migliorare il prodotto ogni volta che è possibile e fare efficienza produttiva aumentando le economie di scala.. La Grecia ce l’ha già detto: un Paese senza un industria forte e senza servizi avanzati è destinato a scomparire.
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Andre says:
Lug 30, 2014
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ñýíêñ çà èíôó!
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