Contribuenti, tutti in fila! In questi giorni, migliaia di lavoratori dipendenti vanno all’incasso degli 80 euro promessi dal decreto Renzi, che su questo punto – ma non solo – ha fondato la sua vittoria elettorale. Ancora una volta, commentiamo un intervento dettato dalla contingenza politica, che dà un pur legittimo aiuto a chi detiene redditi da lavoro ed ignora quasi completamente il mondo produttivo, che il lavoro lo dovrebbe creare. Le imprese vengono infatti blandite esclusivamente da una misera riduzione dell’aliquota Irap (dal 3,9% al 3,5% per il 2014), l’imposta più odiata da chi fa impresa, che costringe a passare alla cassa anche in situazioni di perdita e forte crisi.
Per recuperare subito gettito e rendere spendibile a livello mediatico il provvedimento, ancora una volta si è posta mano alla leva fiscale. Infatti, oltre ad un generico riferimento alla mitologica lotta all’evasione fiscale, che cosa interviene? Un pesante aumento del prelievo sulle rendite finanziarie. Interessi sui conti correnti bancari e postali, plusvalenze per cessioni di azioni ed obbligazioni, dividendi su partecipazioni, passeranno tutti dal 20 al 26%. In aggiunta ovviamente all’incremento voluto da Monti sulle imposte di bollo. Sono stati esentati solo gli interessi sui titoli di Stato.
Come per la tassazione sugli immobili, questo ambito è ammantato da considerazioni fortemente ideologiche, figlie di una concezione anacronistica del mondo. Per quale motivo deve esserci una sproporzione impositiva tra il pensionato che lascia i suoi risparmi sul conto corrente postale tassato al 26%, e quello che investe in titolo di Stato tassati al 12,5%? Sanno lorsignori che i mitici Bot sono ormai in gran parte appannaggio di banche straniere? E ancora: perché il titolare di quote in una piccola Srl, magari unipersonale, deve subire un aggravio di 6 punti sugli eventuali dividendi, mentre se investe in titoli di Stato resta indenne da tale aumento e risparmia il 13,5%? Si tratta ovviamente di utili sui quali l’imprenditore ha già pagato Ires e Irap, arrivando oltre il 50% di tassazione reale! Non c’è poi da stupirsi che il sciur Brambilla, o magari suo figlio, vengano regolarmente assaliti da tentazioni di espatrio.
Queste sono solo alcune domande che sollevano una riflessione: il sistema di tassazione va ripensato nel suo insieme, mettendo mano ad una revisione organica che riconsideri le dinamiche reali della nostra società. La Costituzione afferma che ognuno deve contribuire in funzione della propria capacità contributiva. Occorrerebbe precisare meglio questo aspetto, per evitare che chi risulta troppo “capace” per lo Stato italiano diventi incapace, per scoramento e disperazione, di dare un futuro a questo Paese.
5 comments
luca bacci says:
Giu 4, 2014
Eminenti personaggi dello Stato continuano a ripetere “o riforme o non si cresce”. Peccato che poi si preferisca sempre percorrere la strada più semplice, quella delle tasse. E aggiungo che hanno iniziato a cambiare anche la tassazione sui fondi pensione portandola dal 11% al 11.5%… Ma conviene davvero mettere da parte i nostri beneamati soldini ?
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david p says:
Giu 4, 2014
La più geniale di tutti però è sempre la Commissione Europea con le sue raccomandazioni…. Avete sentito l’ultima di lunedì? Raccomandazione per ridurre le tasse sul lavoro: aumentare quelle sui consumi!!!!
Caro Luca, la risposta alla tua domanda è servita!
Con buona pace della spending review del fantasmatico Cottarelli, il cui stipendio ormai è da iscrivere tra le sopravvenienze passive.
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lorella pozzi says:
Giu 8, 2014
Michele ho apprezzato complessivamente le tue riflessioni, in particolar modo il commento scorato e conclusivo che fa riferimento al concetto statale di contribuzione per ” capacità contributiva”.
A me sembra che la “capacità contributiva” sia stato/è il cavallo di battaglia del maggior numero di governi dal boom economico sino ad oggi avverso il ceto medio, medio-alto e che sia stata sempre utilizzata in difesa dei veri (in alcuni casi) / falsi (in molti altri) deboli e dei veri ricchi ( che sono in percentuale minima in numero ma elevata in valore patrimoniale e reddituale).
Negli ultimi 3 anni a mio avviso c’è stata esasperazione schizofrenica nell’uso o meglio abuso di essa; i risparmi mobiliari vengono massacrati insieme a quelli immobiliari attraverso un bombardamento di tasse e imposte di vario genere, di cui le principali:
– proprietà immobiliare (dopo la tassazione del reddito di lavoro che ha permesso l’acquisto e la tassazione dell’acquisto attraverso imposta di registro, bollo,.. o varie di successione)oggi si paga: IMU+ Tasi + Tari;
– proprietà mobiliare (dopo la tassazione del reddito di lavoro) si paga: imposta di bollo fissa di 34 eu sui c/c e depositi + imposta di bollo sui depositi ad aliquota crescente per anno (0,1% 0,15%, 0,2%) equivalente a una patrimoniale fissa + reddito/rendita dal risparmio ora al 26% oltre alle ingenti e succhia sangue commissioni e spese imposte dalle banche
Ci rendiamo conto dell’assurdità di questa situazione?
Dove vanno a finire questi miliardi di incassi ? Dentro un profondissimo buco nero senza fondo qual è la spesa pubblica incrementata dall’elevatissima corruzione ! Credo che siamo tutti d’accordo che gli ultimi casi Expo e Mose non siano gli unici all’interno del sistema: ci sono i grandi scandali che vengono alla luce della ribalta, quelli che non emergono e migliaia di piccoli-medi.
In questo contesto non riesco a credere che Renzi riesca ad attuare delle riforme per ristabilire la reale equità sociale e contributiva tra i cittadini, lo Stato con i suoi Manager ed i lavoratori, i Manager ed i professionisti privati.
Non mi addentro sulla questione degli 80 euro ma faccio solo presente che a maggio alcuni dipendenti hanno portato a casa + 80 euro, altri con reddito leggermente più alto si sono visti alleggeriti lo stipendio di varie decine di euro, per non parlare dei pensionati con pensione di 1100 euro che da febbraio ne incassano circa 30 in meno e non sanno perché.
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lorella pozzi says:
Giu 8, 2014
David, anch’io non potevo credere alla raccomandazione della commissione europea di aumentare la tassa sui consumi!!!!!!!!! Incredula, incredula..
Come possiamo farcela, siamo accerchiati!!!
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Michele D' Apolito says:
Giu 8, 2014
La mia attualità di questo periodo è fatta di colloqui con imprenditori ai quali devo esporre le ragioni della tassazione “monstre” sul reddito (in alcuni casi intorno al 70% complessivo). Dinanzi a questo stato di cose, ampiamente discusso nel passato sul blog, notiamo che lievitano gli annunci, in assenza di novità sostanziali. Mi auguro che con la delega fiscale, nelle mani del Governo, possa arrivarsi davvero ad un complessivo riordino del sistema di tassazione, oggi non più sostenibile: questo è davvero uno snodo cruciale per farci tornare un Paese normale, dove le imprese paghino il giusto e chi ha effettivamente di più contribuisca in ragione di quanto è necessario ed equo per la coesione sociale.
Finché non si metterà allo studio una riforma vera in tal senso, ogni manovra sarà una boccata di ossigeno per qualcuno ed una bella inalazione di gas nervino per la maggior parte degli altri
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