La vittoria di Renzi è comunque una buona notizia, che si voti o meno PD. La sua ascesa, avvenuta in un partito che sembrava difficilmente scalabile da soggetti esterni alla nomenclatura, è senz’altro un fatto nuovo, da leggere con attenzione e non inquadrare in facili cliché. Il sindaco di Firenze si è guadagnato il suo turno, ha vinto e si toglierà parecchi sassolini dalle scarpe. Il fenomeno, per certi versi, fa il paio con quanto succede a destra con Alfano, il diversamente berlusconiano, che zitto zitto ha messo all’angolo il sovrano di Arcore e prova a ricostruire un’area moderata meno leaderistica e più moderna.

Qualche distinguo però va fatto: Renzi ha avuto una significativa legittimazione della base ed ora è il numero uno, Alfano dovrà invece affrancarsi dalla presenza incombente di Berlusconi, ancora depositario di gran parte del consenso; inoltre, il PD è ancora un partito unito, almeno formalmente, mentre l’ex PDL si è spacchettato in almeno tre tronconi (considerando l’ala destra di La Russa & C.). Staremo a vedere se le due sponde riusciranno a partorire qualcosa di nuovo. In questo momento siamo obbligati alla fiducia, a credere che, per citare l’ex rottamatore, il meglio debba ancora venire. Tutto starà a vedere gli effetti che si avranno sui due blocchi in questi mesi, se vi sarà continuità e consolidamento dei nuovi equilibri, o se il richiamo delle urne spariglierà di nuovo il tavolo.

Di certo, Renzi incalzerà da subito il Governo, vedremo scintille, ultimatum e fibrillazioni a ripetizione, statene certi. Speriamo solo che, dopo le parole e i tanti slogan, la politica intera imprima una direzione più coraggiosa a questo Paese, torni ad essere incisiva ed utile, facendo sentire la propria voce dentro e fuori i nostri confini. Una voce possibilmente più forte e più credibile. Ne abbiamo bisogno, da subito, ed avere facce nuove consente almeno di aprirsi all’ottimismo. Largo ai giovani, verrebbe da dire, anche se solo da noi si considera giovane un quarantenne. Ed anche questo, a ben pensare, è un’altra anomalia tutta italiana.

 

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