Comunque la si pensi, da sostenitori o da avversari, le primarie del centrosinistra sono state una bella pagina di democrazia. Il confronto è apparso aperto e coinvolgente, ha riacceso un desiderio di partecipazione sepolto sotto anni di frustranti e sterili contrapposizioni. Nel duello televisivo finale i due contendenti si sono affrontati a viso aperto, marcando le loro differenze senza colpi bassi.
Il Padre punta sull’esperienza, non promette miracoli, tenta di rassicurare sostenitori attuali e potenziali. Il Figlio si sforza di dare l’immagine del giovane baldanzoso e coraggioso, senza tabù e timidezze. Il primo rivendica con orgoglio le sue famose “lenzuolate” liberalizzatrici e ne promette di nuove. Il secondo fa leva sulla sua azione di giovane amministratore, annuncia l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti ed una lotta decisa agli apparati ed ai costi della politica. Il segretario appare ferrato sui contenuti, ma certamente più legato agli schemi tradizionali dell’azione politica e sindacale che in tante occasioni hanno ingessato il cambiamento. Il sindaco cerca a tratti di sorprendere, di mettere in campo qualche idea nuova, è simpatico e ammiccante, a tratti appare un po’ ingenuo ed idealista.
I due spunti più belli, uno per parte. Bersani quando dice che le liberalizzazioni sono di sinistra, dal momento che la democrazia dà regole al mercato, a differenza del liberismo dove il mercato dà regole alla democrazia. Renzi quando parla di meritocrazia nella scuola, e sostiene che dare dignità agli insegnanti, difendendone il valore sociale, vuole anche dire premiare chi vale di più e sanzionare chi non fa il proprio dovere. Ha coraggio da vendere il ragazzo.
L’Europa, con la sua austerità, è il convitato di pietra. Si parla di riduzione di tasse, di mettere soldi in tasca ai meno abbienti e perfino di elargire miliardi al ceto medio. Nessun cenno a come e dove tagliare le spese, oltre a misure simboliche. In compenso, alla Merkel e alla Germania diremo con orgoglio che noi non siamo mica qui a suonare il mandolino, che siamo un popolo serio, discendenti di Spinelli e De Gasperi. Noi lo diremo, loro si convinceranno. L’importante è crederci, ed anche sognare un po’. Almeno per questa sera.
8 comments
stradivari says:
Dic 1, 2012
Degna chiosa per il solito libro di buoni propositi di ogni campagna elettorale.
Bersani ha più spessore e competenza, oltre che esperienza, ma si accompagna ad un gruppo dirigente ormai impresentabile e prospetta alleanze in stile Unione di Prodi.
Renzi propone un’idea più europea di centro sinistra, da maggioritario autosufficiente, ed ha il vantaggio di essere fresco e nuovo. Come fazione non avrei dubbi nel scegliere la via renziana, ma il problema e’ che il ragazzo sembra un promoter di telefonia mobile più che un primo ministro in pectore.
È inconsistente e demagogico, ed il valore della gioventù da solo non può bastare
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marzio lenzi says:
Dic 1, 2012
È vero, sono stati accattivanti.
Ma, attenzione agli incantatori. In entrambi rimane una buona dose di demagogia e di buoni propositi elettorali. Con alto rischio che si rivelino illusori, seppur in buona fede.
Nel dubbio, che sia meglio l’incognita del nuovo, piuttosto che la certezza del già visto?
Sacrosanto il criterio della meritocrazia e della dignità da riconoscere agli insegnanti.
Insieme alla Giustizia, la rivalutazione della Scuola è fondamentale per la crescita e per tutto il resto.
Per quanto riguarda l’Europa e i mandolini, oggi ho visto il TG1, dove è stato dedicato un bel po’ di tempo ad un servizio sulle commistioni tra camorra e nuovi melodici alle feste nel napoletano, con lungo sottofondo di serenate e di canterini.
Ci sarà stato qualche tedesco a vedere il TG! Se fosse corso a telefonare alla Merkel per dirle: “Io a quelli lì non voglio dare un euro!”, come dargli torto?
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gino berto says:
Dic 1, 2012
Bersani e Renzi: a chi affidare l’Italia nel prossimo futuro? L’italia, coacervo di problemi e difficoltà interne che fuoriescono da una cornucopia a bocca larga. L’italia che dovrà affrontare e collaborare con l’Europa, sempre più attenta, direttiva e poco disponibile allo nostro stile, a tutt’oggi troppo presente nei nostri comportamenti. L’Italia che dovrà giocarsela con il resto del mondo nell’arena della globalizzazione, con le risorse, l’innovazione, la competitività che sono ormai insignificanti. A chi affidare queste situazioni così complesse? Difficile dirlo, se persino l’attuale Premier ha difficoltà immense a cambiare e competere.
Mi sforzo. L’esperienza pregressa in posizioni di grossa responsabilità, la capacità di agire previa pianificazione, la rettitudine sempre al mille per mille, la coerenza con le idee che sono affidate alla parte, sono punti forti per tentare di prendere per mano il nostro paese. O forse no?
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adone paratore says:
Dic 1, 2012
Bersani- Renzi. Padre e Figlio li definisci David. Mi sembra un parallelo azzeccato.Cosi come mi ritrovo pienamente nel commento di Stradivari.
D’altronde fin’ora queste primarie sono state le uniche a farci tornare un po’ la voglia di partecipazione.Dall’altra parte sono ancora li’ a decidere se non sia il caso di far ri-scendere lo….Spirito Santo in campo !!
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italyFromAbroad says:
Dic 1, 2012
Spero che cotanta eleganza ci sarà anche nei dibattiti politici pre-elettorali..
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maxfal says:
Dic 3, 2012
Sicuramente l’incontro dei due è stato gestito correttamente e con maggior evidenza ai contenuti. Personalmente avrei permesso piena libertà di voto nel ballottaggio; un partito “democratico” per eccellenza non avrebbe dovuto chiudere a nessuno la possibilità di dare evidenza della volontà, anche solo in questa seconda fase. Di fondo resta per me l’annoso tema di chi deve/può fare attività: il politico di professione o la persona “prestata” alla politica?
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giulia rossi says:
Dic 3, 2012
Ed eccoci qui a “giochi” conclusi: ha vinto la sinistra “vera”, quella di Bersani ma anche della Bindi(ce ne libereremo mai?), peccato abbia così perso l’opportunita’ di assicurarsi una maggioranza forte in futuro e quindi un ruolo da protagonista. La cosa più grave è che con tutti quelli a cui ha impedito di votare per Renzi al ballottaggio ha dimostrato di non sapere cosa sia la democrazia, l’onesta’ ed il coraggio … rimane Monti vista l’assenza di alternative … non credo ci sia da festeggiare, solo da riflettere.
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alessandro m says:
Dic 10, 2012
De Gasperi aveva preconizzato la possibilità di corruzione in movimenti di pensiero che sarebbero diventati partiti, con le loro strutture burocratiche da mantenere. Purtroppo aveva ragione.
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