Non c’è due senza tre. Il contesto è istituzionale, i due contendenti siedono intorno al tavolo semicircolare. L’atmosfera è quella delle riunioni alla Casa Bianca. Il moderatore è di fronte. Il tema è la politica estera. Il Presidente, che è il comandante in testa dell’esercito, gioca in casa. Romney ha studiato con profitto, ma perde di mordente nelle risposte, mentre il Professore incassa qualche colpo e con eleganza incalza, conscio che questa volta è lui il Leone.

Il Medio Oriente occupa la quasi totalità del dibattito. Dopo le parole del Netanyahu all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si riflette su cosa fare se Israele dovesse lanciare un attacco preventivo sull’Iran e su come comportarsi sull’atomica Iraniana. Il voto pragmatico della comunità israeliana può determinare il risultato elettorale. L’alleanza con Israele è sacrosanta. Romney lo dice con parole forti e Obama lo ripete con i fatti, organizzando “proprio in questi giorni” una delle più imponenti esercitazioni militari con Israele. Sull’Iran, per entrambi l’atomica “non s’ha da fare”, ma non c’è divergenza sui tempi e sui modi.

Dopo un’ora e dieci minuti sul Medio Oriente si parla della Cina. I candidati hanno toni moderati, che però si fanno più tesi quando si discute della violazione dei diritti internazionali e della manipolazione del renmimbi. Romney conferma che dichiarerà la Cina un “currency manipulator” non appena sarà alla Casa Bianca a costo di scatenare una guerra commerciale. Alla fine le due scuole di pensiero non cambiano: entrambi sostengono che gli Stati Uniti debbano avere un ruolo centrale nella definizione degli equilibri internazionali nell’interesse di tutti, ma da una parte c’è il Romney-pensiero, con il fucile carico, dall’altro l’Obama-pensiero, che con l’aiuto degli alleati soffoca il nemico.

Finisce il dibattito ed è come aver visto i supereroi. Le tensioni internazionali ci sono, ma gli Stati Uniti toglieranno l’atomica agli iraniani, faranno apprezzare la valuta cinese e tuteleranno i diritti d’autore e la libertà economica. E un giorno, forse, quando avranno risolto i loro problemi, magari sistemeranno i nostri…

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