Una delle affermazioni più stonate e demagogiche che potessimo ascoltare in questi giorni è quella secondo la quale l’IMU (ex ICI) dovrebbe essere applicata solo per il 2012 e dunque nuovamente abolita dal 2013. Ma come si fa a sostenere ancora una cosa del genere?? Ma come si può seriamente dare un messaggio di questo tipo ai cittadini?? Con la situazione della nostra finanza pubblica?? Le ipotesi sono due: ignoranza crassa o bieca volontà di raccattare un po’ di facile consenso.
Detto questo, noi del Laboratorio sosteniamo con chiarezza:
1. si metta finalmente mano seriamente alla spesa pubblica, non con “tagli lineari” (che comunque mi pare fossero meglio del nulla in cui siamo finiti…) ma con tagli finalmente selettivi, in primis ai costi della politica; a proposito, stendiamo un velo pietoso sugli avvenimenti di questi giorni.
2. le risorse recuperate servano a ridurre le tasse, ma NON quelle sui patrimoni (ivi incluse le case, che sono tassate in tutti i Paesi avanzati) ma piuttosto quelle sul reddito, a partire dalle fasce più basse. Anzi arriviamo a dire (come sostiene Michele D’Apolito nel recente articolo): è auspicabile in questa situazione una ragionevole imposta sulle grandi ricchezze per sgravare le prime fasce di reddito, non solo per un problema di solidarietà e coesione sociale ma anche per sostenere immediatamente la domanda interna.
In conclusione: la crescita ci può essere solo incentivando l’impegno, il lavoro, i consumi, l’intrapresa dei cittadini a tutti i livelli. Gli attuali livelli di tassazione sono totalmente frustranti e scoraggianti. Oggi non conviene fare sforzi aggiuntivi, tanto non c’è alcun ritorno, “va via tutto in tasse”. La leva fiscale, che in questa situazione di finanza pubblica non può essere depotenziata, deve però essere ri-orientata dalle persone alle cose, dal reddito al patrimonio, dalla ricchezza futura alla ricchezza passata.
11 comments
maxfal says:
Apr 13, 2012
Come dice David il timore è sempre quello di seguire la regola del gambero (tipica italiana), alternare passi avanti a passi indietro, piegando le logiche del buon senso e della buona amministrazione a quelle del consenso elettorale. Oggi noi abbiamo alcune emergenze sul piano della pressione fiscale che non sono più prorogabili: 1) la riduzione del costo del lavoro e del cuneo fiscale- non è pensabile infatti che una persona costi ad una azienda 100/110 ma in busta paga percepisca poco più della metà; 2) occorre colpire maggiormente le rendite e molto meno i redditi- è l’unico modo per riattivare i consumi.
Ma come hai detto tu ciò non sarà mai possibile se non termineranno gli enormi sprechi pubblici. Perchè allora, fra le tante autority create(spesso inutili)non prevederne una(magari affidata ai cittadini) che controlli le spese delle amministrazioni e degli enti?
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david p says:
Apr 13, 2012
E invece leggo di una ennesima authority per controllare i bilanci dei partiti… Ma perchè mai?? Non c’è già la Corte dei conti?? Domanda retorica ovviamente… altre prebende in arrivo!!
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gino berto says:
Apr 13, 2012
Davide, perfetto!! Solo un pensiero: nessun velo pietoso da stendere sui recenti avvenimenti politici. Anzi, proprio per rinforzare le tue proposte, è il momento giusto per far esplodere un sistema che è di una arragonza, menefregismo, avidità, supponenza tali da essere propri solo di una stupidità totale. Ma davvero si può pensare di manipolare il popolo italiano fino a fargli credere che tutto è in ordine? che la crisi non esiste? che è fortunato ad avere questa classe politica? che ruby è la nipote di Mubarak? che la regione Lombardia ha bisogno di consiglieri quali il trota e la minetti? che la spada della lega è la barriera contro le ruberie romane?…. Niente veli pietosi, c’è troppo da fare per squarciare tutti quelli che benevolmente sono stati stesi in questi anni. Pensiamo solo per un momento a come i partiti stanno cercando di aggirare, ancora una volta, il loro vergognoso sovvenzionamento pubblico. Devo confessare che talvolta mi pervade un senso di impotenza; temo che non si riesca a bloccare questo andazzo: la melma riesce comunque ad avanzare. Non rimane che rafforzare le nostre convinzioni di onesti, normali, cittadini. E il tuo laboratorio aiuta davvero. La storia insegna che chi produce melma verrà travolto dalla medesima: e gli eventi recenti nazionali e internazionali lo testimoniano.
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david p says:
Apr 13, 2012
Hai ragione Gino. Faccio ammenda per il velo pietoso. Ora servono solo denuncia e indignazione!
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spolly says:
Apr 13, 2012
Ieri ho assistito ad un dibattito politico televisivo nel quale si trattava il tema dell’evasione fiscale da parte delle aziende.
Uno dei messaggi che ho colto è che un po’ di “nero” occorre pur farlo per poter sopravvivere e mantenere il posto di tanti lavoratori.
Ma se si evade il Governo deve poi aumentare le tasse per compensare, e l’aumento delle tasse deprime la crescita … insomma un cane che si morde la coda.
Forse sarebbe utile anche su questo tema avere il punto di vista del Laboratorio, stimolando prima un dibattito informale e poi recependo la sintesi in un articolo.
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david p says:
Apr 13, 2012
Ho sentito anch’io quel passaggio del dibattito! Hai ragione, è una questione davvero delicatissima, e la tua proposta di fare un sondaggio all’interno del Laboratorio e poi una sintesi è molto stimolante. Procederemo di sicuro a breve. Grazie!
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wicks says:
Apr 13, 2012
sono d’accordo! più tassazione sui patrimoni e meno sul reddito prodotto, Ma stabiliamo le giuste priorità, PRIMA si deve rivedere la spesa statale (c’è la Spending Review ora, speriamo produca qualche risultato…), poi possiamo spostare la tassazione perché altrimenti il reddito in più finisce per finanziare l’aumento delle tasse sui patrimoni (con i giusti distinguo ovviamente, del tipo è giusto tassare i grandi patrimoni a vantaggio della minore tassazione sui redditi bassi)
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alessandro m. says:
Apr 14, 2012
Condivido l’analisi/sfogo di David: oltre che un amico, è un fine pensatore :-).
I temi affrontati sono stati parecchi e anche io affronto alcuni temi, un po’ in ordine sparso.
Un argomento riguarda la nostra classe politica in genere, prendendo spunto dagli ultimi avvenimenti. Non voglio fare un discorso particolare perchè quando parlo di classe politica, mi riferisco alla generalità.
Lo spunto è quello di una delle tante trasmissioni in cui abbondano i politici. In una di esse, Rosi Mauro aveva detto che era un asino a scuola. Aggiungiamo che il Trota non sapeva ciancicare 2 parole in fila e Belsito non aveva né arte né parte. Ma come cavolo questo Paese sceglie i suoi rappresentanti? Coloro che non si sono mai impegnati né a scuola né sul lavoro ma pensano che la politica sia il Bengodi? Sulle maceria della seconda guerra mondiale era nata la migliore classe politica italiana. Persone che avevano rischiato la vita contro il fascismo. Ora la maggior parte (non tutti) sono avventurieri e arrivisti. Voglio vedere se un parlamentare ha la stessa passione con la metà dello stipendio attuale.
L’altro argomento: uscire dalla crisi. E se facessimo come gli islandesi? Certo è una provocazione. Ma tra il modello italiano, con il fiato addosso da parte delle istituzioni internazionali e tutte le volte cercare di elemosinare la sottoscrizione del nostro debito pubblico (ora sono le banche italiane che sottoscrivono, con i soldi della BCE) e il modello islandese, incarcerazione dei banchieri speculatori e nessun pagamento del proprio debito agli stranieri (visto che sono state nazionalizzate, il debito delle banche è poi diventato debito pubblico) c’è una via di mezzo? L’Italia potrebbe scegliere di tagliare del 30% o anche del 50% il proprio debito, o non rimborsare più nulla per 5 anni. In entrambi i casi sarebbe un default è ciò porterebbe ad un isolamento internazionale. Ma per quanto questo isolamento? E se così facendo si ripartisse in modo più spedito senza un fardello? Alcuni economisti già avvertono che queste politiche di lacrime e sangue uccidono il malato e siamo sulla via di non ritorno. Allora perchè morire per consunzione e dissanguamento? Sarebbe meglio affrontare in modo definitivo il problema ormai irrisolvibile con i soliti palliativi. Il che vuol dire: far fare un sacrificio a chi ha sottoscritto il debito pubblico (ahimè anche le banche nostrane … ma poi mi domando quanti imprenditori hanno sottoscritto il debito pubblico … io penso che abbiano preferito investire nella propria azienda, in qualcosa in cui credevano) oppure una tassa sui grandi patrimoni. Alla fine le due misure sono simili nell’effetto finale: servono ad abbattere la montagna di debito, non più scalabile. Utilizzano certo tecniche diverse. E poi…riformare lo Stato: uno Stato dalle istituzioni snelle, dove non vi siano italiani improduttivi che vivono solo grazie alla politica. A questo punto abbassamento delle tasse sulla parte produttiva del Paese. Solo così tutto sarà diverso. Ma forse su questo punto, sto già sognando.
Buona serata a tutti.
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adone paratore says:
Apr 15, 2012
Arrivando buon ultimo dopo i condivisibilissimi commenti di chi mi ha preceduto, in realta’ non rimarrebbe molto da dire ancora.Concordo con David sull’analisi e non posso non complimentarmi anch’io.
Colgo con interesse la provocazione di Spolly sul tema del “nero” come passaggio obbligatorio per molte imprese al fine di mantenere i posti di lavoro. Sarebbe interessante aprire un dibattito piu’ ampio e confrontarci apertamente dicendo le cose come stanno veramente in questo Paese. Avendo il coraggio di dire pero’ qualche cosa che vada oltre cio’ che sin’ora ci siamo detti sulle colpe della politica e del sistema in generale. Magari guardandoci un po’ meglio “in casa”. Del commento di Alessandro M. condivido tutto, ma vorrei aggiungere qualcosa alla sua arguta precisazione inerente la qualita’ media della nostra classe politica.A prescindere dagli avventurieri , da coloro che non hanno ne’ arte ne’ parte, verdi, rossi, neri o tricolori, non si puo’ negare che anche tra i rappresentanti parlamentari che per formazione culturale dovrebbero garantirci maggiore autorevolezza e pacatezza di giudizio,non vedo quell’afflato comune, quello sforzo unitario sufficente a garantirci le riforme di cui abbiamo bisogno.E cio’ si nota anche dal tipo di riforme ” a meta’ ” su cui tentano periodicamente di convergere. Senza peraltro addivenire ad alcun risultato.Piuttosto sconfortante.
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michele d'apolito says:
Apr 15, 2012
Colgo l’invito di Spolly e da responsabile della sezione fiscale di questo blog posso dire che avevamo già pensato di fare un articolo specifico sull’efficacia di uno shock fiscale, vale a dire di una proposta di drastica riduzione delle aliquote per “vedere l’effetto che fa”, per dirla alla Jannacci. Personalmente sono convinto che sia da ripensare la comunicazione e l’azione delle amministrazioni pubbliche ad ogni livello su questo punto: le tasse dovrebbero essere viste come una sorta di investimento su una più efficiente convivenza sociale, non come una valigetta di banconote buttate nel wc. Ergo, con l’attuale llivello di sprechi della macchina statale, foraggiate coi nostri denari, abbassare le aliquote porterebbe il default istantaneo dello Stato e farebbe si che quelli che evadono continuerebbero a farlo. L’azione deve essere a mio parere più armonica: inasprimento delle sanzioni pecuniarie e sociali per i grandi evasori, abbassamento della soglia del penale per imposta evasa, diffusione di messaggi di maggiore equità e rigore sociale (e qui torniamo ai temi della trasparenza e del taglio della spesa) e, sulla base dei risultati di quanto sopra, creazione di un fondo per la riduzione progressiva delle imposte. Si torna sempre alla politica: finche’ rimane questo sistema bicamerale, questa articolazione in enti locali ridondanti e questo individualismo sociale i messaggi di cui sopra restano pure chimere.
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cicolandia says:
Apr 30, 2012
Salve a tutti, concordo pienamente con quello sostenuto dal Dott. Pierantozzi! L applicazione, per un solo anno dell’IMU, costituisce l’ennesima presa in giro dei politici del Belpaese ai danni dei poveri cittadini ed aziende italiane che pagano onestamente le tasse! Questa non costituisce una delle soluzioni importanti atte a rastrellare soldi per i comuni a vantaggio delle casse del Governo centrale che non vengono più svuotate dall’Ente più vicino al cittadino! Bisogna innanzitutto ridurre di 2/3 la spesa pubblica atta a finanziare la classe politica, i partiti politici e gli sprechi da essi generati(riducendo numero dei Parlamentari, stipendi e benefit infiniti di cui godono); bisogna poi sgravare le aziende in maniera di favorire nuove assunzioni e nuovi investimenti da parte di aziende straniere nel Nostro Paese in modo da far ripartire l’economia! Questa è la ricetta giusta che i Nostri Politici dovrebbero intraprendere per il Nostro futuro! Rifugiarsi nell’applicazione dell’ IMU a gente che ha costruito con tanti sacrifici la propria casa e i propri beni è a dir poco squallido! Saluti a tutti Annibale
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