Dal punto di vista dell’impostazione generale, non è facile parlarne male nemmeno per i detrattori più irriducibili. Il documento di economia e finanza varato dal Governo presenta indubbiamente alcuni interessanti elementi di novità. E’ innegabile che la previsione di una “quattordicesima” (80 euro mensili) per dieci milioni di cittadini con redditi bassi rappresenti una boccata di ossigeno e una leva di rilancio dei consumi che va nella direzione giusta, anche se si può discutere sul fatto che forse ci sono cittadini più bisognosi di quanti guadagnano 1.500 euro netti al mese. Giusta anche la decisione di ricavare la maggior parte delle risorse necessarie nel 2014 (4,5 miliardi su 6,7) attraverso tagli di spesa e non attraverso i soliti aumenti di imposte più o meno mascherati. Anche l’aumento dell’aliquota d’imposta a carico delle banche sull’”operazione Bankitalia” ed il tetto alle retribuzioni dei manager pubblici sono provvedimenti corretti dal punto di vista della equità sociale (sulle retribuzioni credo sarà necessario fare qualche precisazione e qualche distinzione).
Il problema di questo Documento, a mio avviso, è quando si passa dalla filosofia generale alla concretezza dei singoli provvedimenti: non si può evitare una certa sensazione di vaghezza e di indeterminatezza. Un po’ come se fossero una serie di buoni propositi messi in fila, che non riescono a fugare il timore di potersi scontrare, in un secondo momento, con la dura realtà. Circa i tagli di spesa, non si capisce bene quali saranno nel concreto: ieri ho sentito parlare di una cifra importante di riduzione sulla spesa sanitaria, con un vago profumo di taglio lineare “Tremonti style”. Cottarelli aveva indicato alcune cifre, concludendo un po’ salomonicamente che “la scelta finale spetta alla politica”. Ebbene, quale è questa scelta? Voi l’avete capito?
Oltre ai tagli di spesa, si indicano altre coperture che mi paiono molto opinabili. I 2,2 miliardi di maggior gettito Iva derivanti come “partita di giro” dal pagamento dei crediti della P.A. sono (nella migliore delle ipotesi) un introito di tipo “una tantum”, che non può essere posto a copertura di un impegno finanziario duraturo nel tempo. Ed anche i risparmi derivanti dalla “riduzione dello spread” non sono certo una fonte sulla quale si possa fare particolare affidamento: tutti sappiamo che lo spread è volatile e dipende in buona parte dalle bizze dei mercati.
Insomma: diamo atto delle buone intenzioni, ma sulla sostanza occorre lavorare ancora moltissimo. La posta in gioco è altissima e la riassumo in una frase: disinnescare la nefasta mannaia del Fiscal Compact. L’aveva già spiegato Visco qualche settimana fa, e l’ha ribadito Padoan presentando il Def: ci basterebbe ottenere di qui ai prossimi tre anni una crescita nominale del 3% (che potrebbe essere un 2% in termini reali, o forse meno) e la ghigliottina sarebbe evitata, in quanto il rapporto debito / PIL si ridurrebbe in automatico per effetto dell’aumento del denominatore. Se così fosse (non ho trovato conteggi precisi), si tratta di un obiettivo non irraggiungibile, a patto di essere capaci di sostenere con misure realmente incisive i primi, timidissimi, segnali di ripresa della nostra economia. E per fare questo non bastano titoli e slide, servono contenuti solidi.
9 comments
wicks says:
Apr 11, 2014
Concordo con te David. Ci vuole una manovra lacrime e sangue che scontenti molta gente e le lobby. Quando sentirò le proteste, allora possiamo dire che siamo sulla via giusta.
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david p says:
Apr 12, 2014
Vero, a patto che gli scontenti, una volta tanto, siano i rappresentanti di quei centri di potere che si sono pervicacemente opposti a qualsiasi riforma. Credo che il vero potenziale innovativo di questo Governo e di questo premier si capirà proprio da questo: la capacità di resistere alle pressioni delle lobby e tirare dritto sulla via delle riforme. Finora solo scaramucce, nessun vero banco di prova.
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alice franco says:
Apr 11, 2014
A me sembra di vivere nel romanzo Il Gattopardo, dove tutto cambia per rimanere immutato, come quando con una mano si danno 80€ e con l’altra se ne tolgono 65 eliminando lo sgravio per i familiari a carico. Renzi è abile a far percepire grandi cambiamenti, ma ho la netta sensazione che se cambia qualcosa lo fa in peggio, non ho nessuna fiducia in questo premier, che ha già dimostrato di ricalcare modelli già provati come fallimentari.
E poi mi sembra aberrante fare affidamento su introiti generati dallo spread, che non è un parametro direttamente controllabile visto che viene determinato dai mercati e soprattutto è estremamente volubile. Non so se sia lecito stilare un bilancio che si basa su un parametro simile, ma se anche lo fosse non mi farebbe di certo stare più tranquilla.
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david p says:
Apr 11, 2014
@ Alice, quella dei 65 euro mi era sfuggita: hai ragione, una vera assurdità! Chiedo a tutti gli amici di segnalarmi se hanno pizzicato altre cialtronate del genere…!
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aureliano says:
Apr 13, 2014
Non c’è dubbio che le coperture siano vaghe. Come dice Alice, dovrebbe essere vietato computare il ‘risparmio da spread’, una grandezza per definizione aleatoria!
Personalmente, mi sorprende molto che non si prenda il Piano di Cottarelli e si dica: faremo A B C per un totale di X miliardi. Anzi, mi correggo: non mi sorprende poi così tanto, trattandosi di tagli di spesa…!
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spartaco says:
Apr 13, 2014
Ragazzi ma che ne dite del tetto di 230 mila euro ai manager pubblici? Mi riferisco in particolare a società miste e multinazionali come Enel – ENI – Finmeccanica eccetera. A me pare una gran sciocchezza! c’è un mercato anche delle retribuzioni dei top manager, se si vogliono i migliori bisogna pagarli, se no dovremo accontentarci delle mezze calzette. Per me possono guadagnare anche 1 milione di euro se ne fanno guadagnare 1000 alla società. O no??
A proposito, ho visto i nomi che girano per i rinnovi delle cariche… Marcegaglia?? Severino?? Ma siamo pazzi??
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gino berto says:
Apr 15, 2014
Mi sovvengono i passati prossimi governi: berlusconi con tremonti dall’economia creativa, monti più grilli dall’economia funerea, ed infine letta dall’economia lento pede.. Quante critiche e lamentele!! Oggi abbiamo renzi l’effervescente. Ne dice tante, forse la metà di quelle che ha in mente. Alla saggezza mescola breve follia. Le acque si muovono rispetto al passato con un turbinio inusuale e tutto viene in qualche modo toccato: costi della politica, burocrazia, privilegi, manager pubblici, contratti di lavoro, tasse, banche, addirittura l’Europa! Credo che siano in molti oggi a camminare sempre più aderenti al muro. Non era quello che chiedevamo? Ed allora lasciamolo lavorare, con l’augurio che le fiamme vorticanti non esalino dal loro lingueggiare fumo opaco!
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ginobigio says:
Apr 19, 2014
Mi sembra di assistere all’ennesimo “libro dei sogni” tante volte venduti agli italiani da passati Governi con finanziarie
fantasiose.
Del resto non è stata la “finanza creativa” la trovata di questi ultimi anni?
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lorella pozzi says:
Apr 30, 2014
Scusate se solo ora intervengo ma molti dubbi mi assalgono circa il Def.
Renzi ha avviato il suo programma di innovazione per il Paese Italia
aumentando le aliquote massime delle imposte/tasse sulle case di proprietà, poi quella sulle rendite dei risparmi, infine è riuscito a fare approvare una sorta di 14 mensilità per alcuni italiani per “ristabilire l’equità ” tra poveri e benestanti.
La mia perplessità a questo proposito riguarda i destinatari della norma: se ho inteso bene gli 80 euro di bonus mensili vanno a tutti i dipendenti percipienti un reddito annuo inf a 25.000 eu quindi una coppia sposata con o senza figli che lavora e percepisce mensilmente 2 stipendi, incasserà 2 bonus da 80 eu cad mensili mentre una famiglia con figli con un unico stipendio che supera di qualche euro la soglia non avrà diritto ad alcunché ?? Per non parlare poi di iniquità nel caso dei poveri veri, delle partite iva “forzose “etc etc
Sarei anche curiosa di conoscere come verrà distribuito il “monte bonus” cioè quanto andrà ai dipendenti pubblici, quanto ai privati e poi tra operai e impiegati
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