C’ è un antico proverbio veneto che, nella versione italianizzata, suona più o meno così: “l’uccellino ingordo si strozza”. L’osservazione degli ultimi accadimenti politici fa proprio pensare a questo adagio: Matteo Renzi, il golden boy della politica italiana ha fretta, pure troppa. Guadagnato il consenso importante delle primarie, sembrava stesse furbescamente preparando la sua irresistibile ascesa a Palazzo Chigi. Il tutto, come da lui dichiarato, per mezzo di elezioni politiche a marchio “Italicum”, che avrebbero aperto una fase nuova.
Invece, pare che anche lui sia colto da quella strana sindrome che affligge tradizionalmente il centrosinistra, quella strategia alla “Tafazzi” che ha illustri precursori nelle file dell’ex PCI-PDS-DS e, infine, PD: l’incapacità di saper capitalizzare il proprio seguito, non saper attendere il momento propizio per la propria ribalta personale. A seguire gli eventi di queste ore, pare di tornare al 1998, quando D’Alema, caduto Prodi e lusingato dalle pressioni di vaste aree parlamentari, mise in pratica la cosiddetta “manovra di Palazzo”, diventando premier per poco più di 12 mesi, passando poi il testimone ad Amato e spalancando le porte al successivo trionfo berlusconiano, abilissimo a saper leggere tra gli umori della gente e a proporre un’alternativa più attraente.
E allora, per tornare ai giorni nostri, con quale maggioranza parlamentare conta il buon Matteo di mettere in pratica quell’idea di Paese “semplice e coraggioso” che ha in testa? Quale traiettoria pensa che gli verrà consentito di seguire? E soprattutto: quanto pensa che durerà la sua aura di novità? Non sarà così sprovveduto da credere che i curricula più o meno prestigiosi dei papabili ministri siano garanzia di qualcosa, o almeno lo speriamo… ne abbiamo già visti di eccelsi, a sinistra ed a destra, ma siamo sempre qui a commentare di un Paese tormentato dai suoi problemi irrisolti, in bilico sul ciglio dell’ennesima crisi politica.
9 comments
adone paratore says:
Feb 14, 2014
e gia’ ! proprio cosi’…speriamo solo che vada a finire diversamente per il bene del nostro Paese ! che altro dire…
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luca bacci says:
Feb 14, 2014
finora ho visto sempre lo stesso teatrino degli ultimi decenni. Aspettiamo e vediamo che succede…
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fabrizio sacchi says:
Feb 14, 2014
Dicevo ad un mio amico che volevo analizzare la situazione senza farmi prendere dalle sensazioni che, talvolta, sono fallaci.
Andando a setacciare la situazione politica sulla base dei fatti e delle dichiarazioni politiche recenti abbiamo che:
1) Renzi è appoggiato a larga maggioranza dal suo partito (136 voti a favore, 16 contrari e 2 astenuti).
2) La Lega, che solitamente spara a zero sul PD, si è detta possibilista, per bocca dell’altro Matteo (Salvini), ad appoggiare il Sindaco di Firenze (forse la testa della Kyenge è buon bottino!)
3) Grillo, o meglio il suo alter ego Gianroberto (Casaleggio), ha detto che i provvedimenti verranno valutati di volta in volta nel merito.
4) Forza Italia ha il profilo politico più prossimo a quello del candidato premier Renzi e gli elettori forzisti saranno ben lieti di veder appoggiate le iniziative del Sindaco liberal.
Insomma Renzi si giocherà tutto al tavolo verde!
Se riuscirà a fare quelle 7-8 riforme di cui il Paese ha urgente bisogno e che nessuno è stato capace, neppure lontanamente, di mettere in cantiere farà poker alle prossime elezioni e con lui tutti i riformisti. Se, invece, il suo estremo tentativo andrà fallito non oso pensare con quale fiches potrà ancora giocare il nostro Paese sul tavolo della democrazia.
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david p says:
Feb 14, 2014
Sono abbastanza d’accordo con Fabrizio. Non si può liquidare la mossa di Renzi come la scommessa di un giovanotto accecato dalla sua ambizione. Mi spiego: la mossa di Renzi, secondo me, va interpretata alla luce della futura legge elettorale. Sarà una legge che obbliga alle grandi coalizioni. E quali coalizioni verosimilmente saranno in campo? Da un lato, Berlusconi con tutte le pecorelle smarrite: Alfano, la Lega, Casini e forse pure i Fratelli d’Italia. Cinque partiti.
Dall’altra? Il PD di Renzi e forse quello che resta della estrema sinistra di Vendola (forse). Con i 5 stelle che fanno da terzo incomodo. Insomma: la vittoria non è per nulla scontata! E se anche Renzi dovesse prevalere, gli toccherebbe governare con Vendola ed i suoi duri e puri… Il rischio di fare la fine di Prodi e dell’Ulivo sarebbe elevatissimo.
E allora? Meglio giocare d’anticipo, godere del sostegno alfaniano, della buona disposizione di un Berlusconi che ha bisogno di far dimenticare i guai giudiziari e di una Lega contro tutti. Un momento difficilmente ripetibile per lo scaltro sindaco, che si gioca tutto da una posizione di vantaggio che tra un anno forse non avrebbe più.
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Michele D' Apolito says:
Feb 14, 2014
L’unica possibilità per dare una logica a questa manovra è interpretarla come dice Fabrizio: il leader PD spera di portare a termine la legislatura con un consenso ampio su un programma preciso, giocando anche sulla poca voglia dei parlamentari di tornare a casa anzitempo.
Anche Letta ha fatto però lo stesso ragionamento meno di un anno fa, ed è andata male…vedremo
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filippo guidantoni says:
Feb 15, 2014
Il paragone con l’ascesa di D’Alema è molto azzeccata, anche se la “ritirata” del secondo ha tra i suoi motivi anche un’OPA su cui si potrebbero scrivere molti libri…
Molti vedono una regia di Draghi dietro il blitz (apparentemente) renziano, dato che super Mario ha dichiarato di fare qualsiasi cosa per salvare l’euro. Renzi ha elogiato un mese fa Draghi chiamandolo il “condottiero” in un mare in tempesta (finanziaria); attenzione però che quando si entra con uno sponsor non lo si può cambiare facilmente.
Sinceramente mi fido più di Draghi, in questo momento potente, determinato e molto in cabina di regia; il resto è un pò la solita politica fatta di marketing personale e molte parole.
Probabilmente oggi possiamo fare un pò meglio del passato anche perchè non si possono ignorare documenti come quello di Confindustria sugli enormi costi della politica.
Insomma un personaggio medio, abbastanza egocentrico, costretto dagli eventi, dagli sponsor e dal momento storico a fare qualcosa di concreto sarebbe già un grande passo avanti.
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Michele D' Apolito says:
Feb 16, 2014
Caro Filippo, la tua analisi è interessante e la condivido. Temo però che l’area parlamentare extra PD (ed anche una parte del suo stesso partito) non gli consentirà di ergersi a statista che scrive la storia e vara riforme mancate da decine di predecessori. Al momento buono, vedremo i vari antagonisti tirare la corda, pestare i piedi, dare ultimatum. Il rischio di bruciarsi è enorme, la probabilità di presentarsi al prossimo giro di urne come già visto altissima. Staremo a vedere.
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darius says:
Feb 17, 2014
Questo grande impeto sarà frutto della sua giovane età? Insieme alla smania di vincere e “asfaltare” tutti quanti. Renzi sta giocando la partita della sua vita e difficilmente ci si libererà di lui.
E come ha fatto nella direzione del partito, cambiandone i vertici, così vorrà fare anche per i vertici delle aziende pubbliche. Entro primavera ci saranno 600 nomine da fare, tra cui Eni, Enel, Poste, Finmeccanica. Circondarsi di persone amiche e alleate, se non riconoscenti: questo è il suo obiettivo. Come farsi scappare una ghiotta occasione? La concomitanza è sospetta. Non semplicemente dettare legge ad un Letta frastornato ma entrare direttamente nella stanza del potere. Fa parte di un piano: insinuarsi in ogni ambito e farseli tutti amici. Dalla forza delle parole alle pratiche da vecchia politica. Ognuno gioca le sue carte.
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Michele D' Apolito says:
Feb 19, 2014
@ Darius: a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina, diceva quel tale…certo che giudicare con la dietrologia preventiva anche questa situazione di effettiva novità (quantomeno nell’immagine e nel segnale), per quanto avventata e a prima vista poco logica, mi pare ingeneroso.
Renzi ha preso il pallino e si è assunto una grande responsabilità, che potrebbe bruciarlo anzitempo. Diamogli almeno il credito di qualche mese; poi è chiaro che, se dovesse fare come tutti i predecessori, meriterà giudizi a maggior ragione impietosi
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