Il faticoso inseguimento di gettito da parte del Fisco italiano prosegue: in un Paese con un impressionante tasso di infedeltà fiscale, ogni mezzo di dissuasione a comportamenti devianti va esaminato con attenzione. L’ultimo “gadget” presentato dall’Agenzia Entrate è il redditest, un software messo in rete a disposizione di tutti i contribuenti, che consente di “autodiagnosticare” se il reddito che si intende dichiarare è compatibile o meno con le spese sostenute in vari ambiti (abitazioni, auto, assicurazioni, istruzione, vacanze, investimenti mobiliari ed immobiliari ed altro ancora).
Una volta compilato il test, si accenderà un semaforo verde, qualora si sia indirizzati verso un’autodichiarazione dei redditi coerente con le proprie uscite finanziarie, oppure rosso, in caso di un tenore di vita incompatibile con il risultato del proprio modesto modello Unico. Tutti i dati inseriti, precisano dalle Entrate, sono assolutamente anonimi e non utilizzabili in alcun modo dall’amministrazione finanziaria.
La logica è quella di un aprioristico deterrente psicologico ai “furbetti del 740”, ma l’impronta che si va seguendo è sempre più invasiva della privacy delle persone, costrette a munirsi di capienti raccoglitori e robuste pinzatrici per archiviare quante più pezze giustificative utili alla loro autovalutazione da redditest. Tutto questo favorirà un progressivo allineamento alle richieste del Fisco ed a comportamenti più virtuosi? Oppure servirà solo a svelare alla moglie in vacanza le spese folli fatte dal marito in sua assenza? Staremo a vedere.
A proposito: ecco il link per chi si volesse divertire….
11 comments
monica l says:
Nov 26, 2012
Mah, anche io ho i miei dubbi sul fatto che possa funzionare come deterrente. Alla fine lo faranno le persone per bene che per etica, onestà o per causa forza maggiore non hanno mai evaso. Avranno conferma del loro semaforo verde e continueranno a sostentarsi con il loro modesto regime di vita. Gli altri persevereranno nel loro operato. Il redditest non è educativo, neanche punitivo… e dunque?
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wicks says:
Nov 26, 2012
a quanto sembra, a parità di importo della spesa e di tutti gli altri elementi, lo strumento pesa diversamente anche il tipo di spesa sostenuta (es viaggi contro gioielli), dando un responso diverso (rispettivamente rosso e verde). tutto a vantaggio della semplificazione…
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Michele D' Apolito says:
Nov 26, 2012
Per rispondere a Monica L., non sono totalmente d’accordo sul fatto che non sia educativo. Come sostenuto oggi da Mario Monti, le cose in Italia non miglioreranno se non migliorerà la cultura. Nel termine cultura va giocoforza ricompresa l’osservanza fiscale, condizione base per poter ridurre in futuro la pressione (riducendo anche le uscite pubbliche…). Da questo punto di vista, poter dotare i contribuenti potenzialmente infedeli di uno strumento che glielo certifichi in anticipo forse non è del tutto sbagliato. Il problema è poi capire se questo ammonimento preventivo si traduca in effettiva modifica dei comportamenti degli interessati. Su questo sono molto scettico, ma da qualche parte bisognerà pur invertire la rotta.
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david p says:
Nov 26, 2012
Penso che sarà “educativo” solo e soltanto nella misura in cui riuscirà a indurre qualche “furbetto del quartierino” a mettersi un po’ in regola. Quindi tutto dipende dalla efficacia “tecnica” dello strumento che al momento credo nessuno possa valutare. Se invece si rivelerà un giochino inattendibile o poco più, il risultato sarà solo quello di mettere in ansia gli onesti, mentre i disonesti si faranno come al solito quattro risate. Magari alle spalle dei primi che lo prendono sul serio…
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monica l says:
Nov 26, 2012
@michele credo che in realtà siamo proprio sullo stesso fronte della questione. Io non credo che il redditest sia il giusto deterrente per il contribuente potenzialmente infedele; credo altresì che serva da spauracchio per quelli che sbagliano le dichiarazioni a causa di ignoranza (nel senso più latino del termine). Il redditest potrà funzionare con i cittadini dal basso/medio reddito, ma non con quelli che evadono con consapevolezza e gusto, che sono quelli che andrebbero educati. Detto questo, sono perfettamente d’accordo con te: da qualche parte bisognerà pur invertire la rotta.
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luca p says:
Nov 27, 2012
Ho letto che il Redditest potrebbe pure deprimere i consumi…. non capisco bene in che senso. Forse che uno che si fa il test e non risulta congruo corre a disdire l’abbonamento in palestra o rinuncia al viaggio di Natale..? Bah, mi sembrano affermazioni un po’ demagogiche…
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stradivari says:
Nov 27, 2012
concordo, sono affermazioni di gattopardesca italianitudine. molti si professano riformisti, ma quando si prova a riformare davvero gli usi e costumi, anche con strumenti nuovi e non necessariamente ortodossi, c’è sempre quello che alza il dito e trova la magagna. si parta da qualcosa, poi si misureranno gli effetti!
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melchisedec says:
Nov 27, 2012
Sono perfettamente allineato all’idea che da qualche parte si debba pur cominciare. Idea che mi faceva vedere di buon occhio anche i tanto vituperati controlli di Cortina et simili. C’è poco da fare: i numeri dell’evasione sono talmente macroscopici che recuperarne anche solo una frazione è ossigeno per le casse statali. Ciò detto, mi rimane qualche riserva sull’efficacia dello strumento, staremo a vedere.
P.S. Speriamo solo che la creazione di questo giochino non sia costata più di quello che farà recuperare…
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giulia rossi says:
Dic 3, 2012
Si forse il Redditest pouò essere un inizio se e solo se usato correttamente .. che non è certo un’incognita di poco rilievo. Certo non si può nascondere un certo nervoso al pensiero di tutti i soldi rubati, praticamente alla luce del sole, da molti politici del passato e del presente … marcio e disonestà puzzano … dipende poi se si decide di tapparsi il naso per interesse o se si fa una scelta coraggiosa di denuncia. Il timore è che i veri grandi disonesti continueranno sempre a farla franca.
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Michele D' Apolito says:
Dic 3, 2012
@ Giulia concordo sul fatto che ci possano essere delle incognite nel funzionamento tecnico del redditest (si sono già verificate) e che i grandi evasori vadano stanati con strumenti più “strong”, ma l’evasione italiana è talmente capillare e nei piccoli gesti che credo sia importante far predisporre le persone in anticipo alla consapevolezza che il proprio reddito è risibile rispetto al proprio tenore di vita. sono piccoli segnali, ma sono comunque segnali diversi dal silenzio
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giulia rossi says:
Dic 4, 2012
@Michele condivido in pieno la necessità di un segnale del genere, penso soltanto che, al di là del suo corretto impiego, non possa prescindere da un analogo segnale da parte della politica nel tagliare i suoi tanti sprechi ed impedire quelle “ruberie” venute alla ribalta anche di recente. Penso sia importante affinchè si ricominci a credere nella politica, nell’onestà dei politici e nella necessità di fare sforzi tutti insieme e non sempre i soliti pochi. Credo sia essenziale affinchè la rabbia e quel “nervoso” a cui mi riferivo, spesso non costruttivi, vengano sostituiti da un atteggiamento di fiducia nei confronti di chi fa politica e di voglia di fare, per una volta, tutti insieme.
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