Continuiamo le riflessioni su quella folle eventualità che si chiama prelievo forzoso. La miccia, come ricorderete, è stata innescata nientemeno che dal Fondo Monetario Internazionale nell’ultimo Fiscal Monitor (si veda il nostro articolo della scorsa settimana). Ospitiamo oggi con piacere il punto di vista qualificato di Igor Leone, collaboratore di Labeconomy che opera da anni in Lussemburgo nel settore della finanza internazionale. Il messaggio è crudo, ma è bene che tutti ne siamo consapevoli. (David Pierantozzi).

Il fatto che Cipro fosse solo un test per vedere cosa sarebbe successo, era cosa già nota all’epoca. I vari “decisori” internazionali (tra cui FMI, BCE e certi capi di governo europei) hanno riscontrato che una tassazione sui conti correnti  non passa facilmente in Parlamento, mentre il fallimento di una banca ha consentito senza troppi problemi il prelievo di tutti i depositi più il prelievo del 40% sui depositi detenuti in altre banche (per ammontari sopra i 100.000 euro).

Oggi quindi non mi stupisce di vedere come l’FMI stia preparando la strada per attuare la stessa cosa, con modalità forse leggermente diverse. Come minimo nei Paesi nei quali le banche sono più fragili, ma forse anche in tutta Europa. Ci sono due dati che i dirigenti mondiali hanno già affiancato da tempo (riporto i dati della Francia, ma di sicuro possono estendersi agli altri Paesi europei):

–  risparmio totale netto = € 11.000 miliardi
–  debito dello Stato = € 1.700 miliardi

Oltre tutto non bisogna dimenticare che l’FMI è un’istituzione basata a Washington, che l’influenza americana sulla politica europea è molto forte e che la BCE, come altre banche centrali mondiali (BoE, BoJ), attua una politica mirata a sostenere il dollaro americano.

Una notizia di ieri (domenica, che strano che le notizie di questo tipo siano sempre collocate in giornate non lavorative): l’FMI ha calcolato che le banche italiane e spagnole dovranno sopportare 230 miliardi di perdite su crediti societari nei prossimi due anni. Visto che l’anno prossimo, in seguito all’unione bancaria, la BCE attuerà dei veri stress test sulle banche europee, Draghi ha dichiarato che la metodologia di ricapitalizzazione delle banche in crisi sarà decisa in questi giorni, ovvero prima di sapere in che misura le banche avranno bisogno di essere salvate. Quindi nel brevissimo termine si deciderà come le banche in crisi saranno salvate domani: il prelievo forzoso sui conti correnti è secondo me un’opzione possibile.

Come prepararsi a questa eventualità? Alla luce di quanto ho cercato di argomentare, mi pare che ci siano delle azioni dettate in primis dal buon senso:
–   spostare i propri risparmi nelle banche più sicure
–   non tenere più di 100.000 euro su ogni conto corrente (per una società sarà un costo importante e la gestione della liquidità diventerà più complessa)
–   trasformare in investimenti la liquidità in eccesso, sempre facendo estremamente attenzione al tipo di investimento.

Come si suol dire…. prevenire è meglio che curare!

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