Negli ultimi mesi i nostri governanti hanno rispolverato il compianto Alcide De Gasperi e in varie occasioni ci hanno ricordato che “la differenza tra un politico e uno statista sta nel fatto che il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni”. Bontà loro, evidentemente questi ritengono pure di essere degli statisti. Bene, proviamo a riepilogare alcune tra le cose più significative fatte da questi paladini dei giovani soltanto negli ultimi tempi.

Parto dall’ultima chicca: 25.000 studenti all’estero non potranno votare alle prossime elezioni, a meno di rientrare a casa. Le motivazioni sono tipicamente borboniche: “bisognerebbe essere iscritti alle liste elettorali dell’Aire ma questo non è possibile se non si è all’estero da almeno un anno a meno di una legge ad hoc”. Morale: nel 2013, non si riesce ancora a organizzare un voto per corrispondenza o per delega. Una vicenda davvero inquietante, che condanniamo con forza e chiediamo a gran voce insieme ai nostri lettori di risolvere al più presto!

Pensioni. Tutte le riforme fatte sono partite dal dogma di risanare le casse dell’Inps innalzando drasticamente l’età pensionabile. Risultato: si costringono persone “anziane” a rimanere al lavoro, impedendo di fatto l’accesso di giovani lavoratori che sarebbero anche giovani contribuenti. Ricordo che nel 2020 diventeremo il Paese europeo con l’età pensionabile più elevata, quasi due anni in più dei tedeschi.

Mercato del lavoro. Assolutamente insignificanti e talvolta controproducenti le misure per favorire l’assunzione dei giovani precari e disoccupati. Nel mondo aziendale, nessuno ha registrato alcun beneficio. Nota: se si fosse dedicata ai giovani anche soltanto una piccola parte degli sforzi (sacrosanti) compiuti in difesa degli esodati, avremmo ottenuto un risultato storico.

Infine, il rinnovamento della politica. I giovani che hanno provato ad affacciarsi alla leadership dei partiti con idee nuove e propositi di rinnovamento della classe dirigente, sono stati rottamati dai rottamabili. Ed ora stanno mestamente facendo campagna elettorale per i soliti arzilli settantenni.

La gerontocrazia in Italia è un fortino inespugnabile, espressione di un potere che mira soltanto a preservare se stesso e le proprie clientele. La curva demografica sta facendo il resto: il numero dei ventenni sul totale della popolazione si sta riducendo drasticamente (-40% in vent’anni) e con esso il relativo peso politico. E si profila un epilogo triste: riaffermando ogni giorno che questo non è un Paese per giovani, si stanno costringendo i giovani a lasciare il Paese.

Print Friendly, PDF & Email