Il fatto è clamoroso e fa molto riflettere. Lo riassumo in breve. Due aziende sono state assolte in primo grado dall’accusa di evasione fiscale per omesso versamento delle imposte con la seguente motivazione: carenza di liquidità per mancato incasso di crediti verso la pubblica amministrazione. E’ come dire che lo Stato non può pretendere l’adempimento dell’obbligo tributario quando è lui ad essere il primo inadempiente. Tecnicamente, questa sentenza interviene definendo una situazione di “forza maggiore” per la quale non può essere riscontrato il dolo degli imputati, in nessuna sua forma. Certo le aziende dovranno pagare le imposte, magari in una forma rateizzata, ma non saranno condannate penalmente né sanzionate sotto il profilo tributario.
Viene così messa a nudo l’assurdità di un sistema che pretende il rispetto delle scadenze quando si tratta di riscuotere le imposte ma si dimentica il calendario quando deve onorare i propri impegni. Una sentenza da incorniciare, per un sistema che ancora oppone resistenza alla piena introduzione di un criterio di pagamenti certi e rapidi da parte dello Stato. Speriamo che la Cassazione, oggi investita del giudizio di legittimità sul tema, non stravolga questo principio affermato dai giudici di primo grado riportandoci in una situazione di vergognosa iniquità. Da ultimo mi domando: perché in queste situazioni in cui un’azienda è al tempo stesso debitrice per imposte ma creditrice per forniture verso la PA non si applica un semplicissimo sistema di compensazione tra dare e avere? Se prima era “soltanto” questione di giustizia ed equità, oggi si tratta di sopravvivenza.
2 comments
adone paratore says:
Gen 21, 2013
Finalmente e’ arrivata una sentenza che rende parzialmente giustizia ad una situazione di palese iniquita’. Manca evidentemente ancora qualcosa: speriamo che il legislatore,almeno col prossimo Parlamento, riesca a partorire una legge che introduca un meccanismo di compensazione ex lege nel senso indicato da Massimiliano. ..attendiamo fiduciosi !!
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spartaco says:
Gen 21, 2013
La giustizia italiana di solito è sempre avversa alle imprese, ma stavolta ci ha azzeccato. La definizione di “forza maggiore” mi sembra perfetta anche simbolicamente: con la forza, lo Stato commette un sopruso inaccettabile.
PERO’: per essere totalmente giusta, la sentanza dovrebbe stabilire che la rateizzazione del pagamento delle tasse coincida con il pagamento dei crediti della PA. La PA non paga e il cittadino AUTOMATICAMENTE ha diritto di saltare la rata!!
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