Il faticoso inseguimento di gettito da parte del Fisco italiano prosegue: in un Paese con un impressionante tasso di infedeltà fiscale, ogni mezzo di dissuasione a comportamenti devianti va esaminato con attenzione. L’ultimo “gadget” presentato dall’Agenzia Entrate è il redditest, un software messo in rete a disposizione di tutti i contribuenti, che consente di “autodiagnosticare” se il reddito che si intende dichiarare è compatibile o meno con le spese sostenute in vari ambiti (abitazioni, auto, assicurazioni, istruzione, vacanze, investimenti mobiliari ed immobiliari ed altro ancora).

Una volta compilato il test, si accenderà un semaforo verde, qualora si sia indirizzati verso un’autodichiarazione dei redditi coerente con le proprie uscite finanziarie, oppure rosso, in caso di un tenore di vita incompatibile con il risultato del proprio modesto modello Unico. Tutti i dati inseriti, precisano dalle Entrate, sono assolutamente anonimi e non utilizzabili in alcun modo dall’amministrazione finanziaria.

La logica è quella di un aprioristico deterrente psicologico ai “furbetti del 740”, ma l’impronta che si va seguendo è sempre più invasiva della privacy delle persone, costrette a munirsi di capienti raccoglitori e robuste pinzatrici per archiviare quante più pezze giustificative utili alla loro autovalutazione da redditest. Tutto questo favorirà un progressivo allineamento alle richieste del Fisco ed a comportamenti più virtuosi? Oppure servirà solo a svelare alla moglie in vacanza le spese folli fatte dal marito in sua assenza? Staremo a vedere.

A proposito: ecco il link per chi si volesse divertire….

redditest

 

 

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