Quando si pensa alla crescita di un’azienda, in questo momento storico è inevitabile pensare immediatamente alla internazionalizzazione. I Paesi di cui si sente maggiormente parlare sono i cosiddetti BRIC (Brasile, Russia, India, Cina). Di certo queste sono le aree che offrono i maggiori tassi di crescita, ma realizzare in quei Paesi insediamenti produttivi non sempre è cosa facile, per le profonde differenze culturali, ma anche banalmente per le difficoltà logistiche legate alla distanza. Oggi vogliamo inaugurare una serie di articoli per segnalare alcuni Paesi che presentano aspetti positivi in ottica di delocalizzazione, sotto diversi profili: costo del lavoro, convenienza fiscale, incentivi economici, vicinanza “culturale” ed altri ancora.

Il primo che segnaliamo è un Paese in grande fermento economico che promette di offrire buone opportunità di investimento agli imprenditori stranieri, separato dall’Europa da soli 14 km di mare: il Marocco. Si tratta di un Paese con un buon grado di stabilità politica ed economica, con una rete di infrastrutture in grande espansione ed un’ottima rete di telecomunicazioni; si pensi che su 32 milioni di abitanti, 13,5 sono utenti di internet e le utenze di telefonia mobile arrivano a 33 milioni. Dal punto di vista logistico, inoltre, è dotato di 13 porti commerciali, il più importante dei quali è il Tanger Med, collegato con 120 porti internazionali. Da tener presente anche la forte influenza francese, che ha contribuito ad avvicinare la cultura ed il modus operandi a quelli europei; non a caso molte aziende francesi hanno da tempo insediamenti produttivi in loco, da Danone a Renault, per citare le più famose.

Ma sappiamo bene che un imprenditore per deliberare un investimento all’estero è attento soprattutto a due tematiche: la fiscalità e il costo del lavoro. Dal punto di vista fiscale, il Marocco presenta un carico totale medio del 42%. Sottolineiamo che esistono anche zone franche che prevedono un’esenzione d’imposta per i primi 5 anni ed una riduzione dell’aliquota per i successivi 20. Per quanto riguarda il lavoro, si consideri che un ingegnere civile percepisce, mediamente, un salario lordo pari a 1.000 €/mese.
Il sistema bancario, inoltre, sta rapidamente adeguando la propria offerta per accogliere investitori stranieri. Oggi il costo del denaro, fissato dalla Banca Centrale è pari al 3%. Tra i settori maggiormente sviluppati si segnalano quello elettronico, quelli legati all’automotive e all’aeronautica, il tessile, le pelli, la chimica. In grande fermento è il settore legato alle energie rinnovabili.

Circa 300 imprese italiane sono già presenti nel Paese; l’obiettivo dichiarato delle autorità governative marocchine e della nostra Confindustria è puntare ad un’intensificazione delle relazioni tra i due Paesi. Per un approfondimento suggeriamo di visitare il sito dell’agenzia governativa marocchina per gli investimenti.

Print Friendly, PDF & Email