La reazione di alcuni banchieri all’articolo pubblicato sul Corriere della Sera di domenica 29 gennaio, non ha tardato a manifestarsi. Sempre sul Corriere, in data 31 gennaio rispondono alle insinuazioni che il giornalista economico Dario De Vico aveva fatto e cioè che il sistema bancario italiano, con una politica restrittiva sugli impieghi, sta portando il sistema economico italiano, fatto perlopiù da piccole e medie imprese, ad una drastica riduzione dell’offerta di credito (il temutissimo credit crunch).
E’ vero, come abbiamo sottolineato più volte, che le banche italiane scontano il rischio paese e che in confronto alle banche straniere hanno un handicap in più. E in effetti lo stesso giornalista sottolinea come la Confindustria di Treviso abbia concluso recentemente un accordo con la Deutsche Bank per il finanziamento delle imprese locali. Inoltre le banche italiane hanno sofferenze che per i due terzi sono attribuibili alle grandi imprese. Non è un mistero che il cosiddetto “microcredito” abbia bassi tassi di sofferenza più contenuti. Quindi come hanno svolto il loro lavoro le banche italiane nel passato? Fiducia quasi cieca nella grande azienda, con prestiti a volte sganciati dalla reale situazione anche prospettica della stessa e richiesta di garanzie alle piccole aziende.
Ora le piccole aziende scontano questa politica dato che sono state le grandi aziende a provocare i grandi “buchi”. Questo i banchieri devono ammetterlo. E come rispondono questi banchieri:
1.   << In Italia la banca è un’impresa…>>, << Siamo imprese…>>;
2.   << In Europa le banche sono costate ai rispettivi governi più di duemila miliardi di Euro, in Italia nulla.>>.
E’ un appello al Governo e un’autodifesa. Sono concetti che occorre tenere a mente. La banca ha perso la sua connotazione di istituzione, non dispensa più come nel passato denaro facile, ai tempi d’oro della liquidità in eccesso. E’ corsa ai ripari, a scapito della piccola e media impresa, che è sempre stata il nucleo vitale dell’economia italiana. Ora lo Stato deve fare la sua parte: aiutare direttamente i piccoli imprenditori. Qualcosa è stato fatto (vedasi il Fondo Centrale di Garanzia) ma ciò è ancora troppo poco.

Print Friendly, PDF & Email