Archiviato il decreto “salva Italia”, fatto quasi esclusivamente di tasse, ed il “cresci Italia”, a base di timide liberalizzazioni, ora non può, anzi non deve assolutamente mancare il decreto “taglia spese Italia!”. Imperativo! I cittadini di tutte le età e classi sociali sono stati duramente colpiti; le corporazioni hanno dovuto pagare un pegno più o meno consistente, e comunque qualcosa è stato fatto. Manca ancora seriamente all’appello la classe politica con la sua propaggine elefantiaca: la pubblica amministrazione.

Girando quotidianamente le aziende, gli imprenditori ci dicono tutti la stessa cosa: quando dobbiamo ristrutturare le nostre aziende partiamo dai costi. Perchè non deve valere anche per lo Stato? E ancora: perchè dobbiamo lavorare da mesi – o anni – con emolumenti decurtati o azzerati mentre la casta procede solo con annunci altisonanti e promesse mai mantenute? Interrogativi inquietanti. Bisogna agire subito, da domani, con la stessa urgenza che ha animato i primi provvedimenti, senza ulteriori bluff che stanno veramente esasperando gli animi. Mettere in campo le misure strombazzate e mai realizzate: dimezzare i parlamentari, decurtare i finti rimborsi spese, cancellare i vitalizi a tutti i livelli, asciugare o eliminare i provilegi delle regioni a statuto speciale, abolire le province, accorpare i piccolissimi comuni, eliminare gli enti inutili, eccetera eccetera.

La misura è veramente colma. La disaffezione per il sistema Italia sta purtroppo montando ai massimi livelli. Abbiamo davanti agli occhi il volto di imprenditori capaci e onesti che stanno facendo le valige con disgusto, pronti a levare le tende con le loro famiglie e le loro aziende. Vi chiedo amici, se condividete questi principi, di unire la vostra voce a questo appello: taglia spese Italia !!!

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